Un fronte comune per parlare alla politica e ai cittadini, oltre che ai professionisti. Lo lancia Associazione Italiana Odontoiatri a pochi giorni dalle elezioni dei vertici della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri e della Commissione Albo Odontoiatri Nazionale, in una proposta per punti da condividere tra ordini e sindacati odontoiatrici.

«Per migliorare la qualità delle cure e promuovere la prevenzione delle malattie, da sempre target programmatici di AIO – spiega il Presidente Fausto Fiorile – occorre valorizzare la professione odontoiatrica, coltivando armonia nei rapporti fra Ordine e Sindacati, e porgendo insieme messaggi comuni su argomenti “sensibili”. Sull’interpretazione delle nuove leggi in sanità e sull’accesso alle cure, ad esempio, non è più il momento di cercare visibilità da soli, ma è tempo di proposte forti e condivise». Per l’Ordine che verrà, gli obiettivi indicati da AIO sono l’autonomia gestionale della componente odontoiatrica in FNOMCEO, un censimento dei 60 mila iscritti all’Albo – quanti sono attivi, quanti titolari di studio, quanti dipendenti o convenzionati con il Servizio sanitario, quanti soci di Srl o Stp – e un coordinamento coerente delle risposte degli ordini provinciali su temi come la pubblicità ingannevole o i criteri per l’iscrizione delle Società tra professionisti negli elenchi speciali. Occorre anche una campagna di comunicazione agli iscritti sul codice deontologico. Ma vanno condivise con gli Ordini pure le linee di dialogo con la politica su regolamentazione delle società e detraibilità fiscale ed eventuali accordi con altre professioni su temi di comune interesse quali l’equo compenso.

Per il cittadino, vanno coordinate una campagna per la prevenzione orale e un’informazione capillare sui rischi dell’abusivismo, e va promosso l’innalzamento della detrazione fiscale per le cure dentali dall’attuale 19 al 60% degli importi pagati dai pazienti. A tutela dei professionisti infine sindacati e CAO devono coordinare azioni comuni per regolamentare società commerciali e tra professionisti, ottenere norme snelle sulle autorizzazioni degli studi, attualizzare i programmi formativi universitari e dar voce a tutte le rappresentanze della professione nel definire quelle linee guida di “buona condotta” che, seguite, evitano la perseguibilità in base alla legge 24/2017 di riforma della Responsabilità sanitaria.

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