Si sviluppa con maggior frequenza sulla superficie della lingua, le mucose geniene, il palato, le labbra e le gengive, ma può colpire anche ghiandole salivari e faringe. Parliamo del tumore del cavo orale per la cui diagnosi precoce Associazione Italiana Odontoiatri sta portando avanti con i propri soci il progetto “Oral Care Total Care”. L’iniziativa è stata illustrata dal Vice Presidente Nazionale AIO David Rizzo (nella foto) a Roma a Palazzo Valentini nella Giornata Mondiale per la Promozione della Salute Orale lunedì 20 marzo alla presenza del Ministro della Salute Professor Orazio Schillaci, del Referente per l’Odontoiatria Professor Enrico Gherlone, dei Presidenti dei Corsi di Laurea in Odontoiatria delle Università capitoline la Sapienza (Prof.ssa Gabriella Galluccio), Tor Vergata (Prof. Marco Gargari) Cattolica (Prof. Antonio D’Addona) e dei professori Roberto Di Lenarda (presidente del Collegio dei Docenti CLOPD), Paola Cozza (UniCamillus), Massimo Cordaro (Policlinico Gemelli).
In Italia ogni anno si diagnosticano circa 4.500 casi di tumore orale. L’età media dei pazienti con diagnosi è di 64 anni, e ci sono circa 3.000 decessi annui. «Purtroppo questo tipo di cancro –che colpisce gli uomini in percentuale tripla rispetto alle donne, con rispettivamente 9 e 3 casi ogni 100 mila abitanti – è accertato in genere in fase avanzata, quando la terapia chirurgica richiede interventi mutilanti», spiega Rizzo. «La diagnosi precoce è indispensabile, si traduce in un tasso di sopravvivenza del 90%, e in ciò il dentista svolge un ruolo chiave». Rizzo sottolinea come nella prevenzione giochino un ruolo importante l’astensione dal fumo e dal consumo di alcol. «Al contrario, una diagnosi tardiva comporta un più alto tasso di mortalità ed interventi invasivi con conseguenze estetiche e funzionali negative. L’odontoiatra può effettuare screening periodici sui propri pazienti, specie quelli a rischio per stili di vita, patologie specifiche o lesioni precedenti».
Posto che in gran parte le lesioni del cavo orale sono benigne e guariscono in circa due settimane, oggi esistono strumenti e tecnologie per evidenziare lesioni persistenti e sospette, cancerose e pre-cancerose. Il protocollo proposto da AIO utilizza l’autofluorescenza. «Usiamo la proprietà di alcune molecole dei tessuti molli, chiamate fluorofori, di assorbire la luce ad una determinata lunghezza d’onda ed emetterla ad una lunghezza d’onda maggiore, o minore autofluorescenza in caso di lesione sospetta. Dallo scorso novembre un gruppo di dentisti soci AIO, sta conducendo uno screening diagnostico sui pazienti con l’utilizzo di speciali occhiali dotati di particolari filtri ottici che valutano l’autofluorescenza sulle lesioni, seguendo un protocollo ben standardizzato. Il paziente con lesione persistente è indirizzato ad un controllo specialistico di secondo livello ed al prelievo bioptico in prospettiva del trattamento. A maggio saranno presentati i primi dati clinico-diagnostici, e ad ottobre 2023 al Congresso Nazionale AIO presenteremo i primi dati statistici sulla fase test e verranno definiti gli obiettivi per uno screening su più larga scala. L’auspicio di AIO – sottolinea David Rizzo – è che il progetto sia esteso a tutti gli odontoiatri italiani che vorranno aderire, permettendo una diagnostica altrimenti ottenibile in strutture specializzate dopo attese spesso lunghe. Avremmo il vantaggio sociale di una riduzione significativa dei costi, per vincere una patologia non difficile da riscontrare ma difficile da guarire in caso di ritardi diagnostici».
Apprezzamento è stato espresso dal Ministro della Salute Schillaci: «Conosco bene il vostro impegno nella prevenzione primaria: le campagne informative `sul campo´, le azioni di volontariato, i corsi di formazione e le molteplici attività volte alla sensibilizzazione pubblica», ha affermato il Ministro rivolgendosi ai professionisti AIO. «In merito, vorrei esprimere un particolare apprezzamento al progetto di screening dei tumori del cavo orale `Oral Care Total Care´, ulteriore e importante tassello nel percorso di rilancio e di promozione della cultura della prevenzione che reputo, come ho più volte ribadito, un fattore strategico per ridurre il carico di malattie, migliorare la qualità di vita di milioni di persone e garantire la sostenibilità del Ssn».