Venerdì 24 Febbraio, il Comitato consultivo della libera professione, a maggioranza, ha approvato la riforma del regolamento del Fondo di Previdenza Generale quota B; ne riassumo i dati salienti:

-Innalzamento graduale dell’età di vecchiaia fino a 68 anni a regime nel 2018

-Incremento dell’aliquota contributiva dell’1% dal 2015 al 2021 per arrivare, nel 2021 a regime al 19,5% in luogo del 12,50% attuale

-Applicazione dal 1 Gennaio 2013 di un aliquota di rendimento del 1,25% (in luogo dell’1,75% attuale)

Effetto di queste 2 ultime voci è che la quota di pensione annua che verrà riconosciuta per ogni 1000 euro di capitale accumulato (d’ ora in poi) passerà dagli attuali 140EUR, gradualmente, a 64,1 EUR (nel 2021 con il 19,5% di aliquota di contribuzione)

-L’aliquota contributiva ridotta per i pensionati (oggi pari al 2%) passa al 50% dell’aliquota “piena”

-Incremento del tetto reddituale a 70000 euro dal 1 Gennaio 2013, a 85000 dal 1 Gennaio 20015 al massimale contributivo ex legge 335/1995

-Introduzione della pensione anticipata con , dal 2018, 62 anni di età e 35 anni di contribuzione e 30 anni dalla laurea oppure 42 anni di anzianità contributiva a prescindere dall’età anagrafica

-dal 1 Gennaio 2013 applicazione di una maggiorazione del 20% dell’aliquota di rendimento per ogni anni di attività oltre l’età di vecchiaia

-dal 1 Gennaio 2013 per chi ha meno di 50 anni il calcolo della retribuzione media annua base, utili al fine del calcolo della pensione, si rivalutano del 100% (oggi 75%) dell’incremento percentuale ISTAT (nel rispetto del principio del pro-rata).

Questi in sintesi i dati della riforma necessaria a mantenere l’equilibrio a 50 anni dell’Ente, così come le ultime novità in materia richiedono. Altra notazione essenziale: i 2 prossimi passaggi istituzionali, che seguono le riforme approvate dalla Consulta della Specialistica Ambulatoriale e dalla Consulta della Medicina di base e dei Pediatri di libera scelta, saranno l’approvazione in seno al CdA e infine in Consiglio Nazionale a fine Marzo. Il sigillo ministeriale completa la riforma.

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