IL PRESIDENTE AIO DEL VENETO
INTERVISTA IL PRESIDENTE NAZIONALE AIO SALVATORE RAMPULLA
« SE IL TESTO DELL’ACCORDO RIMARRÀ QUESTO, AIO NON FIRMERA’ »
 
di Domenico Del Monaco
 
Sono a Bolzano per visitare la mostra del nuovo museo di arte moderna e non poteva capitare una migliore occasione per incontrare, al termine della giornata, il presidente nazionale dell’AIO, Salvatore Rampulla, all’indomani del suo incontro a Roma con i funzionari del Ministero del Welfare sul tema della cosiddetta “odontoiatria sociale”. L’appuntamento è in piazza Walther nell’accogliente e confortevole caffetteria che domina la piazza affollata dai turisti anche la sera.
 
D. Quale è stato presidente, il clima dell’incontro di Roma al Ministero?
R. Sereno, molto cordiale e aperto al confronto ma nella sostanza già incardinato su un percorso definito che non ha concesso molti spazi alle nostre considerazioni.
D. Abbiamo letto nel comunicato AIO di venerdì 18 luglio che nessuna delle proposte da te avanzate è stata accolta. In che senso allora c’è stato un confronto?
R. La sensazione che io e Seeberger abbiamo avuto è stata che si volesse procedere in fretta verso un accordo che dovrebbe arrivare entro la fine del mese o comunque prima delle ferie estive. Le nostre argomentazioni sono state ascoltate e verbalmente condivise, anzi molto apprezzate ma, non rientrando in questo percorso di cui parlavo prima, non hanno prodotto effetto.
D: AIO aveva presentato nei giorni scorsi un documento su questo tema, mi sembra…
R. Ci era stata comunicata la data dell’incontro di giovedì 17 solo il giorno 11 e il documento AIO l’ho presentato nelle mani del prof. Gherlone lo stesso giorno dell’incontro perché non ci sono state altre possibilità di contatto con il Ministero.
D. Quindi il documento che hai consegnato non è stato neppure letto ?
R. Tutte le 5 pagine del documento da noi presentato sono state lette da me personalmente ai Membri della Commissione Ministeriale, che hanno ascoltato con attenzione e concentrazione, facendo talvolta cenni di assenso con la testa. Alla fine abbiamo sviluppato uno scambio di opinioni sulle nostre proposte. Il fatto è che se pur la cortesia e la reciproca attenzione non è mai mancata non c’erano i mezzi per modificare l’impianto di un accordo che era stato in gran parte già definito. Voglio dire che i nostri interlocutori non avevano la possibilità di negoziare con noi questo o quell’aspetto per il semplice fatto che il nostro incontro non aveva il carattere di un negoziato. Siamo stati informati di un progetto che il Ministero vuole varare e a quel progetto ci è stato chiesto di partecipare. Punto e basta. Va detto ad onor di cronaca che su alcuni punti abbiamo avuto una ampia condivisione della Commissione Ministeriale, specie sulla prevenzione del Carcinoma Orale e sulla lotta all’abusivismo.
D. Ma allora perché questi punti proposti da AIO non sono stati inseriti nell’Accordo?
R. E’ la stessa cosa che abbiamo chiesto, Seeberger ed io senza troppi giri di parole: “Se li condividete, scriviamoli nell’Accordo”. Ci è stato invece risposto che non era possibile mettere in un accordo tutto lo scibile dell’odontoiatria e che al momento l’interesse del Ministero era puntato a far partire questo accordo con le tariffe “calmierate”. Abbiamo risposto che ci lasciava molto perplessi una condivisione manifestata solo a parole e che non poteva essere messa per iscritto…
D. Quindi se c’è stato assenso, almeno di principio, sulla lotta all’abusivismo e sulla prevenzione del carcinoma orale , quali sono stati gli elementi non condivisi?
R. I due principali elementi di non condivisione sono stati le tariffe, che noi chiedevamo di omettere, e le agevolazioni fiscali che al momento non sono previste. Abbiamo più volte ribadito che siamo disposti a condividere un documento programmatico per POI stabilire gli onorari e contemporaneamente le agevolazioni fiscali per chi aderisce.
D. In sostanza mi sembra di capire che l’incontro sia stato non molto costruttivo.
R. Io spero di no, nel senso che abbiamo seminato e quando si semina è difficile raccogliere contemporaneamente. Certo, quando Seeberger ha spiegato, in base alla esperienza accumulata in qualità di ns. rappresentante agli esteri e come vice presidente dell’ERO, che progetti analoghi erano stati già varati in altri paesi europei e negli USA producendo effetti disastrosi, ci saremmo aspettati da chi ha spirito critico che si soffermasse a pensare e dicesse: verifichiamo, approfondiamo e poi decidiamo. Noi abbiamo registrato invece che al di là di una sensibilità personale, che riconosciamo e apprezziamo, la delega che avevano i nostri interlocutori non prevedeva questa possibilità.
 
Nel frattempo il cameriere ci serve un apfelsrudel molto speziato che noi accompagniamo con un bicchiere di marzemino dolce. La serata è calda e il vino forse non è stata la scelta migliore. Comunque mi aiuta per tornare alla carica e chiedere al presidente:
 
D. La decisione di non sottoscrivere questo accordo ti ha amareggiato?
R. No affatto, perché noi vogliamo essere coerenti con i nostri principi e i nostri colleghi si attendono da noi questa coerenza. Come avevamo criticato l’accordo di fine anno 2007 tra l’ex ministro della Salute Turco e Andi, critichiamo oggi, per gli stessi motivi, questo tra il ministro Sacconi, CAO (se dovesse firmare) e rappresentanze sindacali. Certo sorprende vedere che un governo così diverso da quello che lo ha preceduto dimostri scarsa fantasia utilizzando analoga metodologia di intervento, quasi gli stessi contenuti e, in alcuni passaggi, addirittura lo stesso testo!
D. Beh, qualcuno potrebbe dire che i contenuti non cambiano perché il problema è lo stesso.
R. Si, è vero il problema è lo stesso ma, a seconda della analisi che ne viene fatta, cambia il modo di affrontarlo e noi abbiamo proposto una chiave di lettura diversa proprio perché convinti che questa che si vuole seguire sia sbagliata.
D. C’è qualcosa di cui ti sei rammaricato in questi giorni?
R. Si. Mi è dispiaciuto molto che il clima positivo e di relazione personale che si era instaurato tra noi non abbia potuto tradursi in un vero confronto, proprio per fare chiarezza sul tema dell’odontoiatria che ritengo ancora oggetto di molti equivoci anche per una cattiva informazione che lo pervade e che noi non riusciamo a superare.
D. Insomma una occasione mancata?
R. Esatto, proprio così ma io non dispero.
D. In conclusione, presidente, c’è stata una “rottura” con l’Istituzione oppure vi siete lasciati con un “arrivederci”?
R. Non c’è stata alcuna rottura da parte di nessuno anche perché noi abbiamo più volte riaffermato la sensibilità di AIO alla tematica sociale ma questa deve trovare spazio nel rispetto di una professione dignitosa. Per questi motivi AIO ha avanzato l’ipotesi di ritrovarci discutendo prima di tutto delle finalità che vogliamo perseguire e se, come credo, saremo d’accordo sugli obbiettivi, decideremo, successivamente insieme, i mezzi con cui arrivarci. Se però il testo dell’Accordo rimarrà questo, AIO NON FIRMERA’.
 
Vedo il presidente convinto delle scelte effettuate e determinato a procedere per questa strada.
Ormai è tardi e io lascio il mio ruolo di giornalista improvvisato per riprendere quello di socio AIO del Veneto. Gli stringo la mano con calore e lo saluto soddisfatto e persuaso che Salvatore Rampulla ha fatto la scelta giusta per tutti noi dentisti esclusivisti. Grazie presidente. Il tempo ti darà ragione.
 
 
Bolzano sabato 19 luglio 2008

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