Senza un intervento del servizio sanitario nazionale, in un’Italia dove gli stipendi hanno perso dal 2018 il 14% del valore d’acquisto, non può essere sostenibile una spesa dal dentista di 19 miliardi annui, dei quali oltre il 95% direttamente a carico dei cittadini. Lo pensa il Ministro della Salute Orazio Schillaci, ospite ai lavori della Presentazione della Giornata Mondiale della Salute Orale organizzata a Roma da Associazione Italiana Odontoiatri. Il Ministro ha espresso apprezzamento per il progetto di screening dei tumori del cavo orale `Oral Care Total Care´, che AIO porta avanti dallo scorso ottobre, definendolo «ulteriore e importante tassello nel percorso di rilancio e di promozione della cultura della prevenzione». AIO ha chiesto al Ministro che la Giornata Mondiale diventi una Giornata Nazionale con il patrocinio del Ministero per polarizzare le iniziative in materia. Il Professor Schillaci ha ricordato come la salute orale sia al centro di tutte le politiche del Governo Meloni: «Abbiamo un programma di odontoiatria sociale e dovrà prevedere sia campagne di prevenzione che campagne terapeutiche– ad esempio il ripristino degli elementi dentali con protesi – nonché garantire l’accesso alle cure odontoiatriche alle fasce deboli della popolazione come i bambini e gli anziani”. Il Ministro ha ricordato che in Consiglio Superiore di Sanità opera un Gruppo di lavoro, coordinato dal professor Enrico Gherlone, una cui prima proposta di revisione delle prestazioni ricomprese negli attuali livelli di assistenza è alla attenzione del Ministro Schillaci (nella foto d’apertura).

Schillaci pensa anche ad iniziative centrate sulla sinergia tra strutture pubbliche, atenei, industria;  alle nuove tecnologie digitali che consentirebbero –abbattendo i costi– di proporre prestazioni a prezzi accessibili a gran parte della popolazione; all’inserimento, in particolari situazioni, di prestazioni odontoiatriche in programmi pilota con costi ulteriormente ridotti. Questo, senza trascurare l’ingresso della prevenzione nelle scuole. Sulla revisione dei Livelli di assistenza, ha dettagliato Gherlone, sono allo studio tre ipotesi alternative: ampliare i margini delle prestazioni a carico del servizio sanitario nazionale; ridefinire le prestazioni da erogarsi una volta valutate le attuali condizioni organizzative; oppure potenziare l’intervento sui dispositivi protesici ed ortodontici; ciascuna delle soluzioni è onerosa e costa oltre il miliardo di euro. Ma non si può stare fermi. Con Roberto Di Lenarda Presidente del Consiglio dei Docenti CLOPD ed artefice della riforma dell’Odontoiatria pubblica in Friuli Venezia Giulia, Gherlone ha dibattuto sul valore del coinvolgimento dei giovani in formazione universitaria tra gli operatori del servizio pubblico. Accanto alla presentazione del progetto AIO Oral Care Total Care a cura di David Rizzo, e dell’esperienza del Centro Odontoiatrico Caritas romano a cura di Roberto Santopadre, un terzo esponente AIO, il segretario sindacale Danilo Savini ha accennato a programmi ad hoc per la prevenzione a costo zero delle donne in gravidanza e dei loro bambini fino a due anni, e ha sottolineato l’importanza per il SSN e l’università di coinvolgere in programmi di odontoiatria sociale anche il “dentista privato”. «In un paese civile – spiega Savini –dev’esserci un’odontoiatria di dignità che si occupi dei lavoratori a basso reddito senza contratto e senza welfare aziendale. Anziché rivolgersi all’abusivo, nei casi più problematici, oppure scappare all’estero (è l’esperienza raccontata per il Friuli Venezia Giulia dalla Tesoriera AIO Maria Giovanna Cotugno ndr) questi cittadini dovrebbero poter contare su quegli studi dentistici che oggi vedono solo il 40% di tutti gli italiani mentre il resto non può permettersi il dentista o ritiene di non poterlo fare».

I lavori romani sono stati occasione per fare un punto con università ed ospedali sull’offerta del servizio sanitario, con tre esempi (Roma, Milano, Friuli VG) e, come ha spiegato il Presidente AIO Gerhard Konrad Seeberger, sull’importanza di coinvolgere tutti i tasselli della società nella sfida di riportare alla sostenibilità le cure odontoiatriche e la prevenzione dentale. Seeberger ha ricordato che nel 2019 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha varato un Global Oral Health Action Plan con due obiettivi principali da raggiungere nel mondo entro il 2030: garantire all’80% della popolazione l’accesso alle cure (in Italia molti ricorrono al volontariato perché la sanità pubblica non ha un’offerta in grado di coprire tutti); e ridurre del 10% il carico economico della malattia orale insieme a quello delle altre malattie non trasmissibili (cancro, malattie cardiovascolari, malattie polmonari, malattie mentali, diabete). «L’Italia è in pole position per raggiungere questi obiettivi –dice Seeberger – ha operatori di enorme qualità, tecnica ed umana, consapevoli del valore della sicurezza per il paziente come si è visto in pandemia. Ma i governi devono avere il coraggio politico per investire sulle professioni del dentale, sulle loro prospettive, sulla loro crescita. E si deve puntare sul “coaching”, l’educazione sanitaria nei confronti dei cittadini». Seeberger ha infine ringraziato, accanto al Ministro Schillaci ed al Professor Gherlone, i Presidenti dei corsi di laurea intervenuti nella tavola rotonda.

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