Studio aio campania: pazienti troppo rassegnati su prevenzione dentale
Dati allarmanti sullo stato di salute dei denti, l’abitudine all'igiene orale e i corretti stili di vita vengono dallo screening effettuato su un campione significativo della popolazione campana il 22 e 23 marzo scorsi negli stand allestiti davanti al Santuario della Madonna di Pompei e in alcune residenze locali in collaborazione con Regione Campania e Asl Na 3 per celebrare il World Oral Health Day. Nelle interviste elaborate da Associazione Italiana Odontoiatri – e annunciate già a Novembre 2013 a Torre del Greco in un incontro di formazione comune per Odontoiatri, Medici di Famiglia, Igienisti Dentali e Pediatri – si riscontra disinformazione specie in età scolare. Emerge poi dalle interviste una sorta di "fatalismo" nella lotta alla carie ed alle malattie parodontali.
«Denti cariati, accumuli di tartaro, gengive sanguinanti, denti mancanti, necessità di portare la dentiera anche in età relativamente giovane, sono cose “normali”, come se per le patologie odontoiatriche non vi fossero possibilità di prevenzione e di cura», ammette Pasquale Comentale, Presidente AIO Campania. L'attenzione all'igiene, bassa tra i 6 ei 12 anni, risale lievemente al crescere dell'età, e così le visite periodiche dal dentista e le terapie. Ma solo il sopraggiungere di dolore, movimento dentale, alitosi, sangue dalle gengive porta il paziente dal dentista. Nei giovani fino a 20 anni emerge poi, oltre alle solite cattive abitudini (fumo, alcol, scarsa attività fisica), disattenzione alla prevenzione, alla dieta corretta e ad una adeguata idratazione; l’atteggiamento cambia all'insorgere dei primi problemi del cavo orale e della salute generale». Quanto alla figura dell'Odontoiatra, «è dipinta come ambigua, quasi non fosse una professione sanitaria. Gran parte degli intervistati confonde l'odontoiatria con l'odontotecnico. Molti intervistati dichiarano di non aver mai fatto una visita odontoiatrica o di non avere un Odontoiatra di fiducia».
«A Pompei abbiamo raccolto 3 mila visitatori e raggiunto un obiettivo che è andato al di là delle attese, grazie alla collaborazione tra istituzioni (Asl Na 3, Curia, Comune, Scuole e Casa di riposo), associazioni (AIO e AISO) e, naturalmente, alla popolazione che ha sentito il problema. Porteremo in Regione e al Ministero della Salute i risultati dello screening sia per trovare soluzioni a presidio dei livelli essenziali di assistenza odontoiatrici, con particolare riguardo alla prevenzione, sia per coinvolgere scuole e Ministero dell'Istruzione in progetti di educazione sanitaria», spiega il Segretario Nazionale AIO Raffaele Sodano. «I prossimi passi saranno ufficializzati il 30 e 31 gennaio 2015 nelle Giornate campane della prevenzione globale (titolo: "La salute inizia dalla bocca"), evento destinato a tutte le categorie sanitarie e in particolare a chi si occupa di prevenzione e corretti stili di vita, alla presenza di relatori dei mondi politico, sanitario, universitario.
Numero programmato sì o no? Pro e contro della selezione degli studenti all’ingresso a Medicina, Odontoiatria e Veterinaria sono stati snocciolati alla tavola rotonda sull’accesso ai corsi universitari ad indirizzo medico tenuta al Revolution Camp di Paestum il 1° agosto dall’UDU- unione degli studenti universitari. Circa 900 ragazzi per 12 giorni si sono confrontati sui temi del lavoro; all’incontro, moderato da Alessio Portobello (UDU), hanno preso parte il segretario AIO Raffaele Sodano, il Vice Presidente Fnomceo Luigi Conte, Guido Cozza di CGIL Medici e l'avvocato Michele Bonetti (da sinistra nella foto Bonetti, Sodano, Portobello, Cozza e Conte).
Da una parte, come evidenzia Conte, limitare gli ingressi in ateneo crea più chance di lavoro, e “blindato”, a chi entra, porta a bassi indici di abbandono (5% contro una media del 15% delle altre facoltà), e a lauree in tempi canonici per l’80% degli studenti. Infine, calmiera i costi della formazione. Dall’altra, nota Cozza, il test d’ingresso è una lotteria malfatta («intorno alla quale si realizza sempre più un vero e proprio business tra corsi privati e date diverse di concorsi a pagamento») aggirata dai ricorsi e dall’emigrazione dei nostri studenti nei paesi dove non c’è selezione.
Un po’ di storia – La selezione non è un obbligo europeo, anzi s’è salvata per il rotto della cuffia con la sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo del 2 aprile 2013 che lo ha ritenuto non inammissibile. Pratica imposta negli anni Novanta nelle Facoltà professionalizzanti di alcuni paesi dell’Unione Europea, è stata ammessa in Italia ufficialmente dalla sentenza della Corte Costituzionale 383/98. Nessuna direttiva Ue vincola il nostro paese a selezionare chi accede nelle facoltà, anzi i ricorsi ai Tar sono spesso accolti con ammissioni in sovrannumero per i ricorrenti, come sta avvenendo di fronte ai ricorsi Udu dopo il test dello scorso aprile. La selezione non piace in primo luogo all'università come afferma lo stesso avvocato Bonetti sottolineando il tramonto della cultura dei quiz negli stessi Usa: dalla disamina di Bonetti emerge come alcuni atenei (Università Cattolica Roma, Biocampus, San Raffaele) offrano il test in data diversa da quella canonica dando un'altra opportunità a chi ha già risposto ai quiz. Del resto, ricorda Sodano, i primi a chiudere un occhio sui ricorsi furono proprio gli atenei, verosimilmente per aumentare il numero di iscritti. Tuttora le università italiane sono all’origine fenomeni di aggiramento quale l’anomalia – sollevata da AIO in Fnomceo – della sede distaccata di Tor Vergata a Tirana, dove docenti italiani, insegnano, ben pagati e fuori dalle norme Ue, anche a italiani. Risultato? Alla Cao Roma – come riporta l'avvocato Bonetti – nel 2013 a fronte di 60 iscrizioni ben 35 sono state da università straniere. La “reazione” c’è e pesa su studenti e corsi di laurea che nulla c’entrano. Alcuni atenei hanno reso a numero chiuso corsi non medici, mentre la disoccupazione giovanile è al 43,7%. In grandi città come Palermo l’accesso a Lettere e Giurisprudenza è oggetto di selezione (con annesse accuse di familismo e classismo).
Terza via per la selezione – Conte rileva l'importanza di normare gli accessi ai corsi in base alle reali esigenze lavorative, per evitare il proliferare di disoccupati intellettuali che, a differenza di altri laureati, non hanno sbocchi lavorativi diversi dal proprio campo di formazione, ma costano molto allo Stato: un laureato in Medicina grava sulle casse statali per circa 30.000€ annui, oltre al pesante investimento della famiglia (e suo). Per Sodano resta comunque la necessità di regolare in qualche modo gli ingressi ai corsi in vista della seconda grande selezione: l'ingresso alle scuole di specialità italiane, sempre più restrittivo: «I mondi di formazione e professione (e previdenza) non possono viaggiare distanti e finora – dice Sodano – è accaduto proprio questo. I luoghi di riflessione che fin qui si sono ritagliati la primazia della rappresentatività sono compartimenti chiusi, autoreferenziali e autolimitantisi, AIO è entrata nella casa di chi vorrebbe essere professionista domani. Al congresso politico del 22 novembre a Roma vorremmo dare prime vere risposte sugli accessi in Odontoiatria».
DDL CONTRO L'ABUSIVISMO: LA FINE DI TUTTI I MALI, O L'INIZIO DI UN PERCORSO?
Con soddisfazione seguiamo l'evoluzione dell'iter parlamentare del ddl sull'esercizio abusivo delle professioni, e non possiamo che fare un analisi positiva per la valenza sociale e politica che questo dispositivo legislativo incarna. L'inasprimento della pena per un reato che in Italia, veniva considerato, con rassegnazione, di poco valore, pone in essere un cambiamento culturale e offre numerosi spunti di dibattito che ci piace proporre per fare luce su tutti gli aspetti poco chiari della pratica professionale.
Di rilievo l'aspetto che per effetto del "concorso in reato" anche i prestanome vedranno applicate le stesse sanzioni che , ci auguriamo, fungano finalmente da deterrente per pratiche illegali.
Esistono purtroppo, segnali per pensare che l’inasprimento delle pene agli abusivi previsto dal disegno di legge omnibus sia norma meno incisiva di come sembri. Uno tra tutti? Il governo Renzi con legge 67 del 28 aprile scorso per alleggerire le carceri ha introdotto la “messa in prova”, istituto che dà ai maggiorenni imputati per reati per i quali è prevista una pena pecuniaria o sotto i 4 anni di carcere la chance di una sorta di affidamento a lavori utili per un periodo limitato, una volta espletato il quale il reato è estinto. Ne fruirà chi si è reso protagonista di reati minori. Visto che i massimi della pena sono compatibili, nel novero rientra il dentista abusivo. Di fatto, l’affidamento a un lavoro sociale (ma quale?) pone nel nulla la pena, pur inasprita, proposta dalla bozza del senato. Naturalmente questo è valido solo la prima volta , nel caso di reiterazione del reato, tale "via di fuga" non è più applicabile.
Il probabile depotenziamento dell’attesa norma del disegno di legge omnibus, dà modo al segretario dell’Associazione Italiana Odontoiatri-AIO Angelo Raffaele Sodano di tornare sul tema abusivi con tre osservazioni. «Primo, a ragion veduta pur esprimendo soddisfazione per l’approvazione in senato della norma non abbiamo levato grida di giubilo sia perché la bozza è ancora in itinere sia perché l’applicazione (e quindi la deterrenza) delle nuove pene è tutta da valutare, alla luce della "messa in prova" che se da un lato ha un'azione deflattiva sul carico di lavoro delle Procure, dall'altro sembra quasi nascondere il germe di un "indulto sistematico"».
Secondo aspetto sollevato da Sodano: «Gli odontotecnici di SNO-CNA rivendicano lo status di professione sanitaria. AIO ha osservato lo sforzo delle associazioni di tecnici di comprendere il disagio dell’odontoiatra verso le invasioni indebite di competenza, ma chiunque sia intellettualmente onesto sa che i punti di vista restano distanti; l’odontotecnico per noi è professione d’ambito biotecnologico-ingegneristico e non direttamente connessa all’assistenza al paziente né a processi di diagnosi-cura- riabilitazione. Nulla è cambiato rispetto alle nostre posizioni del 2006».
«Infine – ribadisce Sodano –AIO è contro ogni abusivismo, ma ricorda che gli abusivismi sono tanti, da chi esercita l’odontoiatria senza avere alcun titolo, a chi il titolo ce l’ha ma non ha i requisiti per esercitare. Inoltre il Nuovo Codice Deontologico non aiuta a chiarire ambiti di pertinenza della professione, come il problema, che AIO ha sollevato, su chi dirige una struttura odontoiatrica pur non essendo iscritto all' Albo odontoiatri e dunque non presentando un requisito chiave per valorizzare il team e attribuire correttamente le funzioni a chi è titolato a esercitarle. Queste riflessioni – conclude Sodano – ci impegneremo a discuterle e condividerle con tutte le forze rappresentative della professione, come AIO, per arrivare a proposte pratiche senza “filosofeggiare”».
Non c’è ancora spazio per odontoiatri che vogliano esercitare l’odontoiatria? Il paradosso s’impone dopo la vicenda accaduta l’altro ieri. La Fnomceo ha pubblicato un bando di concorso della GdF per figure mediche interne con essa convenzionate. Ebbene, ai lotti 10 e 27 per esercitare prestazioni odontoiatriche richiede specialisti in odontostomatologia laureati in medicina iscritti all’ Ordine dei Medici e specializzati
Il bando rivela che chi lo ha scritto conosce i percorsi di studio inclusi quelli alternativi alla laurea in odontoiatria che non è contemplata; la domanda va fatta entro il 14 aprile
Come segretario Associazione Italiana Odontoiatri ho scritto al presidente FNOMCeO e al Presidente dell'OMCeO Napoli: «L’omissione della laurea in odontoiatria «rappresenta non solo una pregiudiziale giuridicamente rilevante, quanto un vulnus per qualche migliaio dei vostri iscritti. Dopo le verifiche del caso, Vi prego di voler intervenire presso le Amministrazioni competenti per il blocco e la modifica del bando di cui all'oggetto». Poi, intervistato da Norberto Maccagno per il portale Odontoiatria 33 ho cercato di spiegare, se ce ne fosse bisogno!!!, la discriminazione che si produce a causa di questo bando per oltre 23 mila laureati in odontoiatria (
Per tutta risposta, il bando in effetti è scomparso dal sito Fnomceo dove si trovava al link http://www.fnomceo.it/fnomceo/showArticolo.2puntOT?id=112351 mentre si rintraccia qui: www.gdf.it/GdF/it/Bandi_di_gara/Acquisizione_di_beni_e_servizi/Accentrata/Anno_2014/info-523243869.html
Ma questo ritiro in buon ordine nella sostanza non cambia molto. La Finanza non ha fatto né meglio né peggio di quanto hanno fatto Asl & co in passato. Emblematico il caso del bando INAIL di Trento dove venivano ammesse in convenzione figure non abilitate per svolgere l'odontoiatria, che ha compreso l'errore sollecitato dalle richieste di modifica del dottor Fausto Fiorile. Mi chiedo: a chi tocca rincorrere tutti coloro che, sbagliando in buona fede ci costringono a ricorrere alla carta bollata per rivendicare diritti che dovrebbero essere consentiti di default?
Gli ordini professionali a mio avviso avrebbero il privilegio di dialogare dall'alto di un riconosciuto e più spendibile ruolo istituzionale. Nel caso specifico riterrei necessario un intervento della Federazione, non fosse altro che per riparare alla leggerezza con cui ha dato una notizia di servizio contenente un vulnus per quella quota di iscritti "diversamente abilitata"
Angelo Raffaele Sodano
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