di Angelo Raffaele Sodano*

Il 6 marzo us la Consulta della libera professione in una convocazione straordinaria richiesta da una maggioranza qualificata ha aperto i lavori per una prossima e impegnativa tappa di riforma e upgrade delle prestazioni che l’Ente in un futuro prossimo sarà in grado di erogare agli iscritti al Fondo. I tempi di elaborazione tecnica che gli Uffici si sono impegnati a rispettare mi fanno ben sperare che la quadra si possa ottenere prima del termine della consiliatura soprattutto alla luce della finale convergenza anche dei più scettici componenti il Comitato Consultivo e delle parole del Presidente Oliveti che, cito a memoria, ha affermato “…Voglio giocare questa partita, sono determinato e colgo con favore l’orientamento e la proposta emersa…”.

Altro dato a mio parere indicativo della volontà di cambiamento di passo: scollinate le riforme che si inseriscono nell’alveo delle responsabilità ed interessi comuni a tutti gli iscritti e legate alle dinamiche della legislazione che cambia (penso alla riforma della previdenza dettata dalla chimera della stabilità a 50 anni) si è passati ad un tema legato alle esigenze di maggior tutela della categoria dei liberi professionisti di fronte agli eventi avversi in tema di salute e, di conseguenza, ad aspetto più squisitamente solidaristico/assistenziale.

Innegabile che era giunta l’ora di immaginare, elaborare e scrivere nuove e più moderne  regole che permettano a Professionisti con, ad oggi, scarse tutele di sentirsi al sicuro nel momento del bisogno.

Il cambio di passo, l’inversione di paradigma, non vorrei racchiuderlo in un’ostica dissertazione su come, ad oggi, l’erogazione delle prestazioni assistenziali aggiuntive è normata e regolata. Per capire di quali chance dispone chi di noi attraversa periodi di difficoltà, e magari per fare confronti con le coperture riservate ad altre categorie, è sufficiente cliccare e scaricare sul portale dell’Ente il Regolamento delle prestazioni assistenziali aggiuntive del Fondo della Libera Professione.

Mi basta trasferire al lettore, al Contribuente, al Collega che l’Ente, i suoi Uffici sono al lavoro per verificare l’impatto e la sostenibilità di una riforma che, a spanne, per grandi linee, possiamo con ragionevole margine di certezza affermare la possibilità di sancire il diritto previdenziale dell’iscritto quota B di accedere alle tutele previste per l’invalidità assoluta temporanea senza più dover ricevere dette tutele attraverso la solidarietà della collettività. Un grazie agli uomini della Consulta, al Presidente e ai vice che hanno intrapreso con noi questo importante transito dall’assistenza alla Previdenza, il cambio di paradigma!

* Presidente Consulta Enpam Quota B

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