OPERAZIONE MEDJUGORIE 2008 – CRONACA di una Missione di”Odontoiatria Sociale”
Presso il “Centro S.Pio da Pietrelcina”della Associaziobe-Ente Morale
Solidarietà e aiuto per la casa internazionale della pace con la quale Smile Mission(www.smile mission.it) collabora per la realizzazione del “Grande Ospedale” a Medugorje(www.solidarity.it) –
Partecipa all’iniziativa il Dott. Egidio Sarli dell’AIO Potenza
All’inizio dell’estate il dott. Egidio Sarli ha cominciato a presentare i sintomi di una patologia particolare, il mal di Bosnia, che si manifesta con un innalzamento repentino della “voglia di fare senza chiedere nulla in cambio”. L’epidemia si è diffusa rapidamente tra il personale dello studio, decretando l’inizio dei preparativi per la missione umanitaria…
Il primo passo è stato contattare Roberto, il dott. Araceli, responsabile Bosnia dell’associazione Smile Mission.
Una o.n.l.u.s. che promuove la solidarietà odontoiatrica internazionale, sostenendo progetti di sviluppo e cooperazione, tramite l’invio di volontari e svilluppando le risorse locali, per avviare le sedi dell’associazione all’autosufficienza in un numero preordinato di anni.
Siamo partiti in sette da Potenza alla volta di Pescara; il gruppo è stato capitanato dal nostro maestro il dott. Stella, santo abruzzese, protettore degli odontoiatri delle missioni umanitarie, terrore degli ottavi inclusi, fustigatore dei ritardatari e infatti alla partenza lui era lì e noi eravamo in ritardo…
Frustate a freddo di prima mattina, ma quanto gli vogliamo bene non ve lo riusciamo a dire.
Gli altri membri:
Egidio lo zingaro dal cuore grande, Sarli.
Tato ti so capite, mojito, Carlesi.
Katia delicatissima, pilastro della missione dopo il capo, Priore.
Peppe il ballerino, pedina insostituibile, Aprile
Scirin, e infatti sci…rin, Chodjaj
Stefania Iaia, gospa, Caputo
Nella foto da sinistra: Leo, Catia, Scirin, Stefania, Egidio, Tato e Peppe
Traghetto per la Croazia, poi Spalato-Medjugorje, in pulmino.
Sarà stata la giornata di viaggio, 4 dogane ma, ad un certo punto, ci sono stati problemi…. fisiologici. Sosta presso una delle tante bancarelle che vendono frutta lungo la strada.
Signora dov’è il bagno? Lì lì…Mandarini!!!
Il pulmino, che è stato fondamentale, soprattutto per gli spostamenti con l’attrezzatura da un campo profughi all’altro, ci è stato fornito gratuitamente della FAS di Pescara, azienda nel settore dei trasporti e logistica al cui titolare sig. Nicola D’Arcangelo va tutta la nostra riconoscenza.
In Bosnia-Erzegovina, sono ancora evidenti i segni del conflitto scoppiato tra le tre etnie del paese (croata, bosniaco-musulmana, serba) nel ’92 e concluso nel ’95, con l’intervento di ONU e NATO e la firma degli accordi di Dayton che sancirono la sovranità della Bosnia divisa tra due "entità", la federazione di Bosnia-Erzegovina, croato-musulmana e la repubblica Srpska, serba, più un’entità autonoma, il distretto di Brčko (possiamo comprare una vocale????!)
Molti edifici e soprattutto le persone portano ancora i segni della:" Guerra della follia". Citazione questa del buon Davide, il volontario presente nella sede di Medjugorie.
Siamo arrivati la notte del 31 Agosto. Avevamo con noi strumenti e materiali, sostanzialmente abbiamo saccheggiato lo studio di Leo; sembrava fossero passati i ladri…
Ma la clinica di Smile Mission non teme niente! E’ allestita meglio di tanti studi europei, e questa è stata una scoperta meravigliosa. In cuore nostro, abbiamo ringraziato tutti quelli che hanno contribuito a far si che quelle attrezzature e quei materiali fossero lì, disponibili ed efficienti.
Sopra la clinica, al piano superiore ci sono le stanze per ospitare i volontari.
Lo stabile è dato in concessione gratuitamente a Smile Mission dall’ingegner Alberto Gardoni , benefattore e Presidente dell’Associazione Solidarietà e Aiuto per la Casa Internazionale della Pace,
Con l’aiuto dell’assistente-interprete Vedrana, lunedì mattina inizia ufficialmente la nostra Smile Mission!
Il flusso di pazienti è stato inferiore rispetto all’anno scorso poichè non tutti avevano la possibilità di raggiungere lo studio. Il pulmino che faceva la spola tra i vari campi profughi e lo studio è venuto meno…. Sic!
Nonostante tutto siamo riusciti a visitare e curare un discreto numero di pazienti, la maggior parte sono stati bambini accomunati tutti da una bellezza disarmante, bastava guardarli negli occhi per poter rispondere alla domanda:"Perchè mi trovo qui a fare il volontario?"
Ricevere un sorriso, un segno di gratitudine da quegli occhi, non ha prezzo.
Non si può spiegare quanto sia bella la sensazione che si prova in quel momento. E’ indescrivibile: ci si sente vivi come non mai.
Molti ci hanno ringraziato, ma siamo noi a dire un grazie di cuore a questi angioletti biondi per le fantastiche sensazioni che ci hanno regalato.
Queste foto forse potrebbero rendere un po’ l’idea, ma credeteci, dal vivo è un’altra cosa.
Siete invitati tutti a provare!!!!!
Peppe, Tato ed Egidio.
Una menzione speciale per Catia.
Per tutta la durata della missione è stata impeccabile sia professionalmente che come “capo della logistica”.
E’ stata un po’ la mamma di noi tutti! Grazie.
Leo.
Commento di Scirin
“ Caro Leo, ero partita molto spaventata, l’idea di essere ancora molto inesperta professionalmente, e di non aver mai partecipato ad esperienze di volontariato simili, mi creavano non poca ansia..ansia e spavento che sono subito diminuiti non appena vi ho incontrato, il giorno della partenza..il clima era talmente rilassato e allegro tra i volontari che ho subito capito ci saremmo tutti dati una mano e avremmo cercato di risolvere al meglio le difficoltà, cercando ognuno di apportare le proprie esperienze e conoscenze..
Allora parliamo innanzitutto del gruppo..da unica “esterna” alla combriccola, avevo paura di sentirmi un po’ estranea e fuori luogo..invece..non potrò mai ringraziarvi abbastanza per l’accoglienza calorosa che mi avete riservato, mi sono sentita totalmente a mio agio, ed anzi era da anni che non ridevo così tanto..quante ne abbiamo passate in così pochi giorni..
All’inizio, tu ben sai, non mi è stato facilissimo adattarmi ad una situazione che, in fin dei conti, era del tutto nuova per me, un po’ per timidezza e un po’ anche per un’esagerata sensibilità, ma poi per fortuna tutto si è risolto con una bella chiacchierata seguita dal tuo sentito discorso al gruppo, discorso che mi ha veramente colpita..e mi dispiace se all’inizio, forse appunto per la scarsa conoscenza reciproca, ci siamo fraintesi, dopo 9 giorni passati insieme ho davvero concluso che sei, siete delle persone splendide, e che stimo molto.. spero che riusciremo a mantenere i contatti nel tempo..
Per quanto riguarda l’esperienza del volontariato, sebbene possa sembrare ovvio e banale, mi fa piacere ripetere e ribadire, come probabilmente diranno tutti coloro che si approcciano ad esperienze simili, che si tratta di momenti che, in piccolo od in grande, ti cambiano la vita, certamente in meglio..Cercare di aiutare quei bimbi e quegli adulti meno fortunati di tanti altri, persone che hanno provato o stanno provando situazioni di grande disagio, troppi ancora vivendo nei campi profughi, è qualcosa di straordinario e che scalda il cuore..
Vedere i piccoli che bravissimi e obbedienti stanno per ore con la bocca aperta, e gli adulti che ti abbracciano a fine cure, sono esperienze che non capitano così spesso in altri Paesi, in altre condizioni…
Sono tornata in Italia con una carica in più, una nuova passione per questo lavoro che, anche quando non è remunerativo, gratifica per il solo fatto di aver tentato di fare del bene a chi normalmente non avrebbe potuto permetterselo..un lavoro stressante e difficile ma che, quando associato ad una giusta causa, diventa anche piacevole e carico di soddisfazioni..
Mi piacerebbe tornare a Medjugorie prima o poi e rivedere il sorriso di Anita, Tea, Valentina, Angela, e pensare che a quei sorrisi un po’ ho dato anch’io il mio piccolo piccolo contributo..
Un saluto a te e a tutti gli altri compagni di viaggio”.
Scirin
Commento di Stefania
"La mia prima Smile Mission mi ha condotta in Bosnia.
Durante l’adolescenza, avevo visto raccontata in televisione la guerra in questa terra così vicina all’Italia.
Col passare del tempo, quelle immagini si erano sbiadite dai ricordi.
Mettere oggi piede in Bosnia, dopo 15 anni dalla tragedia, mi ha molto emozionata, perchè, attraverso Smile Mission, ho raggiunto luoghi, in cui ancora la precarietà rappresenta la normalità.
La guerra si osserva nei volti, nei paesaggi, sui prospetti dei palazzi, nella disposizione delle città, nei campi profughi, nei cartelli gialli di pericolo, per la presenza di mine.
Partecipare a tale sofferenza attraverso la missione, contribuire a migliorare la loro situazione, seppur solo attraverso la nostra professione, cercare di comunicare e far conoscere ai bambini il proposito per cui eravamo lì a convincerli ad abbandonarsi alle nostre cure, è stata un’esperienza unica, un urlo di gioia, che occhi e cuore terranno depositati per sempre."
Iaia