Niente autorizzazione per studi odontoiatrici, siano essi singoli, associati o “poli-medici”, così come per i medici di famiglia convenzionati; sì all’autorizzazione per gli ambulatori specialistici dove si fa odontoiatria. Questo il contenuto del documento approvato dal tavolo tecnico sull’odontoiatria in regione, tavolo di cui fa parte anche Associazione Italiana Odontoiatri con Giovanni Migliano. Quest’ultimo è anche protagonista del video allegato, divulgato su tutti i canali mediatici, dal nostro sito a (prestissimo) Youtube. 
Nel video il presidente AIO Roma spiega come dal 2003, cioè da quando ai dentisti sia chiesta in Lazio un’autorizzazione di una certa complessità, AIO si batte per esentare gli studi o almeno la maggior parte dall’onere. Nel 2007 e poi nel 2012 la Regione Lazio ha legiferato nuovamente ribadendo l’obbligo e persino costringendo i dentisti a produrre una seconda volta e inviare online il materiale già spedito cinque anni prima in Regione. Per rimediare Andi e Cao hanno chiesto un’autorizzazione semplificata, solo AIO ha portato avanti il principio, ora in parte sostenuto dalla legge nazionale sulle semplificazioni, in base al quale per gli studi non ci vuole preventiva richiesta alla Regione di autorizzazione all’apertura ma basti inviare un modulo di comunicazione all’apertura all'ASL, con il professionista disponibile ad un controllo a posteriori. Questa posizione è ora passata al tavolo tecnico coordinato dal Dott. Giorgio Spunticchia e, come spiega Migliano nel video, sono esentati dal complesso iter burocratici gli studi dove prevale l’attività del professionista, abbiano o meno collaboratori, vi insistano o no più professionisti associati, siano questi ultimi odontoiatri oppure odontoiatra e medico, quindi di differente estrazione (studi “poli-medici”). 
La normativa riguarda anche gli studi specialistici dei medici e gli studi dei medici di famiglia convenzionati. Qui si possono praticare tra l’altro radiografie se complementari all’attività odontoiatrica; no invece alle rx e alla diagnostica come attività prevalenti; quelle sono attività appannaggio di ambulatori specialistici dove si fanno prestazioni invasive che dal 1999 sono disciplinate dalla legge Bindi; per queste strutture più complesse ci vuole autorizzazione. Ma attenzione ad alcuni accorgimenti, ad esempio si eviti di dare un nome di fantasia allo studio se si fa riferimento a catene di franchising; attenzione dunque ai consigli di Migliano e… buona visione.

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