La pensione del dentista libero professionista, previdenza o provvidenza? E’ un titolo emblematico quello che Associazione Italiana Odontoiatri di Roma ha deciso di dare all’incontro che organizza sabato 17 maggio dalle 8.30 alle 14.00 alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Tor Vergata (via Montpellier 1-Roma). L’obiettivo dell’incontro, aperto a tutti, è fare il punto tutti insieme sulla situazione previdenziale che aspetta gli odontoiatri, in particolare i più giovani.
Dopo il saluto delle Autorità e della2 professoressa Paola Cozza direttore del corso di laurea in odontoiatria dell’ateneo capitolino, si parlerà della riforma dello statuto dell’Ente con il segretario nazionale AIO Angelo Raffaele Sodano, che è Presidente della Consulta Libera Professione Quota B, ma anche delle criticità – che verranno esposte dall’esperto collega Renato Mele – e si rifarà il punto sulle problematiche autorizzative degli studi odontoiatrici laziali, dopo l’incontro organizzato da AIO il 25 gennaio scorso con la Regione e l’Ordine. Chiude una tavola rotonda moderata da Danilo Savini, con Fabrizio Santori della Commissione Politiche Sociali del consiglio regionale del Lazio, Simona Marcucci presidente AIO Lazio, e Giovanni Migliano presidente AIO Roma.
«Con questo incontro, aperto a tutti, AIO dimostra con i fatti il proprio impegno a tutela della libera professione ed offre uno scorcio sull’attività della Fondazione Enpam, specie in vista dell’approvazione del nuovo statuto», dice Migliano. E sottolinea: «Gli oneri contributivi che ci permetteranno di conseguire le nostre pensioni andranno incontro nei prossimi anni a rincari progressivi che li porteranno a incidere per circa il 19,5% del nostro reddito imponibile. Affronteremo la questione con la partecipazione di colleghi che vivono dal di dentro l’attività dell'organo previdenziale di odontoiatri e medici, per aiutarci a chiarire aspetti che possono sfuggire ai più, ma che sono fondamentali ai fini di una corretta organizzazione della nostra attività. Dopo una vita passata a lavorare, è un nostro diritto sapere le cose».