La brutta notizia è arrivata: i professionisti sanitari – e con loro tutte le professioni legate a un Ordine – sono esclusi dal contributo a fondo perduto previsto dal decreto legge rilancio appena approvato in Consiglio dei Ministri. Al “tesoretto” possono accedere gli altri lavoratori autonomi titolari di partita Iva non iscritti a casse di previdenza obbligatorie e le imprese. «Una disparità di trattamento probabilmente intenzionale ma anche un clamoroso autogol», dice Fausto Fiorile, presidente nazionale di Associazione Italiana Odontoiatri. «Siamo veramente stufi e valutiamo forme di protesta clamorose. Non si può escludere una pesante manifestazione di 56 mila Odontoiatri e perché no, di tutta la filiera davanti a Montecitorio. Quando il decreto sarà in fase di conversione la nostra voce si leverà alta. Il nostro settore, che provvede alla salute orale e alla prevenzione di tutti gli Italiani, attraversa una grave crisi e non merita un governo Conte che sembra proprio non volere la sua ripresa».

L’agevolazione prevista dal Governo consente di tirare il fiato a chi ad aprile ha fatturato oltre un terzo in meno di quanto introitato lo stesso mese dello scorso anno. Il contributo governativo è calcolato in percentuale sul decremento di fatturato: per soggetti che hanno totalizzato nel 2019 ricavi o compensi entro i 400 mila euro arriva al 20% mentre scende al 15% per chi ha avuto ricavi o compensi nel 2019 compresi tra 400 mila e un milione di euro. Sarebbe stato un soffio d’aria pura per chi ha dovuto chiudere lo studio odontoiatrico per due o più mesi e vive una ripartenza non certo  “sprint”. «Le agevolazioni devono essere dirette a tutti. Molti di noi in questi mesi hanno continuato a pagare lavoratori, fornitori, senza portare a casa una lira», sottolinea Fiorile. «AIO ha scritto al Ministro dell’Economia Gualtieri già prima dell’uscita del decreto. Tutti sforzi inutili. La versione definitiva esclude tutti i professionisti nonostante le gravissime difficoltà di questa ripresa. Il governo rischia grosso. Rischia di fermare il paese tra le proteste».

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