Alla Camera, in fase di conversione in aula del decreto legge fiscale, ha incassato il parere favorevole del governo un Ordine del Giorno presentato dall’Onorevole Francesco Maria Salvatore Ciancitto (Fdi) che vieta la detraibilità delle spese per cure odontoiatriche effettuate da cittadini italiani in paesi esterni all’area dell’Unione Europea.
L’approvazione dell’indirizzo, che fa seguito ad altre richieste omogenee di maggioranza, ha ricevuto il plauso della Commissione Albo Odontoiatri nazionale della FNOMCeO. Il presidente CAO Andrea Senna chiede ora al governo una misura legislativa. Arginare il turismo odontoiatrico avrebbe una ricaduta positiva sia sulla salute dei cittadini sia sull’economia nazionale. Quest’ultima, dice Senna, viene depauperata due volte dal turismo odontoiatrico: quando l’attività riversa nei paesi extra Ue una quota cospicua di capitale; e poi quando i cittadini detraggono dalle imposte italiane spese che hanno effettuato in altri paesi.
Associazione Italiana Odontoiatri concorda con il Presidente CAO. «Se per i 200 mila italiani che ogni anno si sottopongono a interventi in paesi UE ipotizziamo una spesa media di soli 5 mila euro – ha spiegato ad Expodental Meeting il Presidente Nazionale Gerhard Seeberger – arriviamo ad un esborso di un miliardo di euro, di fatto sottratti due volte alla ricchezza del paese. Infatti questa spesa dei nostri concittadini non arriva a professionisti italiani, che a conti fatti non costano molto di più dei colleghi esteri. Inoltre, metà della somma incamerata da colleghi extracomunitari, se andasse al Fisco italiano, potrebbe finanziare nuove cure odontoiatriche pubbliche, e prevenzione». Per Seeberger, oggi, «il successo del sostegno ai contenuti dell’ordine del giorno Ciancitto passa attraverso un’azione sinergica tra ordine e associazioni professionali. È una modalità di azione in cui AIO crede profondamente e verso la quale si sta attivando».
Vincenzo Musella Segretario Culturale Nazionale AIO e Presidente AIO Academy, chiarisce perché scegliere di curarsi all’estero può rivelarsi una scelta più rischiosa che conveniente. «Quello che spesso spinge a espatriare per le cure dentali è il prezzo. Ma il presunto risparmio può trasformarsi in un costo ben più alto. Complicazioni post-operatorie, necessità di correzioni una volta rientrati in Italia o viaggi ripetuti finiscono per annullare o addirittura superare il vantaggio economico iniziale». Musella sottolinea come il sistema odontoiatrico italiano sia soggetto a controlli estremamente rigorosi. «In Italia possiamo contare su standard qualitativi elevati, garantiti dalla formazione del personale, sia odontoiatrico che di supporto, dalla tracciabilità dei materiali utilizzati e da protocolli igienico-sanitari certificati». Altro aspetto sottovalutato, la tutela legale. «All’estero, in caso di errore clinico ottenere un risarcimento può essere molto complesso poiché la responsabilità professionale è regolata in modo diverso e spesso meno tutelante per il paziente».
«Ben venga una legge per stoppare la detraibilità delle terapie low cost, ma se seguita da sforzi per far “rientrare” in Italia il turismo odontoiatrico», dice il Segretario Sindacale Nazionale AIO Danilo Savini. «Serve un dibattito nazionale per spiegare che il dentista sotto casa attraverso la prevenzione evita ai pazienti di ritrovarsi in condizioni tali da richiedere interventi costosi economicamente e dispendiosi biologicamente. AIO da anni si impegna a tutti i livelli per spiegare che in Italia il dentista privato prende in carico per l’arco di decenni. Non offre solo una “cure”, ma anche una“care”, guarda ai bisogni sottostanti ai denti del paziente, previene peggioramenti, dà benessere. E lungo l’arco della vita alla fine il rapporto tra costi e qualità della vita dà ragione a questo tipo di approccio».
Nella foto in alto, il Presidente CAO Nazionale Andrea Senna con il Presidente Nazionale AIO Gerhard Seeberger.