Con l´inizio del Nuovo Anno  i Dentisti Italiani hanno avuto una bella sorpresa. Il giorno dell´epifania hanno ricevuto dalla Befana una calza piena di carbone! Infatti il 6 gennaio è apparso su  Repubblica alla sezione “Inchieste” un reportage sulla supposta crisi del settore Odontoiatrico e sui rimedi apportati dai professionisti…

Nell´articolo si  espone l´ipotesi che i professionisti  cerchino di sopperire ai diminuiti introiti con il ricorso a cure e procedure inutili , inducendo nell´opinione pubblica  il sospetto che  ci sia in atto un tentativo di raggiro  utilizzando cure improprie sui cittadini.  Senza entrare nello specifico di tutte le affermazioni,  riportate nell´articolo, appare evidente un operazione di sillogismo informativo che stride  e mostra una contraddizione evidente. Si parte con  un’affermazione  per dare supporto a tutta l´inchiesta, e cioè che il settore odontoiatrico è in crisi e che vi è una diminuzione del lavoro  del 10 % nel 2011. Ma  se il settore è in crisi dovrebbero essere proprio le cure o prestazioni non necessarie le prime a non venire più effettuate?  Cade così tutto il castello di ipotesi su cui si basa questo articolo. Ricordiamo che  dall´odontoiatra  ci si rivolge in forma volontaria e che le cure  non sono imposte ma vengono concordate con il paziente previa accurata informazione dello stesso.  Siccome il paziente paga le sue cure  è chiaro che in periodi di “magra” darà priorità a quelle cure  assolutamente necessarie  per la sua salute.

Sulla necessità o meno di svolgere alcune terapie  direi che il dibattito ad oggi è assolutamente aperto e posso dare due spunti di riflessione:  1) Recentemente l´Europa ha emesso una direttiva sull´uso degli sbiancamenti dentali  mettendo in guardia su un uso indiscriminato degli stessi e dando al solo Odontoiatria la  decisione per l´indicazione all´uso.  2) Le procedure terapeutiche  che sono volte al miglioramento dell´estetica del sorriso,  è chiaro,  che non riteniamo debbano essere svolte in regime di servizio pubblico  ed inserite nei LEA ma  questo non vuol dire che siano  scorrette, altrimenti dovremmo bandire anche gran parte delle procedure di chirurgia plastica e di medicina estetica. Ricordo che l´OMS ha posto fra i requisiti di salute dell´individuo anche  l´aspetto estetico.

Infine questo  articolo  mi offre l´occasione per  approfondire un tema oggi sulla bocca di tutti : le liberalizzazioni delle professioni.  Con una liberalizzazione che apre l´Odontoiatria alle società di capitali si  ricercherà un unico obiettivo che sarà quello di raggiungere e aumentare i profitti e perciò il rischio di spingere in modo promozionale su terapie  non  validate o inutili si moltiplicherà con grave danno per la salute dei cittadini. La nostra associazione ha messo al primo posto dei valori del propri associati l´Etica della professione che è volta a dare al paziente il meglio per la propria salute nel rispetto dell´individuo e della società. L´Odontoiatria è  una professione già liberalizzata nei fatti  ma non ci arrendiamo ad una logica commerciale che porta ad uno svilimento  del rapporto unico che abbiamo con i nostri pazienti.

Pierluigi Delogu
Presidente nazionale Associazione Italiana Odontoiatri

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