Il contratto di lavoro dei dipendenti di studio -tema caldo del VIII Congresso Politico AIO – si riverbererà anche in questo 2019, c’è da scommetterci. Previsto dal contratto di lavoro firmato da AIO con CIFA e Confsal Fials, l’assistente di studio odontoiatrico è anche al centro di un provvedimento della conferenza stato-regioni. Ma il contratto ASO è anche altro: innanzi tutto welfare, come spiega Giulio Del Mastro, past president della nostra associazione su Dental Tribune. Che successivamente “intervista” il Presidente Fausto Fiorile: una chiacchierata informale di cui rubiamo uno stralcio importante, questo botta e risposta:

  1. Puoi sottolineare almeno tre motivi che dovrebbero convincere un titolare di studio ad aderire al CCNL Aio – Cifa – Fials?

Il primo è sicuramente legato al fatto che si tratta di un contratto AIO, firmato per i propri soci dopo un lavoro molto lungo: il senso di appartenenza all’associazione dovrebbe portare ogni titolare ad applicarlo. Al di là di questo, si tratta di un contratto unico, peculiare, costruito sulle esigenze dello studio odontoiatrico e che consente vantaggi sia dal punto divista economico sia da quello organizzativo. Pensiamo alla possibilità innovativa di rendere flessibile l’orario di lavoro: col monte ore di questo contratto, ad esempio, potremmo impegnare il dipendente con un orario prolungato tre giorni la settimana e lasciarlo a casa gli altri due. Un terzo punto di forza è rappresentato dal fondo per la formazione collegato a Fonarcom: un’opportunità importante sia per organizzare momenti formativi riservati al team odontoiatrico sia per attingere a risorse importanti. Questo tipo di programmazione potrà partire nel momento in cui la massa critica di adesioni raggiunte permetterà di capitalizzare il denaro che già oggi ogni titolare versa, qualunque contratto applichi.

Sempre legata alla prevista diffusione del contratto fra i colleghi sarà l’attivazione della cosiddetta contrattazione di secondo livello, fondamentale per poter attivare una serie di servizi di welfare estremamente importanti; questi avranno vantaggi sia per il dipendente – che potrà avere premi in welfare anziché economici – sia per il titolare che, a parità di esborso, risparmierà sulla contribuzione. Pensiamo, ad esempio, alla possibilità di pagare la rata del mutuo del dipendente piuttosto della retta dell’asilo o la quota della palestra. Innovativo, no?

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