«Il consenso? Nel mio caso non credo sia figlio del carisma, ma della disponibilità e della prontezza nel rispondere alle richieste d'aiuto. Quando penso ai bisogni della professione odontoiatrica, Immagino ciò che piacerebbe a me e lo proietto sui colleghi.

Questo metodo ha sempre funzionato, insieme alle richieste dei soci che abbiamo avuto in tutti questi anni». Parla Enrico Lai, Tesoriere dell'associazione Italiana Odontoiatri, cagliaritano, classe 1969, dentista libero professionista ed alfiere di una visione dell'odontoiatria molto vicina alle istanze della libera professione.

Negli anni Ottanta fresco di diploma liceale classico, Lai si era iscritto a Medicina, ma dopo un anno capisce che la sua strada è fare il dentista.  Non lo comprende subito. Capita che un suo amico voglia superare il test di odontoiatria e lui decide di andarlo ad aiutare, forte degli esami già dati . Risultato, l'amico non passa l'esame e lui invece sì.  Da allora inizia una cavalcata.

Lai non è figlio d'arte, a casa sua non si mastica odontoiatria ma lingue straniere.
Lui stesso ama la storia quasi quanto l’odontoiatria.
Ma ha vocazione a mettersi al servizio degli altri, e un'altra vocazione, quella di organizzare eventi. L’ha fatto per le più belle discoteche del Sud Sardegna e ha iniziato da poco a farlo anche in ambito associazionistico europeo fino ad arrivare a ricoprire ruoli apicali nel più grande network studentesco europeo: Aegee Europe. «Ho aperto il mio studio nel 2000, e i primi pazienti li ho avuti grazie a un sapiente passaparola», ammette.

Come approda al sindacalismo?

«Mi avvicinai ad Aiso,l'associazione degli studenti in odontoiatria. Poi in seguito, conobbi Aio in un modo singolare: i dirigenti di allora avevano prenotato una sala all'università ma all'ultimo momento quando l'assemblea era in corso, vennero dei dentisti Andi e dissero che i colleghi di Aio non potevano stare li. Giurai a me stesso che mi sarei iscritto all'AIo, che poi era il sindacato del mio correlatore di tesi, il dottor Stefano Oddini Carboni, presidente allora di Aio Cagliari. Dopo la laurea (1995) e due anni di assidua militanza divenni tesoriere. Era l’ottobre 1997, e quella carica non l'ho più lasciata».

E da qui arriva all’ordine dei Medici di Cagliari.

«Dopo tanta esperienza in AIO, e dopo che sono stato chiamato a gestire gli eventi culturali del sindacato, mi è stato chiesto se volessi candidarmi e da 12 anni sono un componente della commissione albo odontoiatri e da sei sono consigliere dell'ordine, essendo stato uno dei due consiglieri più votati».

Lei è anche tesoriere Aio Nazionale da vari mandati…

«Dal 2002 per la precisione. Mi volle nel consiglio l'allora presidente Giulio Del Mastro. Correvano le  elezioni di fine 2001. Un anno dopo , a Napoli vennero a trovarmi in stanza in tre (Giulio Del Mastro, Claudio Brucco e Alessandro Rampello, ndr) e mi “chiesero” se volessi cimentarmi come tesoriere nazionale. Quasi non mi lasciarono scelta. Da allora sono Tesoriere Nazionale Aio, evidentemente sono state apprezzate le mie doti gestionali».

Appunto, quali doti ci vogliono per fare il tesoriere di un’associazione?

«Non tanto doti di contabilità o carisma, quanto capacità organizzative. Quelle servono. E serve onestà, sapere cosa fare e volerlo realizzare nei tempi più brevi. Infine serve serietà e costanza e credo di averle dimostrate in questi anni, con i fatti».

In Aio lei è anche responsabile dell'attività di aggiornamento.

«Anche l'educazione continua fu presa in carico dall'Aio di Del Mastro a inizio secolo, e inizialmente si trattava di poca roba, uno due corsi l'anno. Quando mi fu chiesto di occuparmene per organizzare i corsi, accettai di buon grado un impegno che appariva tutt'altro che ingente.
Ma poi siamo passati a 20 e poi a 200 corsi l'anno, e abbiamo incominciato la trafila: prima organizzatori, poi provider provvisori, infine ora attendiamo il passaggio a provider standard incaricati di accreditare da noi i corsi sotto il controllo Agenas.
Con le presidenze Del Mastro e Seeberger e grazie al grande lavoro di Giancarlo Couch siamo riusciti ad avvicinare il mondo della formazione americano, e a confrontarci dapprima con la Chicago Dental Society, quindi con l'American Dental Association che l'anno scorso, sotto la presidenza di Pierluigi Delogu, ci ha consentito di accreditare i nostri eventi con i crediti ADA CERP.
Una soddisfazione immensa, vuol dire che la nostra formazione e’ riconosciuta  negli Stati Uniti. Aio è l'unico ente formatore in Italia a poter assegnare questi crediti».

Quanto tempo le occupa la sua attività in Aio?

«Molto. Dedico all'associazione un giorno la settimana e quasi tutto il tempo libero dal lavoro. Discorso a parte il mio ruolo agli esteri, dal 2006 chiamato dal Presidente Seeberger nella delegazione Italiana per FDI ed Ero dove al momento copro rispettivamente i ruoli di National Liasion Officer e di Auditor. Tutto si è complicato negli anni, ma è anche vero che la tecnologia – uno dei miei hobby – ci ha tolto una miriade di problemi. Peraltro, fortunatamente, sono aiutato da due segreterie, quella Nazionale e quella Ecm. Mi piace lavorare in gruppo e ho avuto la fortuna di circondarmi di compagni affidabili (tanti da non poterli nominare tutti) con cui condivido gli stessi obiettivi. Senza dimenticare la pazienza di mia moglie Alyona e mio figlio Sergio, che mi lasciano dedicare tanto tempo all’AIO, insieme ai miei collaboratori in studio».

Lei è anche l'organizzatore dell'attività culturale di Aio Cagliari – Oristano.

«Anche qui dobbiamo partire da lontano. Dopo 4 anni di tesoreria a Cagliari, essendo cresciuti i numeri della sede, editammo una nostra rivista e promuovemmo il Simposio regionale che dal 2002 per dieci anni si è tenuto al centro dell’isola. Visti i numerosi partecipanti, dal 2013, ci siamo trovati una sede più ampia e con dotazioni avanzate a Cagliari, con relatori nazionali ed internazionali. Il percorso culmina il 20 e 21 giugno, con il Congresso Sidt, arricchito dalla presenza di Antonella Polimeni , Presidente del Collegio dei Docenti. A dicembre, inoltre, torna il Simposio Sardo con Giovanni Zucchelli, tra i padri della parodontologia italiana insieme a Angelo Putignano al top tra i docenti di estetica dentale. In sintesi, la Sardegna garantisce grandi location e concentrazione per percorsi culturali complessi».

L'abbinamento funziona?

«Trovo aiuti molto la riuscita dei corsi. Tanto che Aio nazionale ha deciso di organizzare nel 2015 il suo congresso più prestigioso di sempre a Chia Laguna, un angolo selvaggio di costa sarda. Saremo a giugno e in quella stagione la nostra regione, già facile da raggiungere da tutta Europa, offre il suo meglio. Vi aspettiamo».

Lai si congeda ma ci ripensa un attimo, aggiunge: «Vorrei non emergere come il personaggio che risolve situazioni, ho avuto la strada spianata da collaboratori validi, una su tutti, Rossella Galisai, collega cagliaritana, ho avuto e continuo ad avere amici veri, sono riuscito a incontrarli, senza il loro aiuto non sarei qui a cercare di organizzare ogni anno un congresso più bello; dal primo Simposio Aio Sardegna sono passati 12 anni, tutto grazie al lavoro di squadra compiuto insieme a tutti coloro con cui ho costruito questo sogno, qualche nome? Marcello Masala, Gerhard Seeberger, Pierluigi Delogu, Stefano Oddini Carboni, Stefano Dessi, Francesco Orru, Luca Pilia, Claudia Cherchi, Nicolas Arnould, Rolando Pinna, Andrea Monni e Roberto Falconi . Un grazie enorme pure a Hugo Bertagni, Elisabetta Cotti, Francesco Mangani e Bedros Yavru Sakuk».

 

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