di Alessandro ed Umberto Terzuolo*

L’odontoiatria ormai da anni sta investendo nel “digitale” e, più di ogni altra professione, ne sta facendo un volano di sviluppo. Utilizzare dispositivi di ultima generazione permette di ottenere miglioramenti nell’ambito dei processi e dei flussi di lavoro in campo clinico: si pensi, ad esempio, a come l’utilizzo della TAC in chirurgia permetta di effettuare interventi fino a qualche anno fa di quasi impossibile esecuzione o alle possibilità che gli scanner intra-orali integrati in un workflow digitale possono riservare a chi si occupa di protesi o ortodonzia. Abbiamo più volte segnalato agli associati come gli incentivi fiscali per la digitalizzazione rappresentino il fil rouge delle politiche fiscali da fine 2016 ad oggi: tutti ricordiamo (e alcuni rimpiangono!) “super-ammortamento” al 130%-140% e “iper-ammortamento” al 250%-270%, quest’ultimo esteso al mondo odontoiatrico dalla Circolare “Sanità 4.0” del 2019, e tutti abbiamo assistito alla loro evoluzione dal 2020 nel “credito di imposta sugli investimenti in beni strumentali” e alle modifiche decisamente favorevoli apportate dall’ultima Legge di Bilancio per tutti gli investimenti effettuati nel corso dell’anno.

Queste norme agevolative solitamente hanno durata annuale, spesso vengono prorogate sul finire dell’anno creando notevole confusione negli operatori e rendendo impossibile una sana pianificazione degli investimenti, quanto mai opportuna visti i costi ingenti degli stessi. Chi non ricorda il caos di novembre e dicembre 2020 quando non si sapeva quale norma utilizzare e che indicazione far mettere in fattura ai fornitori?

Sebbene questa volta il legislatore abbia esteso l’agevolazione fino a fine 2022 (e al 30 giugno 2023 in casi particolari), in attesa di approfondire le prime versioni della prossima Legge di Bilancio che potrebbero portare modifiche alla disposizione, ci preme ricordare che il credito di imposta per il 2021 (in assoluto il più vantaggioso di sempre, parlando di investimenti in beni 4.0) dovrebbe tornare nel nuovo anno ad avere percentuali e tempistiche di fruizione allineati con la precedente e meno favorevole versione del 2020.

Nel 2021 infatti l’agevolazione è stata potenziata sia per gli investimenti in beni ordinari (dal 6% al 10%) sia per i cosiddetti “beni 4.0” (dal 40% al 50%) ed è stato inoltre ridotto il tempo di utilizzabilità, passato da 6 anni a 3 anni o 1 anno. Nella platea degli investimenti agevolabili sono stati inclusi anche i beni immateriali, con una particolare attenzione a favorire strumenti che permettano il c.d. “lavoro agile” (modalità operativa non così comune in odontoiatria). Con alcuni provvedimenti, il più noto è la circolare “Sanità 4.0” del 2019, Amministrazione finanziaria e Ministero per lo Sviluppo Economico hanno fornito chiarimenti, specie in tema di investimenti in beni digitali o 4.0, agevolazione quest’ultima molto favorevole ma riservata agli odontoiatri che svolgono l’attività professionale con modelli societari quali le S.r.l. o STP in forma di s.r.l..

In questi ultimi mesi dell’anno appare opportuno sensibilizzare l’odontoiatra sull’agevolazione fiscale in essere, e dargli qualche elemento di riflessione qualora avesse pianificato acquisti di beni strumentali da effettuarsi nei prossimi 12-15 mesi. Sarebbe imperdonabile scoprire a posteriori che per i beni ordinari e ancora più per quelli 4.0 nel caso delle società si è perso dal 6% al 10% di credito d’imposta solo perché non si è pianificato l’acquisto nei tempi corretti per sfruttare le agevolazioni 2021. O non poter fruire del credito sui beni ordinari nell’anno di investimento ma in tre annualità.

Tra l’altro, sommando l’ordinario risparmio fiscale con il credito di imposta, sia sui beni ordinari sia sui beni 4.0, si può far evolvere a livello tecnologico lo studio con un forte risparmio che può, addirittura, diventare pari al costo dell’investimento stesso se sommato, ove ne ricorrano i presupposti, con il credito di imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno (il cosiddetto “Bonus SUD”). Inoltre, allo stato attuale, è ancora possibile utilizzare forme di finanziamento che, grazie ai bassi tassi di interesse ed alla possibilità di accedere alle garanzie statali ed ai contributi sugli interessi (previsti solo per le strutture societarie e i redditi di impresa dalla legge Sabatini), possono non penalizzare il cash flow dello studio. Il tema è di tale attualità che a fine luglio l’Agenzia delle Entrate ha emanato una Circolare (la 9/E) in cui ha ripreso parecchi aspetti del bonus.

Come sopra accennato, la legge di bilancio 2022 potrebbe estendere al prossimo anno le percentuali di credito d’imposta del 2021 e/o le tempistiche di utilizzo. Ma, dato che la norma per il 2022 è già a regime, a parere di chi scrive le probabilità non sono così elevate. Nei prossimi giorni descriveremo le platee più interessate a farsi avanti per il credito d’imposta e come si possono utilizzare al meglio (ed incrociare tra loro) le agevolazioni.

* Studio Terzuolo Brunero & Associati in Torino, Milano e Roma

Nella foto da sinistra Alessandro Terzuolo, il Presidente AIO Fausto Fiorile, Umberto Terzuolo

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