L’accesso al corso di laurea di Odontoiatria oggi è un tema vitale per la professione tanto che Associazione Italiana Odontoiatri vi dedicherà il Congresso politico il 22 novembre prossimo a Roma. Il sistema di programmazione in Italia fa acqua da tutte le parti, il numero chiuso ha fatto il suo tempo, 2 mila riammissioni in blocco da parte del Tar per un difetto nello svolgimento del test in una sede ne sono la prova tangibile, ed altre ammissioni presumibilmente si aggiungeranno in autunno. Così la programmazione salta.  Ma quale programmazione? In Italia:

–       • non si commisura il numero di professionisti in rapporto ai fabbisogni della popolazione;

–       • pur essendo partiti dopo gli altri paesi europei i corsi di laurea sono diventati 34, più che in Inghilterra o Francia…

–      •  …e più che in Spagna,Romania,  Slovakia, Bulgaria, Svizzera dove però c’è capienza tanto che ci vanno a finire molti studenti italiani

–       • …e ancora c’è posto per aspiranti odontoiatri italiani in paesi extra-Ue (Università di Tirana);

–      • dei 34 corsi italiani pochi sono quelli i cui insegnamenti sono coperti da docenti di ruolo, e c’è carenza di tutor titolari, alcuni hanno pochi iscritti… dov’è qui la qualità?

Come rendere i nostri corsi attrattivi e adeguati ai fabbisogni nonché a formare professionisti all’altezza di un mestiere difficile sotto tutti i punti di vista? A.I.O. fino a ieri pensava che il consesso giusto per rispondere alla domanda fossero gli stati generali dell’odontoiatria convocati dal presidente Cao Giuseppe Renzo. La scorsa settimana a Roma si doveva parlare di accesso alla professione e sul profilo odontotecnico. Tuttavia Renzo oltre a Cao ha invitato Aiso, il Cceps, il Collegio dei Docenti, la Conferenza dei Presidi, Coi-Aiog, Cic, e Andi ma non A.I.O. Richiesto dal Presidente A.I.O. Pierluigi Delogu di spiegare il mancato invito, il Presidente Cao afferma che A.I.O. può stare alla riunione solo come uditore e che lui può invitare chi vuole, e nominare come vuole i consessi."

Il Presidente A.I.O. Pierluigi Delogu ricorda :" AIO evidentemente non è più invitata agli stati generali, anche se inizialmente lo era. E' un autogol per tutto il mondo odontoiatrico ritenere di poter fare a meno di una componente rappresentativa: la professione odontoiatrica, quella che ha ispirato la legge 409 – legge che storicamente ha vinto – e non quella di tutte le stagioni, è rappresentata più di tutti da A.I.O. Per questo siamo da tutti riconosciuti come i veri rappresentanti dell'Odontoiatria italiana moderna, nata dalla direttiva europea del 78 ed inserita nel contesto internazionale come professione autonoma, fieri di essere sempre stati i paladini di principi tendenti a dare identità e dignità al ruolo dell'Odontoiatra e dell'Odontoiatria. Perciò un consesso privato di alcune componenti odontoiatriche non si può chiamare oggettivamente stati generali dell'odontoiatria. A.I.O. d’ora in poi si troverà in imbarazzo a citarlo con iniziali maiuscole».

«A.I.O. – conclude Delogu – andrà avanti per la sua strada, sulla formazione come sui ruoli di Odontotecnici e Igienisti Dentali, e sugli altri temi, certa della propria credibilità, frutto dei tanti risultati per la comunità per i pazienti italiani e gli odontoiatri del mondo, e dei propri argomenti. Lo farà nel consueto rispetto delle altre forze della Professione e senza mai perdere di vista i giovani colleghi. Ma non tollererà MAI PIU’ che chicchessia utilizzi argomenti risibili per eludere i problemi da noi posti, o per non affrontarli."

 

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