La maggior parte degli odontoiatri sono libero-professionisti, mentre la maggior parte dei medici specialisti opera come “lavoratore dipendente” di un ospedale. Questo vale sia nei paesi ove il sistema sanitario e’ a cosiddetta dominanza pubblica, sia nei paesi ove prevale la modalita’ dell’assicurazione sanitaria privata. In Italia, si stima che gli odontoiatri che lavorano in ospedale non superino i 2.500 (il 7% circa della categoria) e che le risorse economiche spese dal SSN per l’odontoiatria oscillino tra i 700 e i 1000 miliardi l’anno. Va da se’ che, con queste risorse, il livello dell’assistenza pubblica nel campo dell’odontoiatria non possa che essere relativamente basso rispetto a quello di altre branche della medicina. A questa carenza intenderebbe porre rimedio l’introduzione dei cosiddetti “Fondi sanitari integrativi”. Ai Fondi competerebbe, infatti, il compito di “assicurare” l’assistenza odontoiatrica non erogata dal SSN. Tutto parrebbe semplice,
allora! Il punto e’ che, per assicurarsi un’assistenza odontoiatrica completa, sono necessarie risorse adeguate ed e’ pertanto difficile ipotizzare che nel breve periodo i Fondi sanitari integrativi possano risolvere il problema.

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