Enrico Lai per quasi 20 anni Tesoriere dell’associazione Italiana Odontoiatri e tuttora responsabile dell’ educazione continua in AIO e in FDI, cagliaritano, motore del grande congresso internazionale AIO biennale di Chia (il prossimo sarà a giugno 2021) classe 1969, dentista libero professionista è alfiere di una visione dell’odontoiatria molto vicina alle istanze della libera professione. E’ tra i candidati della lista per una “Libera Professione Sostenibile Oggi e Domani” che presenterà anche candidature AIO per la rappresentanza odontoiatrica in Quota b – Libera professione all’Assemblea Nazionale e nelle Consulte.
Dottor Lai, come ha deciso di interessarsi attivamente alle tematiche pensionistiche? «La libera professione è uno sbocco naturale per l’Odontoiatra. Negli anni Ottanta fresco di diploma liceale classico, mi ero iscritto a Medicina, ma dopo un anno ho capito che la strada era “essere dentista”, ho superato l’esame e sono partito in quarta, cercando di rappresentare dove potevo le richieste dei miei colleghi, della mia categoria, in AIO locale e Nazionale, poi con l’Ordine di Cagliari come anche nelle associazioni europee e mondiali. Sviluppando doti di contabilità e capacità organizzative. Quelle servono quando si gestiscono risorse non proprie. E serve onestà, sapere cosa fare e volerlo realizzare nei tempi più brevi».
Quali sono a Suo avviso i problemi della libera professione? «Innumerevoli. Siamo falcidiati da adempimenti tributari la cui aggressività si vede soprattutto adesso in tempi di coronavirus. L’aliquota che ci viene richiesta come liberi professionisti in Enpam necessita di un diverso atteggiamento, più propositivo e concreto, nelle fasi di calamità dove occorre mettere mano all’assistenza agli Iscritti».
Quali sono gli interventida attuare sull’Enpam e in quale dei punti della campagna si riconosce di più?«C’è una leadership molto compente ma non c’è ricambio e ciò fa pensare che non ci siano alternative alle scelte fatte. Invece ci sono. E con me c’è una squadra di grandi potenzialità che rappresenta il nuovo perché non ha mai partecipato alle scelte in Enpam. Nell’attuale gestione Enpam vedo eccessivo rigore, irrigidimenti, come se fosse una piccola “Unione Europea” che ha timore a “dare”. Non è più tempo, di fronte a una crisi epocale della libera professione».