É dal primo giorno di università che non vedi l’ora.. che aspetti il momento.
Poi finalmente la laurea, l’esame di stato e ti senti in pista. Cosa ti manca?nulla. Sei giovane,pieno di energie anche sei consapevole che gli studi conseguiti non ti hanno preparato al 100% per affrontare questa attività ti senti comunque un vincente. Ti senti pronto insomma! Già sai che dovrai frequentare dei corsi di formazione ma la cosa non ti spaventa. A dire il vero un po’ ti spaventi quando vedi i costi ma..pazienza, è quello per cui hai studiato e nulla ti fermerà!

Quante cose che non sapevo quante cose che non mi han detto…

dopo circa quattro anni che faccio questo lavoro, e i colleghi più anziani di solito mi correggono dicendo”solo quattro anni che fai questo lavoro” mi senti di poter fare un primo punto della situazione. O meglio, della mia situazione e di come ho trovato il mondo odontoiatrico dopo quel fatidico esame di stato.
Un po’ deludente.
Una volta laureato ti senti il padrone del mondo e sei pieno di voglia ma quando ai tuoi curricula rispondono solo “società” per proporti direzioni sanitarie e quando ti rendi conto che l’attività per la quale hai studiato si sta snaturando cerchi di capire i motivi.
Oggi sul mercato ci sono le solite società di tecnici più le “service” più i franchising. In più c’è la crisi, c’è l’euro e come se non bastasse c’è il testo unico da assolvere e poi c’è la Slovenia, la Romania,la Bulgaria una liberalizzazione talvolta selvaggia a “favore dei consumatori”,la globalizzazione e tutti i programmi televisivi a darci contro perchè siamo i dentisti più cari d’Europa! Perchè in Bulgaria le otturazioni costano meno, manco si parlasse di Mc Donald! Più le tasse. Perchè non solo siamo i più cari d’Europa ma anche la categoria più disgraziata per quanto riguarda l’evasione delle tasse!

A questo si aggiungono le ansie lavorative, le responsabilità, i pazienti mai contenti e disinformati ma, attenti su tutto. Perché oggi c’è internet e ti chiedono:<< dottore ma il perno è in fibra di vetro o di carbonio?”.insomma un odontoiatra giovane oggi si sente in mezzo a una giungla e quando si rende conto che le autorità e gli organi competenti non comunicano per il bene della collettività ma SANZIONANO e basta dando poche risposte lo scoramento diviene elevato, ci si rende conto che in questa giungla non siamo quei leoni vincenti che ci eravamo illusi di essere! Allora cerchi di correre ai ripari cerchi di migliorare la tua capacità clinica spendendo ancora di più in corsi e acquisti libri sul marketing odontoiatrico e allora pensi a mettere un plasma nel tuo studio dentistico perché, non prendiamoci in giro, anche l’occhio vuole la sua parte…
Ma non basta!

Oggi c’è internet e grazie a questo stupendo mezzo giro in cerca di idee ma anche di conforto per vedere chi la pensa come me e anche alla ricerca di “referenti” lavorativi più anziani che mi imbottiscano di consigli. Una volta navigando in rete in quei siti dove si straparla dei dentisti trovo un articolo scritto da un connazionale che in vacanza con la ragazza in una repubblica baltica si imbatte in uno studio dentistico e lo descrive.
Descrive di una donna che ti visita in sala d’attesa e ti fa un preventivo subito e che subito ti ottura i denti. Dice che <<questo studio non è pieno di roba inutile come i dentisti italiani qui ci sono le cose necessarie:la poltrona, perchè qui i dentisti non “rubano”>>. Va via contento e con i soldi risparmiati dice, ho mangiato una pizza anche buona.
Sono contento che abbia trovato una pizzeria decente nelle ex repubbliche comuniste ma sono rimasto esterrefatto da quanto poco possa costar un epatite virale: perchè se uno studio dentistico ha solo la poltrona e non ci sono tutte quelle cose inutili cose che abbiamo noi dentisti italiani vuol dire che manca la sala per la sterilizzazione,credo. E se mentre io faccio il dentista dovrò pur pagare qualcuno che mi sterilizzi i ferri e mi gestisca i materiali. Disinformazione dicevo, ma nell’ est Europa la prestazioni costano meno!

Insomma, il paziente ovviamente cerca di risparmiare e questo me ne accorgo nel mio di studio dove si contratta quasi fossi un “vucumprà” degli anni 90 con le musicassette sulla spiaggia.
D’altra parte io credo che questo lavoro stia prendendo la direzione sbagliata. E alla base c’è proprio, a parere mio ovviamente, quella liberalizzazione forzata per rendere tutti i settori più concorrenziali, trattando e facendo diventare il nostro settore da odontoiatri a

“VENDITORI DI OTTURAZIONI O PROTESI”.

Liberalizziamo pure ma con intelligenza.
Probabilmente il piccolo dentista perirà come han fatto il piccolo negozio di musica o il piccolo artigiano perchè impossibile tenere testa a questa nuova grande distribuzione odontoiatrica e in questo caso parlo di quelle società che riescono a tappezzare le città di volantini ma è a questo punto che mi chiedo:
il prossimo passaggio qual sarà? Fare comparire sui volantini delle ragazze vestite da assistenti ma più nude delle veline?

Io sono fermamente convinto che un lavoro soprattutto se sanitario con le responsabilità che ne comporta non può e non deve essere gestito come sta accadendo in questi anni. Rimango del parere che un attività sanitaria non può prendere la direzione della gestione-business. E che una liberalizzazione fatta in questo modo alla lunga sarà deleteria per i consumatori che oggi risparmiano ma che probabilmente andranno in contro a rifacimento lavori molto presto.

Insomma seppur giovane e inesperto mi sento di dire la mia, ovviamente, che non ci siamo!
Sarò pure ripetitivo ma credo che la direzione sia quella sbagliata.
L’odontoiatra o il dentista non vende maglioni o jeans.
L’odontoiatra mette a disposizione la sua esperienza nella pratica clinica e trovo estremamente riduttivo trasformare questo lavoro in consulenze, consulenze, consulenze!
A questo punto sarebbe interessante capire se i miei colleghi più esperti hanno qualche consiglio…

Luigi Russo

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