Associazione Italiana Odontoiatri rilancia sul registro nazionale delle lesioni traumatiche e produce con la società italiana di Traumatologia dentaria un documento d’intenti dove si propone al Ministero della salute un’indagine sull’incidenza dei traumi dentali in Italia per età, genere e tipologia.

La proposta nasce sulla scia dell’approvazione a fine 2012 delle linee guida ministeriali sulla prevenzione dei traumi dentali, la cui conoscenza consente all’odontoiatra di scoprire aspetti legati a eventuali maltrattamenti, in particolare sui minori, e di attuare misure di prevenzione del problema per diminuirne l’incidenza anche nelle attività scolastiche e sportive, oltre che in quelle domestiche.

Il registro National child abuse and neglect data system del Ministero della salute Usa rivela un’incidenza di traumi dentali in 4-6 casi ogni 1000 ab. (686.000 casi nel 2012). In Italia non abbiamo dati di questo tipo se non uno inattendibile dell’ospedale di Sassari ove nel 2012 si sono registrati 230 casi di donne medicate per percosse del marito che hanno sporto denuncia al posto di polizia; ci si aspetterebbe un numero comparabile di minori, ma sempre nel 2012, in ps con i genitori, se n’è presentato solo uno quando in base ai dati Usa e norvegesi il numero proporzionato dovrebbe essere circa 80.

Sottovalutazione? Inadeguatezza istituzionale e professionale? AIO sente la necessità di portare all’attenzione pubblica la problematica per diversi aspetti sociali (informazione e prevenzione nelle scuole e società sportive) e tutela dei minori  che essa coinvolge. Per tale motivo il presidente Aio Pierluigi Delogu ha firmato con Enrico Spinas presidente della società italiana di Traumatologia dentaria una proposta istituzionale affinché dal Ministero arrivino “normate  procedure volte a indagare la portata epidemiologica degli eventi traumatici a livello nazionale secondo i gruppi di età e  di tipologia”. AIO e SITD verificheranno la fattibilità del progetto  riferendosi alle risultanze del gruppo di  lavoro del Ministero della Salute  che ha prodotto le recenti linee guida  sui traumi ma già ora aprono al “coinvolgimento del maggior numero di operatori sia per la parte pubblica che libero professionale” e di “tutte le associazioni che a vario titolo vorranno condividere il progetto”.

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