Le forze politiche aprono alla possibilità di far intervenire il Servizio Sanitario Nazionale per coprire le spese di prevenzione dei clienti dai redditi più bassi, ma per essere “convenzionato” il dentista deve intraprendere un percorso di trasparenza e certificazione degli operatori sul modello delle nuove “farmacie dei servizi” e soprattutto eliminare l´abusivismo. E´ l´orientamento espresso a Roma all´incontro del Tavolo del Dentale sia dal Pdl sia dal Pd: da uno dei due partiti uscirà con ogni probabilità la linea politica del futuro governo.

In occasione dell´evento il leader dell´Associazione Italiana Odontoiatri Pierluigi Delogu si è spinto a proporre l´introduzione di un voucher: «Il dentista come e talora più del medico di famiglia vede i pazienti sani fino a prova contraria e compie osservazioni e manovre che si inscrivono a titolo più o meno “oneroso” nella prevenzione. Per tali prestazioni colossi della vendita on line offrono ai cittadini iscritti buoni spendibili a prezzi scontatissimi. Può la sanità pubblica fare la stessa cosa per prestazioni essenziali, di prevenzione, che gli indichiamo noi dentisti nell´interesse del paziente?» Risponde Beatrice Lorenzin (Pdl): per legarsi al Ssn il dentista deve diventarne un presidio (come la farmacia) ma dev´essere scremato dagli abusivi. Va dunque approvata al più presto la legge, ferma in Senato, che inaspriva le pene ad abusivi e prestanome. Luciana Pedoto (Pd) propone di aggiornare le tariffe sociali per le prestazioni odontoiatriche più diffuse per trovare soluzioni più adatte al momento di crisi. E apre all´adozione di un tariffario minimo nazionale per tutte le prestazioni odontoiatriche. Ma Lorenzin (Pdl) ricorda che già le tariffe odontoiatriche pubbliche si abbasseranno con l´arrivo dei costi standard, che impongono alle Asl di acquistare i materiali ai costi sostenuti dalle regioni più “risparmiose”.

Altro tema chiave è introdotto dal leader Andi Gianfranco Prada: può lo stato incentivare lo sviluppo degli studi professionali evitando di considerare nella dichiarazione dei redditi del dentista i soldi spesi per l´innovazione come fonte di reddito, concezione che penalizza chi investe? Per Lorenzin (Pdl) solo se il dentista è inquadrato come operatore sanitario si possono varare incentivi che disgiungono le spese sostenute dagli incrementi di reddito e cambiare gli studi di settore. Dunque, eventuali sgravi sono condizionati a non considerare l´attività odontoiatrica un impresa, ma un presidio sanitario.

Mauro Miserendino

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