L’Istituto Superiore di Sanità guidato da Silvio Brusaferro ha approvato la nuova Linea guida per il Trattamento delle dipendenze da tabacco e nicotina: 104 pagine con raccomandazioni rivolte a tutti gli operatori sanitari e sociosanitari per i cittadini dissuadere dall’abitudine del fumo, rischiosa e più difficile da perdere quanto più è basso il reddito del fumatore. Destinatario del documento, pubblicato sul sito del Ministero della Salute, anche il Medico Odontoiatra. Che in effetti, come dimostrano gli studi internazionali, conosce l’abitudine al fumo dei propri pazienti ed è in una posizione chiave per proporre interventi motivazionali e farmacologici. Tuttavia, nel collegio di 27 esperti che ha revisionato la letteratura internazionale per analizzare, classificare, favorire detti interventi, ci sono pneumologi, igienisti, oncologi, epidemiologi, educatori, psicologi, rappresentanti dei pazienti, ma non rappresentanti dell’Odontoiatria.
Associazione Italiana Odontoiatri ha scritto al Ministro della Salute Orazio Schillaci una lettera dove invita a rivedere la composizione del “board” alla luce di vari elementi.
Primo, la letteratura scientifica (in terza pagina della missiva) da cui si evincono i vantaggi che avrebbero i servizi sanitari nel coinvolgere i dentisti nelle campagne anti-fumo. Secondo, la presenza di documenti internazionali per il training dei dentisti alla gestione degli interventi di dissuasione e farmacologici sui pazienti fumatori e sui loro familiari, come la Tobacco Cessation Guidance for Oral Health Professionals emanata di recente dalla World Dental Federation-FDI, che rappresenta 1,5 milioni di dentisti di 133 paesi.
Terzo elemento, forse chiave di volta, la presenza in Italia e nel resto d’Europa da 10 anni di un questionario congiunto dell’European Regional Organization della World Dental Federation ad uso del paziente, del dentista, del medico di famiglia e di cardiologo e diabetologo, dove sono raccolti i dati dei parametri biologici – in particolare del paziente parodontopatico – gli stili di vita ed un “patto di cura” con cui l’utente si impegna a modificare almeno uno dei parametri fuori norma nella sua carta del rischio adottando nuove abitudini. Tra gli autori di questa “Personal Health Improvement Card” (allegata nella lettera alla quinta e sesta pagina) figura l’attuale presidente AIO e Past-president ERO Gerhard K. Seeberger che oggi nella lettera al Ministro chiede «un confronto multi-professionale, proprio come è esempio di multiprofessionalità ed interdisciplinarità la “Carta” del 2013». E suggerisce di inserire «un esponente della Ricerca in Odontoiatria nel collegio che ha curato ed aggiornerà la Linea Guida per il Trattamento delle dipendenze da tabacco e da nicotina. «L’Odontoiatra –spiega Seeberger– è Medico della persona non solo in una parte dell’organismo ma relativamente alla prevenzione orale ed ai riflessi di quest’ultima sulla salute complessiva, dove offre un approccio al 50% clinico ed al 50% comportamentale».
Co-autore e co-firmatario della lettera è il Segretario Sindacale AIO Danilo Savini, che spiega: «Un coinvolgimento degli odontoiatri in queste operazioni è doveroso. Non solo abbiamo dimostrato durante il Covid proprio ai tavoli del Ministero di esprimere esperti nella redazione rapida di linee guida, quali le raccomandazioni contro i contagi da Covid-19 negli studi odontoiatrici. Ma è sempre più dimostrabile come l’odontoiatra, opportunamente formato, sia un veicolo rapido ed efficace nel raggiungere nei suoi pazienti la cessazione del fumo e dell’uso di nicotina».
Nella foto in alto da sinistra il Presidente Nazionale AIO Gerhard Konrad Seeberger ed il Segretario Sindacale Danilo Savini.