Se non interviene un ricorso dei ministeri di Istruzione e Sanità, al prossimo anno accademico i corsi in Medicina e Farmacia e in Scienze Infermieristiche dell'ateneo rumeno Dunărea de Jos apriranno anche a Enna in Sicilia: una buona notizia per molti studenti di Medicina, e forse per molti aspiranti odontoiatri, anche se per ora di aprire un corso di Odontoiatria in rumeno, lingua ufficiale da affrontare nelle lezioni, esplicitamente non si parla. L’apertura del corso – 9 mila euro l’iscrizione – è resa possibile, secondo MeridioNews da una convenzione tra la fondazione Proserpina – di cui è presidente l’onorevole Mirello Crisafulli e l'università Dunărea de Jos di Galați, in Romania. Saranno messi a bando 60 posti, per iscriversi a un ateneo extra-italiano, non soggetto alle regole sul numero programmato. Ma soprattutto questi posti saranno accessibili senza dover affrontare la selezione presente in Italia poiché si tratta di insegnamenti extra-italiani a tutti gli effetti ancorché comunitari. Sul punto interviene Angelo Raffaele Sodano segretario dell’Associazione Italiana Odontoiatri, sigla che raggruppa 8 mila dentisti a livello nazionale.
«Forse il numero elevato di iscrizioni all'estero di studenti italiani – spesso con buone disponibilità economiche- ha indotto l'ateneo rumeno a concludere che in Italia non ci sia un’Università in grado di formare gli studenti», dice Sodano. «In alternativa dovremmo pensare che l'attuale sistema di selezione con test-spauracchio all'ingresso del corso di studi stia continuando a produrre guasti: pur di evitare i quiz lo studente si iscrive a un corso extra-nazionale e magari dopo un anno di frequenza lo lascia, chiedendo l'ammissione a una facoltà italiana. AIO non è contro il numero programmato, ma chiede regole d'accesso ai corsi di studi sanitari concordate tra tutti i paesi di area Ue. Oltre che ai Ministeri, la parola è alla Professione: se è la stessa che –come avvenuto per Odontoiatria – invita a chiudere per un anno gli accessi ai corsi di laurea, si incoraggiano atenei stranieri a giungere alle stesse conclusioni dell’ateneo di Galați e a costruire un nuovo tipo di offerta formativa nel nostro paese».