Per capire le possibilità di sviluppo della professione in un contesto dove arrivano i fondi integrativi sul mercato occorre capire quanti saranno gli odontoiatri, e molti dati sul contesto universitario non sono incoraggianti. Lo scorso anno Associazione Italiana Odontoiatri aveva dedicato il suo IV Congresso a un processo al numero chiuso, e ad un test d’ingresso all’università inadatto a frenare l’avanzata della pletora. Al V Congresso Politico AIO a Roma il 21 novembre gli studenti di AISO guidati da Emilio Fiorentino offriranno altri dati importanti ricavati da un sondaggio annunciato già l’anno scorso, sullo stato dell’arte dei corsi di laurea odontoiatrici italiani. «L’anno scorso spiegavamo come migliaia di studenti italiani aggirino il numero chiuso iscrivendosi a facoltà e corsi odontoiatrici di atenei stranieri e poi magari rientrando in sordina nel corso di laurea italiano. Fummo profeti», dichiara il presidente AIO Pierluigi Delogu. «Oggi gli atenei stranieri sono addirittura sbarcati, come testimonia l’università rumena Dunarea de Jo che ad Enna propone un corso di Medicina e Farmacia (?) e uno di Discipline Infermieristiche; rettori siciliani e Ministero dell’Università si sono mossi per bloccarla, ma fermare certe iniziative è sempre meno facile e chi esce da un corso in “territorio romeno”, di fatto aggira il blocco all’ingresso istituito dall’Italia per evitare la crescita della pletora odontoiatrica. E come non tornare con la mente allo scandalo dell’Università Nostra Signora del Buon Consiglio di Tirana, un’esperienza in cui un accordo con Tor Vergata per una buona opera solidaristica iniziale si è convertito in un furbo “escamotage” per un percorso di rientro in Italia per studenti italiani?
Delogu, che terrà la relazione congressuale introduttiva con il vicepresidente AIO Fausto Fiorile, cita altre anomalie, come il trentacinquesimo corso di laurea in Odontoiatria varato a Salerno, «in un contesto pletorico in cui non si sentiva il bisogno dell’ennesimo “esamificio”. AIO non distoglie la propria attenzione da questi fenomeni che nel contesto dei “terzi paganti” contribuiscono a rendere più realistici gli scenari di sviluppo della professione».