Lo scorso 25 luglio AIFA (agenzia italiana del farmaco) ha ricevuto in dote la spinosa questione dei gas medicali che da quella data sono stati riclassificati come farmaci ricadendo appunto sotto la competenza dell’agenzia che regolamenta modi d’uso , sorveglianza , e limiti di tutte le sostanze farmaco sul territorio nazionale con funzione anche di farmacosorveglianza.
In quella data AIFA decise di classificare il protossido d’azoto come “ospedaliero” e quindi non utilizzabile in studi e ambulatori privati a partire dai primi giorni di novembre , notificando il tutto con apposita circolare alle aziende distributrici con largo anticipo (25 ottobre…) l’uso esclusivo in contesti ospedalieri a partire dai primi giorni di novembre.
L’impraticabilità della norma ha portato AIFA ad una proroga fino al 18 febbraio 2011, data oltre la quale salvo cambio delle norme non sarebbe stato possibile utilizzare tale sostanza.
La necessità di una associazione di categoria si esprime anche nel far presente al legislatore le esigenze del territoio e l’illogicità di certe norme.
Con fatica , incontri , documentazioni su assenza di rischio o tossicità , prodotte nella riunione di febbraio AIFA ha recepito le istanze di AIO (rappresentate dal Dott Poletto) e della associazioni dei sedazionisti per l’uso ambulatoriale del protossido per le tecniche di sedazione cosciente scongiurando un’anomalia tutta italiana e il ricadere sul sistema sanitario nazionale di tutti quei soggetti che hanno bisogno “di qualche cosa di più “ per sedersi sulle nostre poltrone.
Anche per questa volta è andata bene, ma la forza delle istanze nasce anche dal potere dei numeri.
Un’associazione di categoria ha lo scopo e la funzione di controllore delle istanze del legiferatore che spesso obbligato a normare campi molto diversi tra loro rischia troppo spesso di disattendere le esigenze del territorio per una effettiva difficoltà e ignoranza delle problematiche che nelle nicchie specifiche si incontrano. In questo caso AIO ha fatto la sua parte trovando la strada più lineare per risolvere un problema che avrebbe coinvolto tanti pazienti con evidenti problematiche basali.
Un grazie particolare a tutti quei soggetti che all’interno di AIFA non si sono accontentati delle risposte facili e hanno collaborato per la soluzione di questo problema.