Sì a raccomandazioni ministeriali per evitare il rischio di legionella nello studio odontoiatrico, no a protocolli calati dall’alto sulla falsariga dei bisogni più complessi degli ospedali, dove il rischio di colonizzazione delle tubature è più elevato: questo aveva raccomandato Associazione Italiana Odontoiatri con i suoi esperti Pierluigi Martini ed Enzo Macrì alla vigilia dell’uscita delle linee guida del Ministero della Salute sulla lotta alla legionellosi. Ora il Ministero pare averla ascoltata: i principali sindacati odontoiatrici (AIO ANDI e SUMAI) sono stati convocati nei giorni scorsi a Roma per una riunione dove, presenti gli uffici ministeriali di Prevenzione e gruppo tecnico Odontoiatria, un rappresentante delle regioni (Emilia Romagna), e un tecnico incaricato dalla procura di Torino, che aveva aperto il caso, si è chiarita la necessità di calibrare le nuove indicazioni sulla reale pericolosità del riunito odontoiatrico, assai inferiore a quella delle realtà nosocomiali. Documento di valutazione del rischio e analisi batteriologica del proprio riunito con cadenza minima biennale saranno le due misure chieste agli odontoiatri per avere un sistema privo di agenti infettanti a rischio. Non solo legionellosi.

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