Fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it

I plichi, contenenti i quesiti per l’accesso alle facoltà a numero chiuso, custoditi in Questura. Poliziotti li porteranno nelle sedi delle prove. Un livello così alto di sicurezza per evitare truffe come quella scoperta lo scorso anno

BARI – Misure di sicurezza che possono essere definite eccezionali sono state studiate per lo svolgimento – a partire dal 3 settembre – delle prove di ammissione ad alcune facoltà dell’Università di Bari, dopo la truffa che è stata scoperta l’anno scorso che ha riguardato l’ateneo pugliese e altri atenei italiani.
I plichi contenenti i quesiti vengono custoditi nella questura di Bari, e agenti di polizia provvederanno a portarli, poco prima dell’inizio, nelle sedi delle prove. Per coloro che si sottoporranno alle prove sono previsti passaggi sotto i metal detector per evitare che s’introducano in aula telefoni cellulari o altri strumenti di possibile comunicazione con l’esterno. Gli esami di ammissione si svolgeranno in aule schermate per evitare che chi riesca ad introdurre un telefono cellulare possa poi utilizzarlo.

La spesa sostenuta dall’Università di Bari per le misure di sicurezza è di circa 60.000 euro. Sono 400 i dipendenti universitari che verranno impiegati nella sorveglianza, oltre alle forze di polizia all’ingresso delle aule. Sono 17.400 gli studenti che si sono iscritti alle prove di ammissione.

COME SI SVOLGERANNO LE PROVE
All’ingresso delle aule dove si svolgeranno le prove a tutti i partecipanti saranno consegnati due sacchetti: uno servirà a custodire tutti gli effetti personali, e sarà consegnato a un incaricato dell’Università; l’altro verrà utilizzato per mettere il materiale di cancelleria da portare all’interno dell’aula.
Dopo queste operazioni, ogni studente passerà sotto uno dei metal detector (24 in tutto) che verranno sistemati all’ingresso di ogni aula, per impedire che si tenga il telefono cellulare nel corso della prova. Gli studenti potranno lasciare l’aula solo 30 minuti prima della conclusione della prova.

«Non vogliamo – ha detto il rettore dell’Università di Bari, Corrado Petrocelli – che qualcuno faccia il furbo, com’è successo l’anno scorso durante i test d’ingresso a Medicina: vogliamo tutelare i partecipanti perchè nessuno sia derubato del sogno di frequentare la facoltà che desidera».

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