Dopo inflazione e prospettiva di costi certificativi non ininfluenti, un’altra tegola si aggiunge nell’acquisto di manufatti protesici, ortodontici e di altro tipo per i pazienti dell’odontoiatra. Si chiama Iva e, anche se agevolata, è un problema, come dimostra la risposta dell’Agenzia delle Entrate numero 6 data il 10 gennaio scorso ad un interpello.

Per l’Agenzia, se il dentista acquista un allineatore od una protesi da una società intermediaria subisce un aggravio Iva pari al 4% del prezzo del bene, differentemente che se l’acquista direttamente dall’odontotecnico. Infatti, la società non è esercente arte ausiliaria della professione sanitaria di odontoiatra. Al contrario dell’odontotecnico che non appone Iva, non può applicare l’esenzione IVA in base al DPR 633/72. Infatti, trattandosi di intermediario/distributore, è tenuta ad applicare l’imposta. Quest’ultima interessa sia la realizzazione di manufatti su commissione del medico sia la loro riparazione commissionata da medico o privati cittadini. Si tratta di prestazioni propedeutiche alle prestazioni sanitarie rese dal medico dentista e ad esse “strettamente e funzionalmente connesse”.

«Sebbene si tratti d’imposta agevolata, l’Iva addebitata dalla società intermediaria comporta un aggravio di costo non “scaricabile” per il dentista che si va ad aggiungere ad altri aggravi dovuti al peso dell’inflazione su energia e materie prime occorse per fabbricare il bene acquistato, ed in prospettiva ai costi della certificazione che i fabbricanti di dispositivi saranno chiamati a conseguire in ambito comunitario ai sensi del regolamento UE 745/2017», afferma il segretario di Associazione Italiana Odontoiatri Danilo Savini. «Sulla prestazione dell’odontoiatra va dunque addensandosi una congerie di oneri aggiuntivi di cui è probabile che le tariffe finali per i pazienti tengano purtroppo conto. Associazione Italiana Odontoiatri ha appena fatto presente il problema nel gruppo di lavoro sui Medical Device al Consiglio Europeo dei Dentisti sostenendo con tutto il CED una transizione più lunga ai nuovi ed onerosi obblighi richiesti dal MDR, il Regolamento Dispositivi Medici della UE».

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