Nell’ultima settimana due importanti acquisizioni hanno agitato il mondo delle catene odontoiatriche. Prima il Colosseum Dental Group con sede a Zurigo, legato ad un Fondo caritatevole, rileva i centri di Odontosalute; quindi tocca a DentalPro acquisire le sedi della catena italo-spagnola Vitaldent. «Queste acquisizioni hanno conseguenze limitate o nulle per il mondo odontoiatrico italiano, ritengo. Le “catene” di centri dentali, che crescono grazie ai costi inferiori, alle economie di scala, alla produttività elevata di prestazioni, non sostituiscono nella scala evolutiva il professionista “single” o in società. Si tratta di due player diversi», dice Danilo Savini, segretario di Associazione Italiana Odontoiatri. E spiega: «La fetta di mercato che le catene odontoiatriche hanno in Italia resta ancorata al 7% dei pazienti; è dentro questa percentuale, ferma da anni e limitata, che oggi dobbiamo inquadrare le acquisizioni avvenute. Nel caso di Colosseum, un top player straniero ne rileva uno italiano; nel caso di DentalPro, in definitiva abbiamo un top player, Vitaldent, in meno. Non è stato facile andare avanti nemmeno per i gruppi di centri odontoiatrici in questi mesi. Molte strutture sono site nei centri commerciali, rimasti chiusi in blocco per settimane dall’emergenza Covid. Chiusi come il professionista singolo, ma forse meno resilienti di lui perché loro sono appunto in commercio e lui no. Piuttosto, mi chiedo: pazienti in cura e odontoiatri delle strutture sono stati informati dell’acquisizione? Sanno di essere stati ceduti non come soggetti del rapporto di cura ma quasi come “pacchi regalo”? Un’acquisizione, tra l’altro, non è indolore. A maggior ragione se ad impegnarsi è una società con fondamenti etici “no profit” – come per Colosseum– il passaggio da un modello di cura a uno nuovo comporta un cambio di prospettiva etica che investe il rapporto dentista-paziente. Non sappiamo neppure se l’odontoiatra resti quello di fiducia o cambi. In molti casi, abbiamo visto, resta intatto il solo piano di cura».
«Sull’acquisizione di Vitaldent –argomenta ancora Savini – il fondatore di DentalPro Michel Cohen ricorda sempre di essere partito nella sua avventura alla conquista del dentale con due odontoiatri. Così facendo a mio modo di vedere implicitamente riconosce le potenzialità che oggi può vantare una società tra professionisti. Una Stp italiana che oggi acquisisce Vitaldent, vorremmo dire. Però, DentalPro è legata al Fondo BC Partners con sede a Londra. Non c’è molto di italiano in nessuna delle due operazioni commentate. Quanto a Colosseum, osservo come nel comunicato per definire “ambulatori” dove si fa attività odontoiatrica si usi il termine “clinica”. E’ improprio: la Corte di Cassazione con sentenza 29703 a fine 2020 ha sancito che non si può far passare uno studio che eroga cure dentistiche per una struttura in cui si presume impiego di posti letto e svolgimento di attività complesse. Più correttamente, si dovrebbe parlare di consociazione di ambulatori che ne acquisisce un’altra».

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