L´attività di un sindacato  ha senso nella azione di supporto alla categoria per mettere in atto tutti i mezzi sia politici sia con azioni legali sia nella capacità di creare una rete di consensi   volti a snellire le procedure burocratiche  che vengono presentate  come un miglioramento della qualità, ma che altro non sono che delle asfissianti gabbie  nelle quali si vuol far soccombere l´idea stessa di libera professione. Per questo motivo l´AIO, in tempi non sospetti (più di un anno fa) ha presentato un documento ufficiale al Ministero della Salute, ove si chiedeva l´attivazione di un tavolo tecnico  sulle autorizzazioni in campo sanitario per arrivare ad un linea di indirizzo, finalmente,  uniforme sul territorio nazionale e soprattutto che porti ad uno snellimento delle procedure per avviare una attività di tipo privato non in regime di accreditamento.  Il documento è allegato a questa nota e  in esso si chiede chiaramente di escludere dalla procedura di Autorizzazione gli studi professionali  privati. Questa linea politica, condivisa da moltissimi colleghi, è la base da cui parte la nostra azione.

Il 28 Marzo u.s. la Regione Lazio ha emanato il Decreto n°38, concernente la Richiesta di Conferma di Autorizzazione per gli studi Specialistici, tra cui quelli Odontoiatrici. L´AIO ne è stata informata, solo una settimana prima della pubblicazione in Gazzetta. La norma richiedeva di presentare una serie di documenti, di cui peraltro la Regione era già in possesso dal 2007, entro soli 60 giorni. Nessun avviso, nessuna concertazione nemmeno tentata con i Rappresentanti di Categoria. È stata immediatamente organizzata una richiesta comune di AIO, ANDI e CAO del Lazio per ottenere una proroga e alcune modifiche basilari e per cercare di snellire la pratica, che consisteva nell´inserire i documenti preventivamente scannerizzati su una Piattaforma informatica, che nessuno aveva ancora visto, né esplorato. Successivamente, il 21 Aprile la Regione ha emanato il Decreto n°43, con alcune delle correzioni richieste e la proroga dei termini al 31 Agosto. La Piattaforma però è diventata operativa e fruibile solo il 16 Maggio, e a quel punto sono iniziati i problemi.

Nonostante le precise garanzie circa la semplicità, non onerosità, e immediata risoluzione della pratica, con contestuale rilascio dell´Autorizzazione a fine procedura, la piattaforma si è rivelata un disastro, con continue modifiche sollecitate dagli utenti e, finora, tre (3!) versioni del manuale di istruzioni, che conta 94 passaggi ed oltre 100 pagine…

A questo decreto, si è opposto il pragmatismo e lo scetticismo dell´AIO Roma e AIO Lazio, circa l´effettiva necessità e soprattutto legalità di tutta la manovra. Da qui la decisione obbligata di fare ricorso ai due Decreti, per il primo al Capo dello Stato, per il secondo direttamente al TAR del Lazio.

Ora l´azione dell´AIO si sta svolgendo su due piani:

Il primo è quello legale con un ricorso al TAR , al consiglio di stato e presso la comunità europea sull´opportunità o meno del regime autorizzativo per l´attività libero professionale  degli studi privati  in un sistema di riforme dove si parla tanto di liberalizzazione e semplificazione.

Il secondo è politico e abbiamo avviato consultazioni sia al livello regionale che nazionale per portare delle proposte operative che  possano risolvere l´intoppo burocratico che sta diventando un problema  non solo nel Lazio ma anche in altre regioni e che di fatto ha determinato una variegata  e multiforme  disparità di  trattamenti nel territorio nazionale.

Facciamo il punto della situazione.

La legislazione sanitaria in Italia è sotto l´egida regionale, e nel Lazio la Legge 4/2003 regolamenta le “norme in materia di autorizzazione alla realizzazione di strutture e all’esercizio di attività sanitarie e socio-sanitarie, di accreditamento istituzionale e di accordi contrattuali”. Se fosse stata correttamente applicata, non avrebbe portato a questo caos. Purtroppo nel 2007 fu la stessa Regione Lazio, con il Regolamento n°2, a complicare tutto, chiedendo invece del semplice atto notorio, tutti quei documenti che 33000 Medici e Odontoiatri hanno dovuto inviare cinque anni fa in triplice copia, senza peraltro a tutt´oggi aver ottenuto alcun rilascio di certificazione. È questa una Regione disponibile a risolvere le nostre problematiche, o è piuttosto quella che le crea? E come mai la “neonata Commissione dell´Odontoiatria”, creata per dimostrare la volontà della Regione di appianare le tante divergenze, non si è MAI (!) riunita finora, 18 luglio?

Nell´attesa, l´AIO Lazio si è attivata con lettere aperte indirizzate alla Presidente della Regione Lazio, in qualità di Commissario ad acta per la Sanità. Grazie a queste, per esempio, la Regione adesso indica con precisione e senza più i termini collettivi e vaghi i documenti eventualmente mancanti nella richiesta di autorizzazione all´esercizio.

AIO Lazio vuole ricordare come  la decisa azione contro i suddetti decreti si  basi su fondamenti legislativi  ben chiari, perché  la Legge Regionale 4/2003, qualora la si leggesse in  maniera approfondita, presenta due articoli che rispondono per noi: all´art. 5 lo spirito di concertazione del Legislatore prevedeva espressamente che perfino per decidere i requisiti minimi per il rilascio dell´autorizzazione alla realizzazione e all´esercizio venissero sentite preventivamente le organizzazioni sindacali. PRIMA! Non DOPO! Né sarebbe stata necessario ulteriore confronto con le parti, visto il dettato proprio della legge.

L´art. 23  alla fine della norma, elenca invece le leggi abrogate dalla nuova disposizione, come usualmente succede. Non tutte le precedenti, solo quelle nella lista. Le leggi nuove NON necessariamente annullano tutte le precedenti: il Testo Unico delle Leggi Sanitarie del 1934, per esempio, variamente emendato, è tuttora in vigore, come anche un altro ben conosciuto Regio Decreto, addirittura del 1928, n°1334, che ancora norma l´arte ausiliaria dell´Odontotecnico.

Noi dell´AIO siamo desiderosi che un sistema uniforme sul territorio nel rispetto delle norme permetta di mettere al centro la tutela del paziente; rifiutiamo invece il regime autorizzativo, che ci viene non già proposto, ma letteralmente somministrato in un ridicolo alternarsi di strafalcioni legislativi e superficialità.

AIO: INFORMARE PER DIFENDERE LA PROFESSIONE.

LEGGE 4/2003 http://www.medicoeleggi.com/argomenti01/regioni/200583.htm

DECRETO 38/2012

http://www.aslrmf.it/joomla/pdf/dip%20prevenzione/strutture_san_nn_accr/DCA_U00038_2012.pdf

DECRETO 43/2012

http://www.aslrmf.it/joomla/pdf/dip%20prevenzione/strutture_san_nn_accr/DCA_U00043_2012.pdf

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