I Relatori e il presidente AIO Lazio Dr. Giovanni Migliano

I Relatori e il presidente AIO Lazio Dr. Giovanni Migliano

Cari Colleghi,

desidero informarvi sulla cronaca dei due giorni organizzati a Roma il 18-19 u.s. dall´Associazione Italiana Odontoiatri, Sezione Lazio e Provinciale Roma, con invito dell´AIG nelle persone della dr.ssa Monica Casadei del dr. Eugenio Tanteri e del sottoscritto per discutere, con i Colleghi dell´Università di Roma “La Sapienza”, appartenenti alla Divisione Maxillo-facciale e di Ortodonzia, l´argomento “La terapia occlusale nel paziente disfunzionale”.
Ho avuto il piacere di constatare che ancora oggi giovani odontoiatri, con abnegazione, sacrifichino impegno e tempo per organizzare e stimolare la categoria a partecipare ad eventi non solo scientifici, ma associativi fondamentale elemento di potenziale forza verso la sempre più veemente ed ostica aggressività politica ed economica alla nostra professione (a Roma seduta di igiene EUR.9.00= euro nove).
Ringraziando il principale coordinatore, il presidente AIO Lazio dr. Giovanni Migliano per l´amichevole e calorosa accoglienza, e penso di interpretare anche l´idea di Monica Casadei e di Eugenio Tanteri, la positiva e proficua esperienza di scambi culturali abbia anche rilevato come differenti siano i percorsi metodologici, per la necessità dell´indirizzo didattico rispetto a quello libero professionale, ma entrambi tendenti con impegno comune nello scopo ultimo di trattare ed ottenere un positivo risultato nel paziente disfunzionale.
La successione dell´evento è stata iniziata dal prof. Di Paolo, chirurgo maxillo-facciale, il quale ha affrontato l´argomento “I principi di trattamento gnatologico delle DTM”. La letteratura internazionale non fornisce una esauriente spiegazione degli ancora molteplici irrisolti e sconosciuti fattori eziopatogenetici tanto che attualmente molti presidi gnatologici utilizzati sono commerciali e non medici (placche elastiche) quindi non personalizzati dall´odontoiatra, che vengono pubblicizzati e liberamente venduti in farmacia, e, anche se scientificamente riprovevole, diventano un indiretto mezzo di informazione pubblica per una patologia trascurata se non sconosciuta.
La guida per affrontare e cercare di risolvere i problemi disfunzionali del paziente si basa su un approccio che richiede sempre un inquadramento globale per le reciproche correlazioni con le varie parti del corpo quindi da richiedere anche l´importante collaborazione del fisioterapista.
Infatti per interrompere la catena disfunzionale responsabile delle deviazioni posturali è stato l´argomento affrontato dalla relatrice fisioterapista Colonnelli con la presentazione del “Trattamento fisioterapico dei DTM” illustrata in modo perfetto, organico e didattico, secondo la metodologia dell´amico Mariano Rocabado, il cui risultato è di grande efficacia. Come ho là esposto, la mia esperienza consiglia che l´azione del fisioterapista non sia un occasionale evento, ma deve essere ripetuto nel tempo, non solo per correggere gli acquisiti atteggiamenti viziati, che regolarmente si ripresentano, ma, in una situazione di rilassamento, l´azione dell´operatore con il contatto manuale ed il gentile, pacato ed amabile insegnamento è in grado di produrre anche una importante azione di elevato rinforzo psicologico.
E´ seguito l´argomento “Scelta e guida del bite: caratteristiche e basi di azione delle placche occlusali” da parte del dr. Falisi. La mia immediata osservazione rileva che
non è chiaro cosa sia un bite rispetto a una placca occlusale, ma tutti i Relatori della scuola romana hanno questa nomenclatura; l´argomento si è basato principalmente sulla classificazione delle innumerevoli placche odontoiatriche tutte protese nell´essere utilizzate per la correzione della disfunzione delle ATM differendo per forma e per alcune discutibili funzioni, ma essendo fornite dalla letteratura internazionale occupano spazio nelle didattica universitaria.
La mia presentazione “La terapia biomeccanica reversibile con placche gnatologiche” ha esposto i nostri ben conosciuti concetti della terapia reversibile, ma dando importanza che ogni attività in campo disfunzionale deve essere tutelato dalla nostra diligenza e professionalità a difesa dalle ingiuste rivalse medico legali.
Sono seguiti argomenti come “La gestione pratica delle placche indirette” da parte dei dr. Panti e Papa, e “La terapia delle limitazioni dell´apertura della bocca” presentata dal dr. Rampello.
Il sabato, dedicato alla terapia irreversibile dei DTM, è stato iniziato dal dr. Eugenio Tanteri con “La terapia protesica”, il quale, dopo un excursus storico dell´evoluzione della gnatologia, ha trattato la successione logica e sistematica dell´approccio per risolvere il problema che affligge il paziente con indicazioni che ancora oggi risalgono a passati concetti, ma che portano ad ottenere la costruzione di un elemento (il dente) in armonia con la morfologia più idonea alla funzionalità dell´apparato stomatognatico. Qualsiasi terapia irreversibile non può essere attuata se non dopo aver ottenuto il completo equilibrio neuromuscolare ed organico principali ed assoluti elementi per instaurare una appropriata irreversibile modifica dell´apparato stomatognatico. La presentazione di numerosi significativi casi clinici, seguiti per lungo tempo, confermano quanto la metodologia attuata da Tanteri abbia riposto alle necessità funzionali di un sistema, non del tutto conosciuto, ma se affrontato con logica sequenziale mantiene il desiderato equilibrio.
L´argomento della terapia irreversibile dal titolo “La terapia ortodontica” è stato presentato con meticolosità, prima dalla prof.ssa Galluccio esponendo i principi generali e fondamentali per poter ottenere e mantenere una occlusione armonica nel contesto funzionale della bocca e successivamente, per lo stesso argomento, la dr.ssa Monica Casadei ha illustrato dettagliatamente gli innovativi principi per ottenere, tramite la strabiliante e rapida esecuzione ortodontica secondo la metodologia del prof. Sato della Kanagawa University (Japan), la modifica del piano occlusale, elemento fondamentale per l´armonia funzionale dell´apparato stomatognatico valutata attraverso la sequenza clinico strumentale.
Ha chiuso la sessione il prof. Di Paolo con “La finalizzazione occlusale: indicazioni e limiti” secondo il quale la terapia con placche è un mezzo utilizzato che dalla letteratura non trova giustificazione principale ed assoluta anche perché secondo la sua opinione il mancato progresso scientifico non fornisce la conoscenza di quel essenziale elemento eziopatogenetico indispensabile per una diagnosi clinica della disfunzione temporo-mandibolare.
La discussione su differenti posizioni è sempre un elemento positivo ed ha evidenziato come l´importante e necessaria didattica universitaria differisca sostanzialmente dalla pratica ambulatoriale, la quale invece necessita di avere semplici e specifiche direttive e pur essendo entrambi gli indirizzi metodologici protesi nell´impegno comune di risolvere il problema disfunzionale del paziente, debbo rilevare, senza sminuire l´impegno e la professionalità dei Relatori, che soprattutto dalla presentazione della dr.ssa Monica Casadei e del dr. Eugenio Tanteri si è avuto la risposta alla domanda: “Lunedì mattina in ambulatorio, cosa devo fare a un paziente con un TMD?
Roma 18.19 Novembre 2011
Pier Paolo Magagnoli

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