Esercizio abusivo della professione e diritto di "stabilimento"
Cassazione penale Sentenza, Sez. VI, 10/12/2007, n. 46067 – S.
Commette il reato di esercizio abusivo di una professione chi, pur avendo acquisito il titolo professionale in un altro Stato membro dell’Unione europea, non sia in possesso dei requisiti previsti nel nostro ordinamento per lo svolgimento della professione riservata.
In caso è relativo ad una psicologa e psicoterapeuta imputata di svolto atti riservati a detta professione, senza essere in possesso dei requisiti di legge, in particolare senza essere iscritta nell’apposito albo professionale.
A supporto del ricorso per cassazione, si prospettava l’insussistenza del reato sul rilievo che l’imputata, pur non iscritta nell’apposito albo professionale degli psicologi, era in possesso del titolo professionale, per averlo conseguito in Germania.
Si invocava, quale argomento difensivo, il cosiddetto “diritto di stabilimento” previsto in materia comunitaria.
La Corte di cassazione ha rigettato il ricorso escludendo che potesse rilevare, per farne discendere un giudizio di insussistenza del reato di cui all’articolo 348 c.p., il possesso eventuale dei titoli professionali in altro paese membro dell’Unione europea.
Infatti, ha sostenuto il giudice di legittimità, la responsabilità penale per il reato de quo non sarebbe esclusa neppure invocando le direttive comunitarie che prevedono il diritto di “stabilimento”, giacchè tali direttive comportano solo, per i cittadini di uno Stato membro, la facoltà di stabilirsi ed esercitare la loro professione in uno Stato dell’Unione diverso da quello in cui essi hanno acquisito la loro qualifica professionale, alle stesse condizioni previste per i cittadini dello Stato “di stabilimento”; ma tali direttive si astengono dal disciplinare situazioni giuridiche meramente interne e, quindi, lasciano impregiudicata la disciplina nazionale relativa all’accesso alle singole professioni ed al loro esercizio con il titolo professionale dello Stato ospitante, non incidendo, in particolare, sulle norme interne che sanciscono, per determinate professioni, l’obbligo dell’iscrizione nell’apposito albo professionale.