di Giovanni Migliano*
Sono arrivate numerose richieste ad Associazione Italiana Odontoiatri su quesiti importanti che riguardano le prospettive previdenziali della professione. Come referente per il nostro istituto di previdenza, ho ritenuto utile segnalarle al Vice Presidente Vicario Dott. Giampiero Malagnino, che mi ha gentilmente e puntualmente risposto.
Quando avremo la conferma che i contributi INPS dei dottorandi o specializzandi potranno essere ricongiunti con quelli Enpam?
“Per quanto ci riguarda, i contributi della gestione separata Inps, accumulati ad esempio durante il corso di specializzazione, possono già essere ricongiunti in Enpam. La legge 45/90, anche se precedente all’istituzione della gestione separata Inps, non esclude tale possibilità e su merito e legittimità di richieste di ricongiunzione si sono espresse diverse Corti, dando ragione a un commercialista, un consulente del lavoro e, più di recente, a un professionista iscritto all’Enpam che sono dovuti ricorrere in giudizio contro l’Inps. Non sarebbe nemmeno necessario l’intervento del legislatore, dal momento che la normativa è già presente e già interpretata da pronunciamenti concordi nelle sedi giudiziarie. Nonostante ciò, facendo domanda di ricongiunzione all’Inps è tuttavia ancora possibile ricevere un diniego e in quel caso bisogna fare ricorso”.
Si potrà coprire i primi 30 giorni di un infortunio, fondamentale per un libero professionista, senza ricorrere ad assicurazioni private?
“L’Enpam, come noto, a tutto beneficio dei liberi professionisti, ha già fatto la propria parte passando dalla copertura dal 61esimo giorno a quella dal 31esimo giorno, senza aumentare la contribuzione. ? evidente quindi che ora, se si vuole mantenere il livello di contribuzione attuale, occorre rifarsi a un’assicurazione privata e fare dunque in proprio uno sforzo di carattere economico. Come accade ad esempio per i medici di medicina generale che si sono dotati di una copertura assicurativa che copre i primi 30 giorni e per la quale la categoria versa uno 0,72% del proprio fatturato. Una procedura che ha anche una convenienza economica: i risarcimenti assicurativi sono infatti esentasse”.
Sarà possibile riparametrare i contributi in proporzione all’utile delle quote visto che il nostro Fondo (quota B) non è stato aiutato dagli altri mentre noi continuiamo a mantenere l’attivo anche per loro?
“Per onestà intellettuale bisogna sottolineare innanzitutto che attualmente i contributi di Quota B, a parità di versamenti, rendono di più di quelli di iscritti ad altre gestioni Enpam. Possono contare infatti su un’aliquota di rendimento proporzionalmente più elevata rispetto all’aliquota contributiva. Detto ciò, è noto che i saldi previdenziali dipendono da dinamiche demografiche che si manifestano in tempi diversi a seconda delle categorie. La Quota B, essendo un fondo giovane, nato negli Anni Novanta, manifesterà le sue difficoltà più avanti nel tempo. Di converso, oggi la medicina convenzionata sta avendo un periodo di gobba previdenziale. In futuro però questo trend si invertirà, considerando che i pensionamenti dei liberi professionisti cominceranno ad aumentare considerevolmente. A quel punto i rapporti si ribalteranno, con la medicina convenzionata che, superata la crisi attuale, diventerà trainante anche per la Quota B. In generale, questo significa che la sostenibilità dei fondi Enpam deve essere guardata sempre nel suo complesso e su periodi di lunga gittata. Ad esempio la gestione degli Specialisti esterni, a cui la Quota B – come altre gestioni – aveva prestato dei soldi, ritornerà in attivo grazie agli ultimi interventi previdenziali e restituirà tutto”.
L’ENPAM si è dimostrata concretamente vicina ai colleghi sia nella pandemia, sia nelle alluvioni che hanno colpito alcune zone. Di questi quali sono stati poi effettivamente efficaci e quali potrebbero essere valutati per eventuali esigenze future? Come hanno risposto i colleghi?
“Tutti gli interventi messi in campo dall’Enpam sono stati molto apprezzati e richiesti. Un segno evidente della loro efficacia. Viceversa, per quanto riguarda le misure varate dalla Stato in maniera indistinta per tutte le categorie di liberi professionisti, non tutte hanno dimostrato la stessa validità. Un esempio su tutti: l’anno bianco contributivo (esonero contributivo per i cali di fatturato avvenuti nel 2020 con la pandemia?), che ha ricevuto un numero di domande nettamente inferiore alle aspettative. E questo perché quando è lo Stato a fissare dei paletti in maniera generalizzata rischia di non intercettare i reali bisogni delle categorie professionali. Di certo per noi è stato invece un grande successo essere riusciti durante la pandemia a difendere gli interessi dei professionisti dotati di casse previdenziali private, e a convincere il governo a finanziare interventi specifici anche per loro”.
Perché la quota B degli specialisti esterni può essere “a scelta” e non per gli altri contributori quota B? Lasciamo stare il 4+2% che già gli versano i sostituti d’imposta…
“Tutti gli iscritti Enpam che hanno un’altra gestione previdenziale obbligatoria hanno la possibilità di chiedere di pagare la Quota B al 50%. Questo riguarda gli specialisti esterni così come tutti gli altri: specialisti ambulatoriali, medici di medicina generale o dipendenti. La ragione è chiara: si tiene conto del fatto che questi contribuenti hanno già una base previdenziale certa. Per chi invece ha la gestione della libera professione dell’Enpam come unico fondo previdenziale è evidente che la contribuzione minima debba essere quella del 19,5% perché al di sotto di questa ci sarebbe un problema di adeguatezza delle pensioni. Teniamo conto poi che nel caso dell’Enpam la contribuzione è ridotta davvero all’osso, considerando che, per esempio, un libero professionista che non ha una cassa previdenziale dovrebbe pagare come minimo il 26,23 % all’Inps”.
Alcuni studi legano le società di capitali in odontoiatria a prezzi finali più alti per i pazienti. Un recente report della Berkeley University, California, parla di incrementi dei costi tra 1,5 e 3 volte. Queste società crescono a spese degli studi monoprofessionali, ma rispetto ad essi chiedono di più, affrontano costi inferiori, competono per la stessa platea di pazienti, contribuiscono meno. Come intende agire Enpam?
“L’Enpam ha sempre messo in guardia dai rischi connessi all’esercizio della professione medico-odontoiatrica in forma societaria, perché fiumi di fatturato spesso si trasformano in rivoli di contributi. Nei prossimi mesi si intensificherà l’azione di verifica proprio sulle società che svolgono attività odontoiatrica, perché nel 2019 è stato messo in riscossione per il primo anno il contributo dello 0,5% sui fatturati, e gli uffici Enpam di certo non lasceranno scattare la prescrizione. Per quanto riguarda i pazienti va citato il lavoro fatto a livello di Fondo sanitario integrativo che a sua volta ha dato vita alla società di mutuo soccorso Salute Mia; partendo proprio dall’assistenza anche odontoiatrica verso la stessa platea di iscritti Enpam, si cerca di fissare degli standard di assistenza compatibili con il diritto dei professionisti a un compenso equo”.
La proposta AIO è permettere ai contribuenti con i figli disabili di avere appoggi o riduzioni sulla quota A o B! Cosa ne pensa?
“Se si diminuissero i contributi agli iscritti con figli disabili, paradossalmente si danneggerebbero proprio loro. Questo perché le tutele previdenziali, come ad esempio la reversibilità o le pensioni indirette, sono calcolate in percentuale alle pensioni maturate. E si consideri che i figli inabili – e anche i nipoti inabili, se vivono a carico del nonno – mantengono la pensione di reversibilità a tempo indefinito, e non solo fino a 21 anni o massimo 26 anni come nei casi generali. Quindi, se si paga meno si riceverà una pensione più bassa e quindi a cascata il danno sarebbe proprio per chi ha più bisogno, e per sempre. Viceversa quello che l’Enpam ha fatto è rendere più facile l’accesso ai benefici assistenziali a chi in famiglia ha delle condizioni di disabilità. Tant’è vero che i limiti di reddito per accedere a questi benefici si innalzano notevolmente se ci sono situazioni di questo tipo. Quindi contribuzione al pari di tutti, ma maggiore facilità di accedere ai benefici e di conservarli”.
Nella foto, a sinistra Giovanni Migliano (AIO), a destra il Vice Presidente Enpam Giampiero Malagnino
* Referente ENPAM di AIO