Una sentenza storica che va nel segno di un rafforzamento del ruolo dell’ordine a difesa della qualità della prestazione odontoiatrica e del cittadino. E’ il senso di un recente pronunciamento del Tribunale di Cosenza che ha condannato un Odontoiatra per concorso in esercizio abusivo della professione odontoiatrica a risarcire tra l’altro una paziente curata da una soggetto non abilitato e l’Ordine dei Medici, costituitisi parti civili. La vicenda risale al 2012, quando i Carabinieri dei Nas accertano che un titolare di studio odontoiatrico consentiva in sua assenza a un non abilitato di esercitare al suo posto. Il titolare si opponeva al decreto penale di condanna con cui avrebbe potuto chiudere il caso con una pena pecuniaria, al processo si costituivano una paziente danneggiata, un sindacato odontoiatrico e l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri cosentino rappresentato dall’avvocato Maria Maddalena Giungato, che dal 2014 è anche consulente legale di Associazione Italiana Odontoiatri. Di qui il contenzioso e la sentenza, recente.

L’odontoiatra prestanome è stato condannato a 2 mesi di reclusione e dovrà risarcire 30 mila euro alla paziente e 20 mila euro ciascuno alle parti civili sindacali e ordinistiche più le spese legali. Particolare la valenza del risarcimento ottenuto dall’Ordine dei Medici di Cosenza, «in quanto sottolinea – come spiega l’Avvocato Giungato –come la condotta di chi concorre nell’esercizio abusivo concretizzi un pregiudizio per tutta la professione odontoiatrica e comprometta la fiducia del cittadino nel professionista». Anche AIO in questi anni ha spesso sposato la linea di costituirsi parte civile contro gli abusivi e i prestanome seguendo il principio di tutelare prioritariamente il paziente. In linea con le posizioni AIO, da sottolineare le parole dell’avvocato Giungato: «La costituzione di parte civile dell’Ordine è funzionale anche a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità che la professione venga svolta solo da soggetti abilitati che hanno seguito uno specifico percorso formativo e rispondono ad un codice deontologico: le norme che sanzionano l’abusivismo sono una garanzia per il paziente prima che una tutela per la categoria. Non a caso in questi processi si registra la costituzione di parte civile di pazienti che chiedono il risarcimento dei danni cagionati dal dentista abusivo».

Ricordiamo che la legge Lorenzin numero 3 del 2018 ha modificato l’articolo 348 del codice penale inasprendo le pene sull’abusivismo, e aumentando la sanzione da 516 euro precedenti fino agli attuali 50 mila euro massimi per l’abusivo, che diventano 75 mila euro per il professionista prestanome con il rischio di fino a 5 anni di carcere. La vicenda cosentina però era antecedente alle nuove regole e dunque è stata trattata con la normativa pre-vigente, «più lieve ma fino a un certo punto, in quanto – spiega l’Avvocato Giungato – le condanne al risarcimento disposte con la sentenza sono comunque una sanzione civile molto pesante che non sempre viene pronunciata in termini così rilevanti e che quindi ha portato il mondo odontoiatrico, Ordini e Sindacati, a chiedere pene più severe contro il fenomeno dell’abusivismo».

«Il vento sta cambiando», spiega il Presidente AIO Fausto Fiorile. «Molto lentamente, questo si, ma sta finalmente crescendo la consapevolezza, che la professione odontoiatrica è una attività medica che non può essere svolta da chi non ha preparazione e competenza e quindi titoli legali che consentano di tutelare la salute del paziente. A noi pare scontato tutto questo, ma molto spesso per il cittadino non è così. Quante volte ancora oggi, non solo tra la gente comune, ma in ambiti che dovrebbero essere ben più qualificati si usano indifferentemente i termini odontotecnico e odontoiatra evidenziando su questo delicato argomento grande confusione! Tuttora i numeri che riguardano l’esercizio abusivo della professione di dentista in Italia sono allarmanti. AIO ne è consapevole tanto è che da sempre è particolarmente attenta a quanto succede nei territori denunciando alle autorità competenti ogni notizia di possibile reato. La riforma delle pene per l’abusivismo della professione medica e odontoiatrica contenuta nella legge 3/2018 rappresenta un importante strumento per combattere questo fenomeno. Teniamone conto!»

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