Un odontoiatra di grande spessore entra nella Commissione istituita al Ministero della Giustizia per perfezionare la normativa sulla colpa professionale. Si tratta di Giuseppe Renzo, Presidente CAO Messina e a lungo Presidente della Commissione Albo Odontoiatri nazionale. Con voto unanime, la nomina è avvenuta in Comitato Centrale Fnomceo su proposta del Presidente Filippo Anelli.

Istituita dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio, la Commissione presieduta dal magistrato Adelchi D’Ippolito nasce perché la legge di riforma della responsabilità medica (24/2017 o “Gelli-Bianco”) non ha risposto ad alcuni problemi che era chiamata a risolvere. Ad esempio, il numero delle cause intentate contro Medici ed Odontoiatri non decresce, malgrado i contenziosi nella quasi totalità vedano i professionisti prosciolti. Dalle professioni medica ed odontoiatrica si sono sollevate alcune proposte come quella di depenalizzare definitivamente la colpa lieve o quella di punire di più, a valle però del giudizio, la lite temeraria nel caso di pazienti o familiari sollecitati da studi legali. La Commissione ha fatto in questi mesi un primo giro istituzionale presso gli Ordini professionali lungo la Penisola ricavando importanti sollecitazioni.

Nella stessa seduta il Comitato Centrale Fnomceo ha nominato come secondo componente della “Commissione per lo studio e l’approfondimento delle varie e complesse problematiche relative alla colpa professionale” il presidente Omceo Teramo Cosimo Napoletano. In particolare il profilo di Renzo è stato ritenuto appropriato al ruolo per la sua competenza e pluriennale esperienza professionale, istituzionale e ordinistica. Nel porgere i migliori auguri di buon lavoro agli eletti, il Presidente Gerhard K. Seeberger e l’Esecutivo AIO (il Vice Presidente David Rizzo, il Segretario Sindacale Danilo Savini, il Segretario Culturale Vincenzo Musella, la Tesoriera Mariagiovanna Cotugno) e l’Associazione tutta si congratulano in modo particolare con il collega ed amico Renzo, certi che saprà rappresentare al meglio le istanze di una professione che, in quanto “libera”, è esposta in modo più duro e complesso ai contenziosi penali e civili per presunta “malpractice”.

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