La nuova legge che regola l’accesso a Medicina e Odontoiatria spalanca la strada ad alcune certezze (non vedremo più la pre-selezione degli studenti con quiz) e a tante perplessità che entro un anno dei decreti legislativi saranno chiamati a sciogliere. AIO propone una riflessione sulla strada da imboccare con il Segretario Sindacale Nazionale Danilo Savini e con Graziano Langone, esperto del tema e tra i promotori del Congresso Politico che AIO dedicò nel 2014 proprio al superamento del “numero chiuso” anche ad Odontoiatria.
di Graziano Langone e Danilo Savini
Il dado è tratto. Dopo il senato anche la camera con 149 sì e 63 voti contrari ha approvato la proposta di legge delega che ha per primi firmatari gli onorevoli Carmela Bucalo e Francesco Zaffini (FdI, il secondo è Presidente commissione affari sociali Senato) e che stabilisce nuovi criteri di ammissione ai corsi di laurea in Medicina, Odontoiatria, Veterinaria. La proposta autorizza il governo ad adottare dei decreti delegati entro 12 mesi per rendere libera l’iscrizione a detti corsi. Non vedremo più il numero chiuso, i Tolc test e i concorsoni d’ingresso. Al loro posto, sarà istituito nelle facoltà un primo semestre comune dei corsi di studi di area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria.
L’ammissione al secondo semestre sarà subordinata al conseguimento di un tot di crediti formativi. Per chi supera quelle materie verrà creata sulla base dei punteggi conseguiti una graduatoria nazionale di merito. In caso di mancata ammissione al 2° semestre, chi ha superato comunque gli esami e conseguito i crediti formativi universitari (CFU) del 1° semestre sarà ammissibile a un corso di studi che ha indicato come seconda scelta. La nuova disciplina è subordinata a criteri di sostenibilità dell’insegnamento negli atenei e ad un monitoraggio dei futuri fabbisogni. Si faranno percorsi di orientamento gli ultimi tre anni delle scuole superiori e corsi di preparazione extra curricolari.
Che dire? È ora di trovare un sistema di selezione adeguato, che consenta l’accesso al corso di laurea a tutti i candidati che abbiano una preparazione aderente al percorso di studi da intraprendere, e nel numero corretto. Ma è chiaro che più di un tot la recettività dei nostri atenei non può andare. Già dal 2014 AIO si interroga sulla possibilità di superare alcune criticità della metodologia di selezione degli studenti per le facoltà a numero programmato, tema a cui fu dedicato un congresso in collaborazione con l’UDU.
La legge approvata in questi giorni impone al governo di assicurare, così come indicato sia da AIO che da altre associazioni, Ordine dei Medici compreso, che la programmazione del numero finale di Medici ed Odontoiatri vada calibrata sia sulle necessità del Servizio sanitario nazionale sia sulle possibilità di accoglienza degli atenei. Bisogna inoltre evitare che chi non accede al secondo semestre blocchi gli insegnamenti con ricorsi o cerchi la laurea estera nelle stesse discipline.
La sfida più dura, però, riteniamo sia sulla modalità in cui s’intende stilare la graduatoria nazionale proposta dal testo base. Infatti, ritenere come unico criterio l’aver solo superato i crediti CFU previsti potrebbe risultare riduttivo e parziale. Ci preoccupa pensare che la graduatoria nazionale dipenda dall’esclusivo o parziale arbitrio di pochi docenti di materie di base, dotati di un potere enorme che potrebbe essere gestito in maniera diversa sul territorio nazionale o addirittura facilmente condizionato. Proprio per questo riteniamo che la soluzione più adatta potrebbe essere quella di proporre un esame unico nazionale , di fonte ministeriale dunque, basato sul programma delle materie del primo semestre, che garantisca a tutti gli studenti un metodo selettivo quanto più possibile oggettivabile e non condizionabile dall’esterno.
Inoltre non possiamo trascurare le conseguenze di questo meccanismo di selezione su altre professioni, come quelle infermieristiche o sanitarie di prevenzione, riabilitazione, diagnosi-terapia: chi non superasse il semestre, ad oggi, sembra possa trovare vie d’accesso preferenziali a questi corsi che però hanno già un sistema d’accesso predeterminato. Non stupiamoci se sorgessero inedite problematicità. Associazione Italiana Odontoiatri è pronta a fare la sua parte se verrà chiamata a dire la sua ai tavoli istituzionali.