L’odontoiatria pubblica in Italia potrebbe non avere un futuro. Quest’anno, in assenza di uno specifico provvedimento, non pare possibile il convenzionamento con le Asl dei laureati in odontoiatria che non abbiano anche conseguito una specializzazione. Due anni fa è stato siglato l’attuale Accordo Nazionale per la Specialistica Ambulatoriale, pubblicato poi in pieno lockdown il 31/03/2020. A causa di una norma inserita nella convenzione degli specialisti ambulatoriali, quello che era uno sbocco naturale per gli odontoiatri è diventato un territorio off limits. Francesco Occipite Di Prisco segretario Associazione Italiana Odontoiatri Latina pone due domande provocatorie: «La restrizione vale anche per chi era in graduatoria prima dell’entrata in vigore dell’accordo? E In ogni provincia italiana le centinaia di odontoiatri che avevano accumulato negli anni punteggi per conseguire la titolarità di una convenzione non possono più candidarsi alle nuove graduatorie? Anche se i sindacati incoraggiano i nostri colleghi a tentare, e a creare quantomeno un “casus belli”, molti comitati zonali delle Asl preannunciano che saranno rigettate eventuali richieste di laureati in odontoiatria. A meno di avere una specializzazione, ad esempio in chirurgia orale od ortodonzia: un diploma che, numeri alla mano, è appannaggio di pochi. Mentre il servizio odontoiatrico serve a molti cittadini, tendenzialmente a tutti. E le specializzazioni esistenti non migliorano le capacita di offrire cure conservative, endodontiche, parodontali, protesiche… La laurea in Odontoiatria è già una laurea specialistica!»

«Dopo due anni che il caso è stato sollevato e che anche il viceministro della salute Pierpaolo Sileri ha annunciato di volerci metter mano, siamo ancora fermi al punto di partenza», sottolinea Occipite Di Prisco. Contro l’incompatibilità, residuo di inesattezze nella redazione della legge Balduzzi e della precedente legge 483/97 sui requisiti d’ammissione ai concorsi pubblici, il presidente AIO Fausto Fiorile ha più volte in passato portato all’attenzione del Gruppo Tecnico del Ministero della Salute l’evidenza secondo cui «nel convenzionarsi con il Servizio sanitario nazionale l’odontoiatra va considerato specialista senza bisogno di ulteriori specializzazioni. Infatti il lavoro che gli si chiede soddisfa le richieste del servizio, che altresì in assenza di ricambio si estinguerebbe». Oggi il Presidente Nazionale AIO si richiama anche al nuovo Tavolo sull’Odontoiatria Pubblica e Sociale istituito al Ministero e guidato dal professor Enrico Gherlone. Dove ha già sottolineato l’urgenza della questione. «Tutti gli ingredienti per una soluzione condivisa ci sono, anche se la situazione è articolata e complessa. La scadenza delle domande al 31 gennaio è un ulteriore segnale inequivocabile che il tema va affrontato senza un minuto da perdere».

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