I dentisti scommettono sull’educazione alla prevenzione tra i detenuti, nella Giornata Internazionale per la Promozione della Salute Orale. Mentre nelle altre piazze d’Italia compaiono i gazebo dell’Associazione Italiana Odontoiatri e della Fédération Dentaire Internationale e gli odontoiatri incontrano i cittadini, come nel resto del mondo, nel Capoluogo berico il World Oral Health Day, il 20 marzo, si festeggia diversamente, con una giornata nella Casa circondariale. «L’obiettivo è sensibilizzare la popolazione carceraria alla prevenzione, capire di che cosa c’è bisogno e soprattutto insegnare come si tengono spazzolini e dentifrici, come si preserva l’igiene di questi strumenti e naturalmente dei denti, e cercheremo di spiegare queste cose inizialmente nella mattinata di giovedì 20 con lo staff medico e i vertici della Casa circondariale – spiega Elena Bertuzzo, animatrice dell’evento vicentino ed esponente di Associazione Italiana Odontoiatri – ma successivamente parleremo direttamente a gruppi di detenuti, nell’ambito di un programma formativo-informativo, ricordando che la prevenzione orale, pure in situazioni di precarietà, aiuta ad allontanare anche patologie del resto dell’organismo, evitando infiammazioni complesse».

Stefano Tolio direttore sanitario della Casa circondariale di Vicenza parla di un’ottima idea. «Oggi l’istituzione carcere è al centro di polemiche per il sovraffollamento, ma bisognerebbe anche agire per rendere migliori le condizioni di vita. I problemi di salute tra i detenuti sono numerosi, malgrado l’età relativamente bassa. L’incidenza di difetti della masticazione e di malattie del cavo orale costituisce la seconda patologia più frequentemente rilevata nella popolazione carceraria dopo la tossicodipendenza e si traduce in una costante e forte richiesta di assistenza. Tre i fattori predisponenti: la tossicodipendenza diffusa nel 40% dei detenuti vicentini; la consistenza della popolazione immigrata (70%) proveniente da contesti sanitari talora meno attenti alla prevenzione; e il disagio economico che colpisce la grande maggioranza di queste persone e si traduce talora in trascuratezza anche dal punto di vista igienico». Ogni carcerato all’ingresso è dotato di spazzolino e dentifricio, «ma in spazi ristretti, con celle in cui si convive mediamente in tre, è facile che le buone abitudini di prevenzione si perdano, o non si acquistino, né è ancora automatico disporre della possibilità di cambiare spazzolino a cadenze prestabilite. Per questo–conclude Tolio –è essenziale istituire momenti di prevenzione e sensibilizzare i cittadini sui problemi dei detenuti, perché il mondo “di fuori” resta un riferimento di fronte alle problematiche sanitarie del pianeta-carcere».

 

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