«Medici ed odontoiatri specializzandi e dottorandi versano a “Inps 2” per anni il 24% delle loro borse di studio in forma di contributi, e versano anche all’Enpam per la pensione. Pagano due volte pur percependo redditi bassi, al punto da dover fruire del bonus di 200 euro quando non di 350. Sette mesi fa AIO ha sollevato il problema per anni sottaciuto dalle associazioni di categoria più rappresentate in ambito previdenziale. E finalmente, dopo aver preso in carico la nostra richiesta, la Fondazione sta compiendo passi istituzionali per dare una risposta ai giovani colleghi». Danilo Savini segretario generale degli Odontoiatri AIO commenta positivamente l’annuncio del presidente Enpam Alberto Oliveti di un’iniziativa per consentire di ricongiungere i contributi versati dallo specializzando e dal tirocinante in medicina generale alla gestione separata Inps. Dopo la sentenza della Cassazione e quella della Corte d’Appello di Milano secondo cui tali contributi sono ricongiungibili ai versamenti in Enpam, Oliveti trova giusta la richiesta di due associazioni di specializzandi di aprire un tavolo ai ministeri competenti per risolvere il problema della frammentazione contributiva: «Non ha senso – afferma – che un medico iscritto sin dal momento della laurea, e talvolta anche da prima, sia costretto durante gli anni di specializzazione a versare anche alla gestione separata dell’Inps, dove poi non contribuirà mai più nel corso della sua vita professionale».

La dichiarazione giunge mentre oltre 13 mila fra specializzandi e tirocinanti hanno fin qui fatto domanda alla Fondazione per il bonus da 200 euro cui si aggiunge un plus di 150 euro se ricorrono gli estremi. Enpam li erogherà se il ministero del Lavoro dà il permesso ma intanto si può fare domanda nell’ area riservata al sito www.enpam.it entro il 30 novembre. La domanda è per i 200 euro se nell’anno d’imposta 2021 (dichiarazione dei redditi 2022) si sono percepiti meno di 35 mila euro annui, per i 200 +150 euro se si sono percepiti meno di 20 mila euro.

Ignazio Pizzo segretario sindacale AIO Palermo ricorda come l’Inps fino ad oggi abbia rigettato il dettato della legge 45 del 1990, secondo cui tutti gli iscritti a forme obbligatorie di previdenza – liberi professionisti inclusi – hanno il diritto alla ricongiunzione perché la legge non riguarderebbe la gestione separata, dove il calcolo della pensione avviene con sistema di calcolo contributivo: se la ricongiunzione avvenisse in una cassa con sistema di calcolo più favorevole al professionista (ad esempio retributivo) si rischia un maggior esborso per l’istituto pubblico. «Con tale motivazione nel febbraio 2020 tra le tante domande di ex specializzandi, dottorandi ed assegnisti di ricerca fu rigettata anche la mia dopo che avevo fatto domanda di ricongiunzione in Enpam e l’Enpam aveva scritto all’Inps, ottenendo risposta negativa», testimonia Pizzo. «Nello stesso calderone ci sono però decine di migliaia di lavoratori e di giovani, e non soltanto in area medica; il problema coinvolge infatti i dottorandi e specializzandi di area non medica: avvocati, commercialisti, ingegneri e tutti gli altri liberi professionisti, che insieme hanno chiesto ad Oliveti di interessarsi anche in qualità di presidente dell’ADEPP, l’associazione di tutte le casse pensionistiche private».

Foto sopra, a sinistra Ignazio Pizzo, a destra Danilo Savini.

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