Dal Documento del Comparto ad oggi quali attenzioni al sistema Dentale

Dal 2012 – anno in cui fu prodotto un documento che chiedeva al Governo aumento della deducibilità dei costi delle prestazioni odontoiatriche e maggior impegno per la Prevenzione – non appare cambiato il contesto in cui il Professionista Odontoiatra che tiene le fila del rapporto fiduciario con i pazienti odontoiatrici si trova ad operare nell’ambito del Comparto del Dentale.

L’Odontoiatra continua a confrontarsi con immutato disagio con un crescente impoverimento professionale che non è soltanto economico e che si concretizza nella perdita di pazienti, attestata dalle statistiche che affermano come solo un 40% degli italiani oggi passi per gli studi dentistici, i quali finora sono stati unico concreto baluardo posto a garanzia della salute orale degli Italiani.

Continua inoltre a confrontarsi con una burocrazia complessa, caratterizzata da gradi differenti d’intervento della Pubblica Amministrazione da Regione a Regione come testimonia l’indagine AIO Eurispes del 2014 “Odontoiatria sistemi regionali a confronto”. Né sono stati introdotti benefici fiscali per chi nella Professione investe di più o per chi fa ricerca o strumenti per combattere la pletora odontoiatrica. Nessuna delle richieste che AIO con altri importanti rappresentanti del Settore formulò nell’ormai lontano febbraio 2013 al Legislatore è stata mai soddisfatta e nemmeno ascoltata.

In questo contesto si colloca la richiesta del Ministero della Salute agli Odontoiatri di attrezzarsi, a quanto pare a costo zero, a una nuova ed inusitata incombenza burocratica:  allacciarsi al sistema di accoglienza informatico del Ministero dell’Economia per consentire la compilazione delle spese mediche relative al modello 730 semplificato è un onere gravoso per la Categoria.

Ben altre categorie e strutture in ambito sanitario e del Servizio Sanitario Nazionale oggi potrebbero provvedere a costi inferiori all’invio telematico delle fatture: Farmacie, Medici di Famiglia, Sportelli delle Aziende Sanitarie Locali. Non si sta cercando con questa frase di scaricare un onere verso altri Professionisti, ma semplicemente di rammentare alla Parte pubblica che per l’informatizzazione di ciascuno di essi c’è una storia, un pregresso fatto di contrattazione, incentivazioni, tabellini di marcia per rendere concreto un progetto altrimenti difficilmente realizzabile o soggetto a possibili contenziosi.

Il dialogo tra categorie e parte pubblica sull’informatizzazione di fatto non ha rallentato più di tanto i processi. Ha consentito di mantenere la concertazione prevista dalla Costituzione e di costruire un’infrastruttura il cui utilizzo oggi produce ripercussioni limitate per i professionisti che abbiamo citato e minime se non pari a zero per le tasche dei pazienti. 

Per contro, la vecchia incombenza riportata sui Liberi professionisti di Medicina e Odontoiatria senza alcuna contrattazione né attenzione alle implicazioni legali (quando non deontologiche) configura nuove responsabilità, oneri economici, e tempi “morti” per chi “trascrive” i dati della prestazione.

Realizzabilità di una contabilità odontoiatrica ai fini del 730 precompilato

Come sindacato rappresentativo della Professione Odontoiatrica crediamo che quest’ultima, nella sua interezza, non possa non giudicare intempestiva e gravosa oltremodo la richiesta del Governo di coadiuvarlo nell’inserire dati personali dei pazienti in un sistema di accoglienza informatizzato perché siano archiviati dal Ministero della Salute e dal Ministero dell’Economia.

Intraprendere un cammino di assunzione di onerose e improprie responsabilità sarebbe possibile solo nel quadro di uno scenario migliorato i relazioni tra Professionisti e Pazienti e tra Professionisti, Pazienti e Parte Pubblica. La nostra Associazione si rende disponibile in queste righe a porre una riflessione in merito alla valutazione se nel breve periodo ci siano i presupposti per i miglioramenti evocati.

Quando si sottolinea come le fasce più basse di reddito disertino gli studi odontoiatrici si manca di rilevare come nei numeri contemplati, nelle riduzioni di esami, estrazioni ed interventi banali riportati dal rapporto Censis 2013, rientrino anche i ceti medi colpiti dalla crisi economica. Tra 2009 e 2013 quest’ultima ha colpito chi ha un dentista di fiducia e nel nostro Paese paga le spese odontoiatriche di tasca sua, cercando qualità prestazionale e rapporto di cura. Italiani che ieri si curavano senza mancare un appuntamento oggi non esistono più per il loro dentista, a meno non li vada a cercare lui. In tutte le statistiche prodotte dai sindacati di settore c’è sommesso questo “pensiero”: come riportare alla prevenzione e alla cura chi non pensa di avere denaro da spendere per le cure odontoiatriche che tradizionalmente – e il recente Decreto Appropriatezza del Ministero della Salute lo conferma – il Servizio Sanitario nazionale non copre?

Un semplice calcolo costo-beneficio

Oggi in realtà il Governo domanda agli Odontoiatri dati che comunque a fine anno contabile i commercialisti trasmettono all’Agenzia delle Entrate. L’incombenza di trasferire dal 2016 gli stessi dati in tempo reale al Ministero della Salute per motivi epidemiologici ed assistenziali poco cambia. E’ lo stesso Sistema d’accoglienza centrale dell’Agenzia delle entrate a raccogliere e rendere fruibili quei dati. In pratica la Pubblica amministrazione chiede gli stessi dati due volte.

Quanto costa lo sforzo richiesto? La maggior parte degli Odontoiatri tiene i dati dei pazienti su Pc ma non li condivide per motivi di tutela della privacy. E’ prevedibile un onere economico, consistente non solo nell’allacciamento all’Adsl per chi ancora non ne fruisce, e alla rete ministeriale, ma anche nel dotarsi di strumentazione idonea a tenere questi dati con precauzioni concordate con la Parte Pubblica. Analogo onere del resto è stato sopportato dai Medici di Medicina Generale (MMG) per i certificati di malattia e la ricetta elettronica, ma dilazionato in anni e con la possibilità di coprirlo parzialmente con un’indennità informatica a € 76 al mese erogata dall’Accordo nazionale, cui vanno aggiunte spese ben più ingenti di volta in volta sostenute dalle Regioni per far funzionare l’informatizzazione negli Accordi locali.

Ove si considerasse duplicata la somma spettante ai MMG rispetto a quella citata in Convenzione, dovremmo ipotizzare per la sola nostra categoria un onere tra i 100 e i 110 milioni di euro per aderire alle richieste governative. E’ ipotizzabile che il Professionista riversi i maggiori costi sul Paziente. Potrebbe trattarsi di pochi euro in più; ma chi non ha reddito sufficiente sarà sempre più portato a disertare gli studi, a mancare occasioni di cura e di prevenzione. AIO non può accettare che questo accada.

E’ altresì prevedibile che l’Odontoiatra non possa espletare le incombenze da solo e debba ricorrere al tempo del Collaboratore con funzioni segretariali o dell’Assistente al Riunito e ciò comporterà ulteriori aggravi di costo ed organizzativi. E’ altresì prevedibile l’impiego di tempo per venire a capo delle “nuove” tecnologie e scegliere i prodotti hardware e software.

Infine, la responsabilità ai sensi di legge nel trascrivere i dati del paziente in caso di errore è tutta del Professionista che diventa Commercialista del Sistema con tutti i rischi del caso.

A tutela della Professione Odontoiatrica non potremmo e non dovremmo acconsentire alla richiesta del Governo per i tre motivi citati. C’è tra l’altro una questione di coerenza politica da porre. Nel momento in cui si chiede di favorire l’avviamento degli studi de burocratizzando le pratiche autorizzative, arriva un onere improprio che in ultima analisi andrà a beneficio di una sola parte dei Lavoratori italiani, i dipendenti. Lo stesso beneficio peraltro è mitigato dal fatto che lo Stato rimborserà il 19% della spesa sanitaria detraendolo dall’aliquota Irpef solo per le prestazioni che il cittadino chiede di render note. E le altre?

In conclusione

AIO non può svendere né i propri iscritti né la Categoria tutta. Occorre quanto meno un passo in avanti del Governo, un impegno a realizzare i punti che erano stati avanzati nel Documento 2013 del Comparto del Dentale qui allegato, ed in particolare uno ci pare impellente e prioritario: la detassazione dei pazienti.

Associazione Italiana Odontoiatri propone che l’informatizzazione dell’Odontoiatra sia una spesa sostenuta “indirettamente” dallo Stato quale investimento per avviare un nuovo sistema di prevenzione odontoiatrica. Si tratta di una spesa sostenibile.

Grazie agli sforzi chiesti a tutti i Liberi Professionisti ben potrà – poiché questo vuole – il Governo conoscere i dati della spesa degli italiani mediata ed out of pocket proprio nel momento in cui essi pagano la prestazione, e calcolare le detrazioni.

In altre parole avrà una fotografia della spesa sanitaria complessiva momento per momento e potrà calibrare interventi in tempo reale: un vantaggio di cui non sappiamo se sia consapevole, ma inestimabile sul passato. Dunque, cambiano gli scenari: si può contrattare un aumento delle detrazioni d’imposta dal quale trarre rosee prospettive per il futuro della Categoria e soprattutto dei pazienti.

Se per ipotesi passassimo dal concetto di mini-percentuale detraibile dall’aliquota Irpef a una discussione sulla detraibilità tendenzialmente totale delle spese odontoiatriche quei mancati incassi distribuendosi nelle tasche del cittadino potrebbero sia ristorare l’Odontoiatra supportando i costi in tariffa dovuti agli investimenti strutturali sia in parte consentire al Paziente di tornare più spesso dal SUO dentista, non rivolgendosi al low cost, non cercando cure avventurose all’estero.

In assenza di adeguato ristoro delle maggiori spese affibbiate alla Professione in termini economici, di tempo e responsabilità inusitate, e –peggio – in presenza di sanzioni non concertate con nessuno, né la Categoria né la Società civile, AIO non potrà altrimenti avallare provvedimenti che portino l’Odontoiatria nel buio della burocrazia più bieca. Legittime diverranno invece le richieste della Categoria di chiedere il coinvolgimento di altre Categorie che non subiscono analogo onere economico.

Siamo tutti reduci da una crisi: ogni sacrificio ulteriore chiesto al Professionista, quale è la spedizione telematica delle fatture, troverà l’Odontoiatra contrario. Solo se l’aggravio burocratico sarà oggettivo contraltare di un “new deal” odontoiatrico Associazione Italiana Odontoiatri potrà essere in grado di discutere al proprio interno e di raccogliere il buono che ci può essere in un’operazione non voluta dalla Categoria ma, tutto sommato, compatibile con un’occasione di sviluppo per tutto il Paese.

 

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