Salvatore Rampulla è da poche settimane il nuovo presidente dell’Aio. Ha scelto di trasferirsi dalla calda Catania (terra di origine e dove si è laureato in odontoiatria nel 1991) a Bolzano dove svolge la propria attività di libero professionista nel proprio studio e per due pomeriggi alla settimana collabora presso la locale Asl.
“Lavorare nel pubblico lo vedo come impegno sociale”, ci dice. “Mi piace pensare di poter aiutare a sorridere pazienti che non possono frequentare uno studio dentistico privato. Un’attività che consiglio a tutti, in particolare ai giovani colleghi”.
Dal punto di vista associativo Salvatore Rampulla ha “scalato” la gerarchia dell’Aio partendo dalla base, come iscritto, per poi diventare segretario culturale e successivamente sindacale della sezione locale, presidente Aio di Bolzano e consigliere di presidenza incaricato di coordinare le sedi fino a segretario nazionale.

Dottor Rampulla, ricoprire la carica di presidente dopo Gherard Seeberger non sarà facile…
La piena sintonia che ho sempre avuto con il presidente uscente mi faciliterà il compito, ma continueremo sulla strada tracciata dal mio predecessore. Mi permetterà di dichiarare che sono orgoglioso di essere stato chiamato a guidare l’associazione dei dentisti più rappresentativa, dove per rappresentativa non intendiamo che abbia il numero più alto di iscritti ma che riesca a rappresentare veramente le istanze e la dignità dei professionisti odontoiatri. Ritengo che Aio sia rimasta l’unica associazione ad onorare questo impegno.

La professione è in continua evoluzione. Tuttavia non sempre i cambiamenti sono positivi. Quali gli scenari futuri?
Ci auguriamo che i cittadini si avvicinino alla professione, tutelino maggiormente la loro salute. Purtroppo i cambiamenti a cui oggi assistiamo sono al ribasso. I governi tendono a ridurre le spese a discapito dei cittadini riducendo i servizi, quelli odontoiatrici compresi. Guardi questi ultimi 15 anni con la trasformazione della Usl in aziende, in Asl. L’attività odontoiatrica è considerata dai manager una attività in perdita per via degli alti costi che comporta, sia in termini di investimenti in attrezzature, di materiale, di personale.
Questo frena gli investimenti per l’assistenza odontoiatrica. La conseguenza è che il 90 per cento dei cittadini deve rivolgersi a un dentista privato. Questo atteggiamento, legato esclusivamente alle logiche di bilancio, non è accettabile e come Aio cercheremo di contrastarlo. Il Ssn deve investire sulla salute pubblica anche odontoiatrica sia in termini di cure che di prevenzione. E la cultura verso la prevenzione si favorisce anche con la pubblicità. Il modello ideale di assistenza pubblica è quello attivato da alcune regioni italiane in cui il cittadino ottiene un rimborso per la prestazione odontoiatrica. Prestazione che non viene erogata dal dentista dell’Asl, ma dal dentista scelto dal cittadino: è la cosiddetta assistenza indiretta.

L’abusivismo sembra essere una piaga incontrastabile.
Ritengo che la proposta di legge firmata dal Ministro Turco in discussione in Parlamento sia un primo passo.

In questi giorni voi dentisti siete stati accusati dalla stampa di essere cari.
Quando c’è da evidenziare che i dentisti sono cari, tutti i media sono pronti ad attaccarci, ma quando segnaliamo che il carico fiscale nei nostri confronti è alto nessuno scrive una sola riga. I dentisti italiani sono tra i più bravi al mondo, il problema da evidenziare non è quello dei costi ma della qualità della prestazione, della sicurezza della stessa.

Contattaci

Utilizza il form sottostante per entrare in contatto con noi.

I campi contrassegnati con * sono obbligatori.





    Dichiaro di aver ricevuto, letto e compreso l’informativa sulla privacy ai sensi del Reg. UE 2016/679 (Art. 13) e presto il consenso al trattamento dei miei dati personali *

    Esprimo in modo consapevole e libero il consenso al trattamento per le seguenti finalità:
    Finalità 3.1
    Do il consensoNego il consenso
    Finalità 3.2
    Do il consensoNego il consenso
    Finalità 3.3
    Do il consensoNego il consenso