Sebastiano Rosa, 57 anni, torinese ma di origine siciliana, esperto di contratti di lavoro per i dipendenti degli studi odontoiatrici; Laura Miriam Pallotta, Presidente SUSO Ascoli Piceno e specialista in Ortognatodonzia; Nicola Iorillo, giovane e brillante presidente della Commissione Albo Odontoiatri di Benevento: sono i tre candidati come membri supplenti della lista “Lista Libera professione sostenibile oggi e domani” con cui AIO, i Colleghi ortodontisti SUSO e i Medici SIMMFIR, AIOLP, SOI si presentano compatti per ambire ai quindici posti di rappresentanza della libera professione in Quota B per l’Assemblea Nazionale Enpam. Una voce per tutti, quella di Rosa (nella foto) che è anche tesoriere AIO e porta in battaglia la sua tenacia, lo spirito combattivo, la passione per i numeri «che, correttamente imputati, hanno la piacevole caratteristica di essere fedeli e di tornare sempre a patto che i documenti che li hanno generati siano corretti. Certo –spiega – il ruolo in assemblea potrebbe essere anche appannaggio di colleghi più giovani, ma avvicinarsi ad un’età che porta a pensare al proprio cassetto previdenziale fa acquisire una sensibilità e un approccio differenti. Non si tratta di smania di controllo o di valutare quali correttivi apportare alla propria gestione personale (sono cose da fare da giovani). Piuttosto, mi piacerebbe dirottare la mia esperienza con i bilanci associativi AIO in Fondazione. Sarebbe un grande stimolo per me, una grande sfida. Adoro il ciclismo, quindi amo le sfide: la soddisfazione della vetta dopo una salita ripida è impagabile».

Con quale punto del programma della lista Libera Professione si identifica di più?«Mi interessa in maniera particolare la lotta intrapresa da Enpam contro la doppia tassazione imposta dallo Stato al nostro ente di previdenza, iniqua e censurabile. Vorrei che, anche attraverso AIO e le sue possibilità di agire sulla politica, si operasse in sinergia per raggiungere un risultato epocale per tutti i colleghi, permettendo risparmi su larga scala e vantaggi economici per tutti. Certo, il patrimonio Enpam è un tesoretto su cui l’interlocutore politico ha messo gli occhi da tempo e non mollerà facilmente la presa, ma ritengo che si possano e debbano provare azioni più incisive. Vorrei anche sottolineare la follia contabile legata all’obbligo di garantire una sostenibilità del patrimonio della Fondazione per i prossimi 50 anni. Pretesa dalla legge Fornero, è tanto pesante da garantire (immaginate la difficoltà di un calcolo di previsione lungo tutto quest’arco di tempo, che si scontra contro l’imprevedibile) quanto penalizzante per l’esborso richiesto a ogni collega. Ci dev’essere un modo per rivedere al ribasso l’aliquota di versamento proiettata al 19,50% e per incrementare l’aliquota di rendimento che è attualmente dell’1,25%, troppo poco!»

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