Angelo Raffaele Sodano, 55 anni, napoletano, è tra i fondatori di Associazione Italiana Odontoiatri 32 anni fa, e ha ricoperto il ruolo di Segretario Generale, oggi è componente del Consiglio di Presidenza. E’ l’unico candidato della lista per una “Libera Professione Sostenibile Oggi e Domani” ad avere un passato come eletto in Enpam, per 5 anni dal 2010 al 2015 è stato Presidente del Comitato Consultivo Libera Professione della Fondazione. A lui si deve l’avvio di una discussione sull’assistenza in Quota B e della costruzione di una copertura per l’inabilità permanente del Libero Professionista. Attivo in tema di snellimento burocratico e di comunicazione “no paper”, ha coraggiosamente sostenuto i principi secondo cui non vanno ricoperte più cariche insieme e la responsabilità in Enpam «va lasciata a chi s’intende di previdenza e non ai condottieri delle parti più organizzate delle categorie professionali».

Dottor Sodano, come ha deciso di interessarsi attivamente alle tematiche previdenziali? «Le ho conosciute ed approfondite grazie all’ esperienza maturata in qualità di consultore nel quinquennio 2010/15: tanto interessanti quanto necessario patrimonio da conoscere, divulgare e collaborare ad attualizzarsi da parte di chi la professione la vive quotidianamente».

Quali sono a Suo avviso i problemi della libera professione? «Preoccupano gli scenari lavorativi di breve-medio periodo. In particolare l’accesso dei giovani alla professione e, di conseguenza, la stabilità del sistema. Risentiamo, inoltre, del decremento del tasso di riconoscimento a fronte della crescita dell’aliquota di versamento che mal si coniugano con gli equilibri intergenerazionali e con il mantenimento di un tenore di vita adeguato quando saremo in quiescenza».

Quali sono gli interventi da attuare sull’Enpam e in quale dei nove punti della campagna si riconosce di più? «Maggiore trasparenza, efficienza e snellezza delle procedure. Introdurre meccanismi di controllo valorizzando quelle minoranze della rappresentanza che non trovano voce o spazio in un sistema eccessivamente autoreferenziale. In prospettiva, la Fondazione va lasciata agli iscritti attivi: il prezioso contributo di coloro che sono in quiescenza dal mondo del lavoro è già egregiamente previsto e rappresentato per statuto dall’Osservatorio pensionati».

 

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