Aio al revolution camp degli studenti universitari di udu a paestum numero programmato, strada sensata ma resa inutile e “classista”
Numero programmato sì o no? Pro e contro della selezione degli studenti all’ingresso a Medicina, Odontoiatria e Veterinaria sono stati snocciolati alla tavola rotonda sull’accesso ai corsi universitari ad indirizzo medico tenuta al Revolution Camp di Paestum il 1° agosto dall’UDU- unione degli studenti universitari. Circa 900 ragazzi per 12 giorni si sono confrontati sui temi del lavoro; all’incontro, moderato da Alessio Portobello (UDU), hanno preso parte il segretario AIO Raffaele Sodano, il Vice Presidente Fnomceo Luigi Conte, Guido Cozza di CGIL Medici e l'avvocato Michele Bonetti (da sinistra nella foto Bonetti, Sodano, Portobello, Cozza e Conte).
Da una parte, come evidenzia Conte, limitare gli ingressi in ateneo crea più chance di lavoro, e “blindato”, a chi entra, porta a bassi indici di abbandono (5% contro una media del 15% delle altre facoltà), e a lauree in tempi canonici per l’80% degli studenti. Infine, calmiera i costi della formazione. Dall’altra, nota Cozza, il test d’ingresso è una lotteria malfatta («intorno alla quale si realizza sempre più un vero e proprio business tra corsi privati e date diverse di concorsi a pagamento») aggirata dai ricorsi e dall’emigrazione dei nostri studenti nei paesi dove non c’è selezione.
Un po’ di storia – La selezione non è un obbligo europeo, anzi s’è salvata per il rotto della cuffia con la sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo del 2 aprile 2013 che lo ha ritenuto non inammissibile. Pratica imposta negli anni Novanta nelle Facoltà professionalizzanti di alcuni paesi dell’Unione Europea, è stata ammessa in Italia ufficialmente dalla sentenza della Corte Costituzionale 383/98. Nessuna direttiva Ue vincola il nostro paese a selezionare chi accede nelle facoltà, anzi i ricorsi ai Tar sono spesso accolti con ammissioni in sovrannumero per i ricorrenti, come sta avvenendo di fronte ai ricorsi Udu dopo il test dello scorso aprile. La selezione non piace in primo luogo all'università come afferma lo stesso avvocato Bonetti sottolineando il tramonto della cultura dei quiz negli stessi Usa: dalla disamina di Bonetti emerge come alcuni atenei (Università Cattolica Roma, Biocampus, San Raffaele) offrano il test in data diversa da quella canonica dando un'altra opportunità a chi ha già risposto ai quiz. Del resto, ricorda Sodano, i primi a chiudere un occhio sui ricorsi furono proprio gli atenei, verosimilmente per aumentare il numero di iscritti. Tuttora le università italiane sono all’origine fenomeni di aggiramento quale l’anomalia – sollevata da AIO in Fnomceo – della sede distaccata di Tor Vergata a Tirana, dove docenti italiani, insegnano, ben pagati e fuori dalle norme Ue, anche a italiani. Risultato? Alla Cao Roma – come riporta l'avvocato Bonetti – nel 2013 a fronte di 60 iscrizioni ben 35 sono state da università straniere. La “reazione” c’è e pesa su studenti e corsi di laurea che nulla c’entrano. Alcuni atenei hanno reso a numero chiuso corsi non medici, mentre la disoccupazione giovanile è al 43,7%. In grandi città come Palermo l’accesso a Lettere e Giurisprudenza è oggetto di selezione (con annesse accuse di familismo e classismo).
Terza via per la selezione – Conte rileva l'importanza di normare gli accessi ai corsi in base alle reali esigenze lavorative, per evitare il proliferare di disoccupati intellettuali che, a differenza di altri laureati, non hanno sbocchi lavorativi diversi dal proprio campo di formazione, ma costano molto allo Stato: un laureato in Medicina grava sulle casse statali per circa 30.000€ annui, oltre al pesante investimento della famiglia (e suo). Per Sodano resta comunque la necessità di regolare in qualche modo gli ingressi ai corsi in vista della seconda grande selezione: l'ingresso alle scuole di specialità italiane, sempre più restrittivo: «I mondi di formazione e professione (e previdenza) non possono viaggiare distanti e finora – dice Sodano – è accaduto proprio questo. I luoghi di riflessione che fin qui si sono ritagliati la primazia della rappresentatività sono compartimenti chiusi, autoreferenziali e autolimitantisi, AIO è entrata nella casa di chi vorrebbe essere professionista domani. Al congresso politico del 22 novembre a Roma vorremmo dare prime vere risposte sugli accessi in Odontoiatria».
L’Igienista Dentale può o no aprire autonomamente uno studio?
Un igienista residente in Emilia Romagna ha richiesto l’autorizzazione ad aprire un studio autonomo, autorizzazione che gli è stata negata dagli organi competenti e avverso tale diniego l’igienista ha proposto ricorso al TAR (contro Comune e ASL).
In corso di causa sulla questione è intervenuto il Direttore Generale del Ministero della Salute Giovanni Leonardi con propria del 18 novembre 2013 che apre alla possibilità per l’Igienista dentale di esercitare le sue competenze in un proprio studio autonomo anche in assenza dell’Odontoiatra.
Per il Presidente AIO Pierluigi Delogu, «quella nota è un mero parere, che, per quanto autorevole, non può segnare l’ultima parola sul tema, al pari della sentenza che verrà pronunciata che, in ogni caso, non potrà esimere il Ministero dal mettere mano ad una chiara regolamentazione della questione nel rispetto della legge e dell’interesse dei cittadini.
Per questo AIO ha scritto al Ministro On. Beatrice Lorenzin e al Sottosegretario Vito De Filippo».
«Il ruolo dell'Igienista dentale – continua Delogu – è fondamentale per migliorare la qualità del servizio in odontoiatria e la sua collaborazione è spesso essenziale per l’efficacia delle terapie praticate, ciò non toglie che la maggior parte delle indicazioni che l’odontoiatra fornisce all’igienista sui trattamenti da praticare sul paziente presuppongono la contestualità o quantomeno la prossimità logistica e temporale dei due professionisti.
Del resto come potrebbe operare l’ID in un proprio studio in soggetti con grosse riabilitazioni implanto-protesiche o forti problemi parodontali senza i necessari strumenti diagnostici di competenza odontoiatrica o come potrebbe fronteggiare eventuali emergenze sanitarie su pazienti affetti da patologie sistemiche importanti (quali cardiopatie, diabete, coagulopatie, patologie dismetaboliche, ecc. ecc.)? La nostra posizione è di assoluto rispetto e considerazione della professionalità dell’igienista ma anche di prioritaria e incondizionata tutela del paziente odontoiatrico, che passa necessariamente dal rispetto delle reciproche competenze di tutte le professionalità coinvolte.
Proprio per questo l’AIO ha deciso di intervenire – al pari della FNOMCEO e di ANDI – nel procedimento pendente dinanzi al TAR per sostenere la legittimità del provvedimento di diniego impugnato, mentre AIDI è intervenuta per supportare le ragioni del ricorrente. Il DM 137 del 15 marzo 1999 – precisa l’Avvocato Maria Maddalena Giungato, che ha patrocinato le ragioni dell’AIO – istitutivo del profilo precisa che l’Igienista svolge sempre “la sua attività professionale su indicazione degli odontoiatri o dei medici chirurghi legittimati all’esercizio dell’odontoiatria”.
Gentilissima Ministro Lorenzin,
Le voglio esprimere con questa comunicazione la piena disponibilità dell'Associazione Italiana Odontoiatri nei confronti della istituzione governativa da Lei rappresentata, ma vorrei porre alla Sua attenzione un aspetto che rappresenta per gli Odontoiatri Italiani un certo disagio riguardo alla composizione del neo eletto CSS.
Abbiamo registrato con un certo stupore che per la seconda volta in pochi anni, non è stato nominato nessun rappresentante di una professione, quale è l'odontoiatria, nell'organico di tale autorevole consesso.
Mi preme ricordare che nelle ultime riunioni del CSS sono stati trattati, su richiesta specifica del Suo ministero, diversi aspetti particolarmente specifici e significativi su temi di argomento odontoiatrico e che avrebbero bisogno di una attenta valutazione critica con una analisi riportata ad una realtà peculiare che richiede la presenza di referenti autorevoli nel campo odontoiatrico.
Non abbiamo nessun problema sulle persone indicate a formare il nuovo Css, delle quali riconosciamo l'assoluto valore, ma ci preme farLe presente tale carenza che pone la professione Odontoiatrica, ormai attestata in una collocazione di unicità e ben inquadrata per la sua valenza socio-sanitaria, in un inaccettabile rapporto di subalternità.
La bibliografia internazionale e la politica sanitaria del mondo parla di Odontoiatria come del modello da seguire per fare una corretta politica di prevenzione e questo riteniamo che sia un opportunità da utilizzare nel nostro paese, soprattutto alla luce di quello che sta avvenendo negli equilibri generali, che Lei ha così bene sintetizzato nel recente "patto della salute" approvato in accordo con la Conferenza delle Regioni.
Per questo Le chiedo a nome dell'associazione AIO che mi onoro di rappresentare di voler prendere in considerazione di inserire un rappresentante dell'Odontoiatria in tale autorevole Consiglio Superiore di Sanità.
Con profonda stima per il Suo operato
I miei più cordiali saluti
Pierluigi Delogu
Presidente
L’accesso al corso di laurea di Odontoiatria oggi è un tema vitale per la professione tanto che Associazione Italiana Odontoiatri vi dedicherà il Congresso politico il 22 novembre prossimo a Roma. Il sistema di programmazione in Italia fa acqua da tutte le parti, il numero chiuso ha fatto il suo tempo, 2 mila riammissioni in blocco da parte del Tar per un difetto nello svolgimento del test in una sede ne sono la prova tangibile, ed altre ammissioni presumibilmente si aggiungeranno in autunno. Così la programmazione salta. Ma quale programmazione? In Italia:
– • non si commisura il numero di professionisti in rapporto ai fabbisogni della popolazione;
– • pur essendo partiti dopo gli altri paesi europei i corsi di laurea sono diventati 34, più che in Inghilterra o Francia…
– • …e più che in Spagna,Romania, Slovakia, Bulgaria, Svizzera dove però c’è capienza tanto che ci vanno a finire molti studenti italiani
– • …e ancora c’è posto per aspiranti odontoiatri italiani in paesi extra-Ue (Università di Tirana);
– • dei 34 corsi italiani pochi sono quelli i cui insegnamenti sono coperti da docenti di ruolo, e c’è carenza di tutor titolari, alcuni hanno pochi iscritti… dov’è qui la qualità?
Come rendere i nostri corsi attrattivi e adeguati ai fabbisogni nonché a formare professionisti all’altezza di un mestiere difficile sotto tutti i punti di vista? A.I.O. fino a ieri pensava che il consesso giusto per rispondere alla domanda fossero gli stati generali dell’odontoiatria convocati dal presidente Cao Giuseppe Renzo. La scorsa settimana a Roma si doveva parlare di accesso alla professione e sul profilo odontotecnico. Tuttavia Renzo oltre a Cao ha invitato Aiso, il Cceps, il Collegio dei Docenti, la Conferenza dei Presidi, Coi-Aiog, Cic, e Andi ma non A.I.O. Richiesto dal Presidente A.I.O. Pierluigi Delogu di spiegare il mancato invito, il Presidente Cao afferma che A.I.O. può stare alla riunione solo come uditore e che lui può invitare chi vuole, e nominare come vuole i consessi."
Il Presidente A.I.O. Pierluigi Delogu ricorda :" AIO evidentemente non è più invitata agli stati generali, anche se inizialmente lo era. E' un autogol per tutto il mondo odontoiatrico ritenere di poter fare a meno di una componente rappresentativa: la professione odontoiatrica, quella che ha ispirato la legge 409 – legge che storicamente ha vinto – e non quella di tutte le stagioni, è rappresentata più di tutti da A.I.O. Per questo siamo da tutti riconosciuti come i veri rappresentanti dell'Odontoiatria italiana moderna, nata dalla direttiva europea del 78 ed inserita nel contesto internazionale come professione autonoma, fieri di essere sempre stati i paladini di principi tendenti a dare identità e dignità al ruolo dell'Odontoiatra e dell'Odontoiatria. Perciò un consesso privato di alcune componenti odontoiatriche non si può chiamare oggettivamente stati generali dell'odontoiatria. A.I.O. d’ora in poi si troverà in imbarazzo a citarlo con iniziali maiuscole».
«A.I.O. – conclude Delogu – andrà avanti per la sua strada, sulla formazione come sui ruoli di Odontotecnici e Igienisti Dentali, e sugli altri temi, certa della propria credibilità, frutto dei tanti risultati per la comunità per i pazienti italiani e gli odontoiatri del mondo, e dei propri argomenti. Lo farà nel consueto rispetto delle altre forze della Professione e senza mai perdere di vista i giovani colleghi. Ma non tollererà MAI PIU’ che chicchessia utilizzi argomenti risibili per eludere i problemi da noi posti, o per non affrontarli."
Come ogni anno gli odontoiatri che nel 2013 hanno svolto attività libero professionale devono dichiarare all'ENPAM il proprio reddito attraverso il modello D. L'invio può essere fatto compilando il modulo direttamente online oppure aspettando di riceverlo direttamente per posta ordinaria.
Chi utilizza l'invio online può richiedere la rateizzazione dei contributi previdenziali. La rateizzazione della contribuzione e la richiesta di addebito diretto sul proprio conto corrente va effettuata durante la compilazione del modello D online decidendo se pagare in un'unica soluzione (scadenza 31 ottobre 2014) oppure in due rate (scadenza 31 ottobre e 31 dicembre 2014) o in cinque (scadenza 31 ottobre e 31 dicembre 2014, 28 febbraio, 30 aprile e 30 giugno 2015). Le rate che scadono entro l'anno sono senza interessi mentre per quelle che scadono nel 2015 verrà applicato un interesse legale dell'1%.
I medici e gli odontoiatri non ancora registrati riceveranno, direttamente a casa il modello D cartaceo e metà password per la registrazione agevolata all'area riservata. ENPAM invita chi non fosse ancora iscritto al sito ad aspettare di ricevere la password per posta, prima di procedere alla registrazione.
(Fonte: Enpam)
Il Tar dà ragione all’Associazione Italiana Odontoiatri e ai ricorsi sostenuti dalla sede di Roma contro gli obblighi autorizzativi. Con la recentissima sentenza 7784 del 21 luglio scorso il TAR Lazio ha chiarito che solo gli studi odontoiatrici che svolgano procedure chirurgiche di particolare complessità e pericolosità per il paziente o che vogliono accreditarsi devono chiedere l'autorizzazione all'esercizio (q.v.). «Diventa così una necessità per la Regione, oltre che un diritto per noi odontoiatri, adottare la delibera proposta recentemente da AIO che identifica tali procedure e norma tutto ciò che deve essere interessato all'autorizzazione», spiega il presidente AIO Roma Giovanni Migliano.
Per Migliano, i contenuti della sentenza vanno «ben oltre i chiarimenti recentemente espressi e le variazioni di regolamento regionale in cantiere. Come già stabilito dalla sentenza Bacalini (Cassazione Civile II n 10207 del 30 aprile 2013), illustrata da AIO Roma nella giornata pubblica del 25 gennaio scorso la normativa di settore che sottoporrebbe ad autorizzazione all'autorità preposta l'apertura di qualsiasi struttura odontoiatrica "non trova conferma nelle disposizioni di legge statale e regionale le quali prevedono l'autorizzazione solo in presenza di ulteriori condizioni di fatto rappresentate in particolare dalla previsione che l'attività medica comporti un rischio per la sicurezza del paziente". Viene inoltre precisato che non sono pericolose le prestazioni correntemente effettuate dal dentista quali endodonzia ed implantologia, mentre per la chirurgia va valutato il grado di complessità».
«Tutti coloro che hanno sostenuto per anni il sistema autorizzativo, la sua presunta semplicità e utilità, dovrebbero trarre le debite conclusioni, dopo che hanno sconsigliato pubblicamente i ricorsi, trovandoli inutili a fronte di "tre o quattro fogli" da inserire in piattaforma. In questa sentenza – conclude Migliano – AIO trova appoggiata in pieno la propria posizione portata avanti per anni in tutte le sedi con coerenza».
L’arretramento della Regione Lazio sulla questione dei requisiti autorizzativi delle strutture odontoiatriche –tale è il documento di chiarimenti sugli studi professionali – è una vittoria della nostra associazione sulla burocrazia: Niente più ostacoli assurdi sul verso di apertura della porta, sugli adempimenti architettonici, sui vincoli urbanistici, sui rapporti di collaborazione tra i colleghi.
La regione Lazio non ha però avuto il coraggio di semplificare una legge iniqua, promulgata in un periodo in cui a torto si riteneva sarebbero dovute crescere le sinergie tra strutture private e servizio sanitario nazionale, e in tale prospettiva acriticamente non ci si opponeva a misure incongrue ed eccessive.
In questi anni figli degli errori di allora, di un federalismo che ha lasciato libere le regioni di legiferare senza a volte sapere, AIO nazionale – ma AIO Lazio in particolare – hanno combattuto e vinto una lotta impari per far capire alla controparte che l’odontoiatria non è tenuta a soddisfare i requisiti che attengono a strutture complesse che svolgono pratiche invasive.
Ma la vittoria AIO è anche quella del buon senso. Il nostro sindacato – unico – ha saputo in questi anni lucidamente interpretare dove sta andando l’assistenza sanitaria. Come dimostra l’apertura ai fondi integrativi nel Documento sulla sostenibilità del Ssn, in un paese sempre più in crisi l’offerta pubblica tende a restringersi e quella privata a crescere. Purtroppo gli orpelli burocratici che sovraintendono le strutture bloccano o rallentano le piccole realtà, a vantaggio di quelle grandi, con maggiore solidità finanziaria
Ricordiamo per inciso che, in nome di un’apertura (pure in parte opinabile) alle leggi e ai meccanismi della concorrenza, il decreto legge 90 sulle semplificazioni abolisce un onere annoso che condizionava l’apertura degli studi: l’autorizzazione della regione ad aprire un’attività solo quando il territorio ne avesse bisogno.
Sarà preoccupazione di AIO nazionale proteggere queste vittorie nel Lazio come nei territori delle altre regioni, dove l’insipienza di singoli e l’acquiescenza di tanti sono sempre dietro l’angolo.
Sarà cura di tutti noi restare sempre sindacato.
Il Presidente AIO Lazio – Simona Marcucci
Il Presidente AIO Nazionale – Pierluigi Delogu
«Rafforzare gli screening di prevenzione orale e gli incontri di educazione sanitaria tra i bambini è la prima arma per arginare il ritorno della carie. Medico di famiglia e pediatra sono fondamentali nell’indirizzare i genitori e nel parlare al bambino ma le regole specifiche per applicare il pacchetto educativo siamo noi odontoiatri in grado di adattarle alle varie fasce d’età; non a caso il Gruppo tecnico per l'Odontoiatria del Ministero della Salute sta elaborando un piano informativo di prevenzione orale nelle scuole». Con questo messaggio il Presidente dell’Associazione Odontoiatri AIO Pierluigi Delogu commenta i dati del congresso della Società di Odontoiatria infantile SIOI, secondo cui un bambino italiano su sei si ammala di più di carie, per colpa sia della crisi, che porta meno dal dentista, sia degli zuccheri nascosti nei cibi. I dati portati da SIOI – il 50% dei dodicenni e ben l’80 dei venticinquenni, ha o ha avuto almeno un dente cariato – confermano i trend rilevati sugli alunni delle scuole elementari di Sassari visitati su iniziativa dell’Ordine dei Medici e della Commissione Albo Odontoiatri provinciale guidata dallo stesso Delogu. Quest’ultimo ricorda: «Dal 1985 al 2005 in Italia l’incidenza dei carie s’è abbattuta da un DMFT (somma di denti mancanti, cariati e otturati) di 4,9 a 2,1. Oggi il DMFT degli italiani si sta rialzando. Cao Sassari ha fatto un paragone statistico tra il triennio 2005-2007 e il 2009-2011, rilevando nell'ultimo triennio un’incidenza di carie triplicata –contando anche gli anziani oltre i 65 anni- con buchi cariogeni fino a tre volte più profondi e tasche parodontali riscontrate fino a cinque volte più ampie. Per 20 anni, fino al 2005, il sistema delle cure dentali è stato in mano agli studi monoprofessionali; oggi dilaga il low cost ma le formule “gridate” evidentemente non producono scelte convinte. Se dal dentista i genitori non ci vanno più perché temono di non poter pagare le cure, non ci vanno nemmeno i figli».
«I bambini a scuola –continua Delogu – potrebbero essere più protetti dai controlli, dalla prevenzione e da regole di educazione alla salute orale, che non escludo qualche genitore stia trascurando. Gli odontoiatri AIO sono a disposizione per queste iniziative. Ricordo come nel 2013 abbiamo promosso l’esenzione dei figli di famiglie a basso reddito dalle prestazioni di prevenzione e oggi chiediamo al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin una giornata nazionale della salute orale ogni 20 marzo per dare impulso a tutte le possibili iniziative di educazione sanitaria a scuola».
Nato nel 1962, papà abruzzese, carabiniere, e mamma di Guidizzolo nel Mantovano con genitori trapiantati in Trentino per gestire un albergo subito dopo la seconda guerra mondiale. Fausto Fiorile dalla fine delle scuole elementari cresce nel cuore del Trentino, a Storo, a metà strada tra lago d’Idro e Val di Ledro, un angolo di quiete, ma anche il centro più grosso delle Valli Giudicarie. E, dall’alto della passione per le materie scientifiche e l’amore per le cose costruite con le mani, immagina due strade per il suo futuro: ingegneria o medicina. Non sa ancora in quei giorni del 1981, quando sceglie Medicina, che si laureerà per fare il dentista, diventerà un presidente di Commissione d’Albo a Trento e uno dei vertici dell’Associazione Italiana Odontoiatri, un formatore, un dentista attento agli aspetti etici, un uomo di consensi.
Come inizia……?
«Lancio la monetina e opto per Medicina, numero chiuso a Modena, prendo in affitto il classico appartamentino da studente e ogni week end faccio oltre 7 ore di viaggio con corriera e treno per arrivare a casa. Viaggiando studio; ma dopo un anno e tutti gli esami fatti decido che Odontoiatria è la scelta che più mi si addice: disciplina chirurgica, più manualità, si premia il merito e la capacità di intraprendere. E va davvero bene. Al quinto anno alla vigilia della tesi vengo chiamato a svolgere il servizio militare da volontario nell’Arma dei Carabinieri; faccio il corso di addestramento e finisco in infermeria a Bolzano, non lontano da casa. Aiuto i medici, ma studiando di sera termino la tesi, mi laureo a novembre del 1987, e a giugno 1988, terminato il servizio nell’Arma sono pronto per cercare il classico lavoro ».
Come approda all'odontoiatria e all'AIO?
«All’università mi avvicino all’AISO, l’associazione degli studenti in odontoiatria che a mio avviso ha una continuità naturale nell’AIO. Questo è il motivo per cui tornato a Trento mi iscrivo all’AIO. Fare il dentista mi piace proprio! Gli anni di studio in università mi stanno aiutando e scopro che proporsi come professionista che mette tanta passione per quello che fa ha successo. Il lavoro cresce e con esso l’impegno e la responsabilità nei confronti delle tante persone che si rivolgono a me, giovane dottore, per farsi curare. Una bellissima emozione quella di riuscire a risolvere i problemi dei pazienti che ti ringraziano per questo. Per quattro anni lavoro a percentuale, aiutato da due bravissime assistenti, Loretta e Teresa, in uno studio di cui non sono titolare. Ma la voglia di fare ed intraprendere è tanta e nel 1992 decido di fare il grande passo rilevando locali, attrezzature e personale dello Studio nel quale avevo fatto le mie prime esperienze.
Sì… ma l’Aio?
«e’ una storia lunga una ventina d’anni. Intanto viaggio molto per completare la mia formazione come tutti gli Odontoiatri con tanta voglia di imparare. Macino chilometri su e giù per l’Italia nel seguire Corsi, Congressi, Master; giro un po’ il mondo, in Francia, molte volte a Tucson negli Stati Uniti. Piano piano mi avvicino al mondo dell’insegnamento e grazie alla sensibilità di un grande amico Sandrò Segù, che mi chiede di collaborare come Tutor prima e Docente poi presso la sua scuola di formazione, inizio ad occuparmi di Formazione nell’ambito ortodontico. E’ proprio a Vigevano, insegnando l’Ortodonzia, che incontro Pierluigi Delogu, l’attuale Presidente AIO. Iniziamo a collaborare, a proporre lavori scientifici ai congressi mentre continuiamo ad occuparci di formazione. Non ho ancora in mente di diventare un membro attivo del sindacato: ascolto, annoto idee. Delogu mi presenta al presidente di allora, Giulio Del Mastro, un amico che mi coinvolge nelle convention, mi fa conoscere aspetti della professione che non avevo ancora approfondito. A Trento intanto c’è fermento. Siamo arrivati al 2007 e la Provincia ha appena emanato una nuova legge sull’assistenza odontoiatrica che non piace; AIO guida il cambiamento, si appronta una lista, che ottiene il consenso degli Iscritti. Da allora sono presidente Cao di Trento».
…e qualcuno in AIO nazionale si accorge che ha un passato e un presente in politica e che dalla politica ha imparato i segreti della comunicazione…
«Tra il 2000 e il 2010 sono stato consigliere comunale di Storo e tra il 2000 e il 2005 ho guidato da vicepresidente prima e presidente successivamente, il consorzio dei 15 comuni della vallata. Amministrare una comunità è decisamente una cosa impegnativa soprattutto quando devi relazionarti con tanti amministratori e tante sensibilità diverse, ma è anche un’esperienza che aiuta molto a comprendere alcuni meccanismi legati alla necessità della condivisione e del consenso. Tante esperienze formative con gli amministratori sul lavoro in team, sulla Leadership. Ad un certo punto dell’esperienza mi sono trovato a gestire importanti progetti sovra comunali promossi grazie a finanziamenti dell’Unione Europea che hanno determinato investimenti da parte del territorio per quasi 200 miliardi delle vecchie lire. Un impegno importante e difficile per certi aspetti, che va svolto con un profondo senso di responsabilità nei confronti della propria comunità, e che si può portare a termine con successo, se ci sono relazioni vere tra le persone che lavorano con te. Nel 2005 mi dedico con tutte le forze alla mia comunità, mi candido sindaco ma non ottengo il necessario consenso; ora sono consigliere nella Comunità di valle organo rappresentativo di tutte le Giudicarie. Qualcuno potrebbe pensare che la politica locale è fatta solo di contrasti e bisticci; invece è un mondo di relazioni importanti che arricchiscono a patto di saper comunicare, e di continuare ad approfondire gli aspetti che riguardano la comunicazione. Tra il 2008 e il 2013, frequento la scuola dell’Open Source Management dove studiano con me altri professionisti ma soprattutto imprenditori provenienti dai più svariati settori dell’economia. Una scuola che mi ha arricchito e che ora, proprio in questo mese di luglio a Fiumicino, faccio conoscere ai miei colleghi AIO. Mi sono reso conto che se l’Associazione deve promuovere idee le deve rendere comprensibili e condivisibili, la capacità di farsi capire si affina e si sperimenta continuamente sul campo; qualche volta si perde e qualche volta di vince ma si continua a crescere. Oscar Wilde provocatoriamente dice che “il successo è passare da un insuccesso ad un altro senza perdere l’entusiasmo”. Ovviamente non bisogna aver paura delle novità. In questi anni in AIO ho lottato per un’immagine che fosse “fresca” e vera come noi, ho continuato ad insistere fino all’inverosimile per rinnovare il brand, con il Presidente ho sostenuto l’avvio di una macchina di comunicazione diversa, un addetto stampa, un portale “vivo” soprattutto…»
Qual è la sua vision dell'odontoiatria e come si sposa con AIO?
«Non vedo distinguo tra le mie idee e quelle attuali dell’Associazione, anzi: come professionista mi vedo uomo sempre intento a dare il massimo, impegnato per alzare sempre più l’asticella, per conoscere e fare di più, ma anche per comunicare agli altri le sue scoperte. Credo che i professionisti abbiamo un compito importante, che è quello di utilizzare lo strumento associativo per far crescere la professione e dare all’Italia, da Bolzano a Pachino, Odontoiatri sempre più preparati, di alto profilo. Se otteniamo questo, facciamo crescere una società, un paese. E’ un progresso importante che si potrebbe ottenere anche con scelte politiche ma quella non è la sola strada: c’è l’Ordine, c’è il Sindacato, c’è il dialogo tra professioni, ci sono vision dei dentisti che i medici stanno mutuando e vision di medici e dentisti che altre professioni stanno facendo loro, si pensi all’educazione continua».
Nell’ambito della sua evoluzione AIO l’anno scorso ha proposto una carta dei valori e lei l’ha presentata.
«La Carta è una sintesi ma anche un punto di partenza, va vista come una base da dove poi l’odontoiatra spicca il suo viaggio nel quotidiano del suo lavoro, dando corpo a principi che non vivono senza la pratica di ogni giorno. Ci siamo chiesti: cos’è che ci ha messi insieme? E ancor prima: per quali virtù ci stimiamo tra di noi? Perché siamo bravi? Veri? Perché abbiamo cominciato veramente da zero senza sapere se la gente avrebbe dato credito a dei laureati non medici e si sarebbe fatta curare da loro? Ecco, forse il valore che sta alla base della Carta è che noi non vogliamo farci contaminare dalla routine. »
Un consiglio, dottor Fiorile: come si fa a raccogliere il consenso dei colleghi?
«Nell’esperienza politica ho notato che spesso si usano dei “trucchetti” o mezzi per carpire il consenso, decisamente poco etici! La cronaca politica di oggi ci dice però che le bugie hanno le gambe corte. Se usi trucchi o mezzi sleali prima o poi la gente si accorge che racconti balle e non ti segue più. Io cerco innanzitutto di ascoltare, di essere disponibile, di relazionarmi con tutti. Quando esprimo la mia idea non tengo la testa bassa ma guardo dritto negli occhi perché sono convinto che quando si dice la verità lo sguardo non tradisce. Solo se si crede fermamente in quello che si fa si riesce ad essere convincenti, si riesce ad ottenere il consenso su progetti che in qualche caso possono sembrare addirittura fin troppo idealistici e difficili da realizzare.
Ieri sera ho presentato ai colleghi di Trento un Progetto di prevenzione odontoiatrica che è stato elaborato dall’Ordine e che vorremmo proporre su tutto il territorio provinciale. Un progetto nuovo nella filosofia, che coinvolgerà una moltitudine di attori, dove è stata chiesta collaborazione attiva da parte dei colleghi, e soprattutto una condivisione politica delle scelte non semplice facili da comprendere. Abbiamo argomentato, ci sono stati interventi e si è sviluppato un bel dibattito; si sono fatte le 22, le 23. A mezzanotte probabilmente non tutto era ancora chiaro ma gli apprezzamenti per il lavoro che si stava facendo e l’incoraggiamento a proseguire molto forte! Tanti commenti che dicevano: “così va bene, dai che piano piano comprenderanno le nostre ragioni”.
Mi dica lei, qual è l’alternativa al coraggio delle idee?»
Come per l’anno precedente, anche per il 2013 è stato leggermente modificato lo studio di settore degli odontoiatri. Si tratta di fatto di un affinamento dello strumento studio di settore con la richiesta di informazioni più dettagliate su alcune voci indicate.
Nella presente guida sono riportati alcuni spunti relativi alla compilazione dei quadri e dei righi principali dello studio di settore WK21U.
DATI ANAGRAFICI
Oltre ai dati anagrafici personali occorre:
- barrare le caselle qualora si sia anche:
– lavoratori dipendenti;
– pensionati;
– si svolgano altre attività professionali e/o d’impresa;
- inserire l’anno di iscrizione all’albo professionale, l’anno di inizio attività e il numero di eventuali anni di interruzione dell’attività;
- tipologia di Reddito: “1” (cioè reddito d’impresa, ad esempio per i “Centri Dentali”) o “2” (cioè reddito di lavoro autonomo, ad esempio studi odontoiatrici “mono-professionali” e “Associazioni professionali”);
- indicare nella sezione “Altri dati”, qualora si ricada nelle ipotesi previste (ad esempio inizio attività da parte dello stesso soggetto entro sei mesi dalla sua precedente cessazione, mera prosecuzione di attività svolte da altri, cessazione definitiva della attività), i codici da 1 a 5.
IMPRESE MULTIATTIVITA’
Questo quadro è da compilare solo da chi esercita due o più attività d’impresa non rientranti nel medesimo studio di settore, se l’importo dei ricavi dichiarati relativi a tali attività, supera il 30% dell’ammontare totale dei ricavi dichiarati.
Clicca qui per scaricare il comunicato – leggi tutto …
La sezione romana di Associazione Italiana Odontoiatri ha presentato alla Regione un’ipotesi di delibera per superare l’attuale complesso iter autorizzativo degli studi dentistici nel Lazio. Il documento – proposto al Tavolo del Dentale in Regione- contiene “linee guida propedeutiche al rilascio dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività sanitaria” che individuano criteri per stabilire la differenza tra ambulatori odontoiatrici –da autorizzare- e studi per i quali basta inviare una comunicazione d’inizio attività via PEC alla Asl, che informerà il sindaco come previsto dalla legge e la Regione.
«Oggi gli studi odontoiatrici in Lazio soggiacciono a una procedura autorizzativa complessa, onerosa e spesso foriera di contenziosi con la pubblica amministrazione, derivata dalla Riforma Bindi del 2000 e da leggi seguenti che portarono ad annoverare l’odontoiatria tra le pratiche invasive da autorizzare obbligatoriamente», spiega il presidente AIO Roma Giovanni Migliano. «Peraltro, mentre per i medici il dpr 272/2000 a suo tempo elencò le prestazioni per le quali va richiesta autorizzazione, ciò non è mai accaduto in odontoiatria. Con le nostre Linee guida le cose cambiano. Come la delibera 368/2013 laziale ha offerto una soluzione agli studi medici, la delibera proposta da AIO per gli odontoiatri individua la differenza tra ambulatorio e studio secondo le moderne logiche giurisprudenziali e indica gli studi da sottoporre ad autorizzazione all’esercizio e gli altri».
Secondo i percorsi AIO Roma, condivisi con AIO nazionale, non hanno bisogno d’autorizzazione gli studi in cui si fanno interventi di conservativa, endodonzia, igiene e profilassi, chirurgia orale ed implantologia in pazienti sopra i 5 anni, protesi, trattamenti di estetica odontoiatrica, anestesia locale, sedazione cosciente. Vanno invece autorizzati gli studi in cui l’attività sanitaria è organizzata in forma d’impresa o le catene in franchising, o quelli dove si svolgono in contemporanea più attività specialistiche, o prestazioni invasive che comportano anestesia parziale o totale o aggreghino più competenze specialistiche. NON necessita autorizzazione chi usa apparecchi radiologici occasionalmente. Un dentista che svolga attività non particolarmente complessa dovrà solo inviare all’Asl una comunicazione d’inizio attività via PEC in cui specifica che per aprire uno studio al dentista basta attestare abilitazione e iscrizione all’Ordine, planimetria e contratto d’uso dei locali, piano di sicurezza dello studio, contratto lo smaltimento dei rifiuti. «La proposta non ha costi per la Regione, ma anzi semplificherebbe e velocizzerebbe di molto le attuali procedure. Negli studi, che sono la norma nella nostra attività, presterebbero senza problemi attività consulenti e collaboratori e non ci sarebbe mai bisogno di nominare un direttore sanitario», afferma il segretario AIO Roma Stefano Colasanto, che vede pochi ostacoli nel tradurre in pratica l’ipotesi di delibera. «E’ facilmente ottenibile, se tutte le anime del dentale saranno unite nel chiederla e se la Regione si vorrà e ci vorrà semplificare la vita come previsto dalla legge e dalle sentenze dei giudici che hanno già dato ragione a molti colleghi (e come del resto ha previsto per i medici). Chi nella professione non appoggerà questa posizione dovrà spiegarne il motivo ai colleghi».
Obbligo di farsi autorizzare l’apertura per i centri odontoiatrici in franchising; possibilità di inviare una semplice comunicazione all’Asl per aprire gli studi dentistici monoprofessionali. E’ il criterio con cui Ia Basilicata con una legge appena pubblicata sul Bollettino ufficiale, consente la sopravvivenza dello studio odontoiatrico-tipo normando i requisiti per esercitare l’odontoiatria e per evitare forme di abusivismo. «Vedremo nella pratica quanto fastidio darà a chi sguazza nell’illegalità; certo bisognerà moltiplicare i controlli sul territorio», commenta l’artefice della proposta, Maurizio Capuano, consigliere lucano dell’Associazione Italiana Odontoiatri e presidente della Commissione Albo di Potenza. Tra le misure più innovative, la previsione che anche nelle strutture complesse i direttori sanitari debbano essere laureati in odontoiatria o medici iscritti all’albo odontoiatri. «L’obiettivo -dice Capuano – era evitare si considerasse l’odontoiatria attività di particolare complessità», spiega Capuano. «La Basilicata viene da un percorso peculiare: le regioni attendono un regolamento nazionale sulle autorizzazioni dal 1992, l’epoca della riforma, che non è mai arrivato. Nel 2011 la legge 21, da noi appoggiata, fu un primo tentativo (ben riuscito) di identificare le strutture odontoiatriche sul territorio; essa istituiva l’obbligo di inviare una comunicazione al Presidente della Regione, da intendersi come “traccia” della presenza di un odontoiatra sul territorio. La nuova legge abroga la 21 e parte dalla constatazione che in tema di autorizzazioni è facile da una parte scivolare verso la troppa burocrazia e dall’altra verso il permissivismo. L’articolo 1 trova una soluzione , imponendo alle strutture complesse (poliambulatori pubblici e privati) l’autorizzazione già contemplata alla legge regionale 28/2000 con richiesta al Presidente Regionale e successive verifiche di compatibilità da parte dell’Asl, mentre ai professionisti basterà una comunicazione di inizio attività ove aprano o trasferiscano lo studio».
Nell'attività di diagnosi e terapia la legge impone la presenza di un odontoiatra vicino al paziente. Studi dentistici e laboratori odontotecnici dovranno essere separati fisicamente; gli studi dovranno avere requisiti minimi: sala d’attesa, locali “congrui”, impianti a norma, almeno un servizio igienico (due se nuovi, con separazione utenti-personale), spazi separati per materiale sporco, pulito, per pulizia, presidi medici, sterilizzazione, stoccaggio rifiuti speciali, rx. Nessuna autorizzazione sarà concessa a chi non ha i titoli per esercitare l’odontoiatria. Nello studio bisognerà specificare nominativi del personale e mansioni, con cartellino identificativo. E’ esplicitata la necessità di utilizzare almeno autoclave di classe B con sigillatrice/imbustatrice. Rispetto alla legge 21, sono scomparse le misure minime dello studio, l’obbligo di tenere i defibrillatori e il numero minimo di strumenti: «A mio avviso non c’era motivazione logica –osserva Capuano- ma sono stati valutati onerosi per i colleghi da alcune componenti del territorio. In ogni caso un passo in avanti è stato fatto per la tutela della professione per la quale Aio si batte».
Per vedere la legge in bozza: http://www.aio.it/public/uploads/2014/07/1404631678_DDL_Basilicata.docx
Un passo avanti verso un futuro più solido e una professione più consapevole: l’Esecutivo AIO plaude all’approvazione a maggioranza del nuovo statuto dell’Enpam e plaude soprattutto all’approdo dell’autonoma rappresentanza odontoiatrica nel Consiglio Nazionale dell’Ente pensionistico di medici e dentisti, un cammino partito quasi vent’anni fa nel 1995 con l'ingresso dei laureati in odontoiatria.
AIO constata inoltre con soddisfazione come Enpam resti l'Ente di Previdenza e Assistenza dei soli medici ed odontoiatri, come auspicavamo: sarebbe stato improponibile nel medesimo momento ripensare i meccanismi di assistenza e tutela previdenziale per due categorie ed aprirsi all’allargamento della base contribuente ereditando i problemi generazionali di altre figure professionali.
Restano alcune perplessità già manifestate nel Documento AIO sulla riforma dello Statuto Enpam del 16 aprile scorso. Ci spiace in particolare prendere atto che si è mancata l'opportunità di rendere più snello ed efficace il Consiglio Nazionale che – con un numero di 185 componenti– in tempi di globale ridimensionamento degli organismi istituzionali e politici riteniamo pletorico. Puntualizziamo le criticità con spirito propositivo poiché i nodi sollevati da AIO vengono prima o poi al pettine; al contempo confidiamo che le questioni scaturenti dal nuovo assetto possano essere risolte con la “vision” positiva che ha comunque contraddistinto la maggior parte delle soluzioni fin qui adottate.
Il Presidente Pierluigi Delogu
Il Segretario Angelo Raffaele Sodano
Il Vicepresidente Fausto Fiorile
Il Segretario Culturale Marzia Segù
Il Tesoriere Enrico Lai
DDL CONTRO L'ABUSIVISMO: LA FINE DI TUTTI I MALI, O L'INIZIO DI UN PERCORSO?
Con soddisfazione seguiamo l'evoluzione dell'iter parlamentare del ddl sull'esercizio abusivo delle professioni, e non possiamo che fare un analisi positiva per la valenza sociale e politica che questo dispositivo legislativo incarna. L'inasprimento della pena per un reato che in Italia, veniva considerato, con rassegnazione, di poco valore, pone in essere un cambiamento culturale e offre numerosi spunti di dibattito che ci piace proporre per fare luce su tutti gli aspetti poco chiari della pratica professionale.
Di rilievo l'aspetto che per effetto del "concorso in reato" anche i prestanome vedranno applicate le stesse sanzioni che , ci auguriamo, fungano finalmente da deterrente per pratiche illegali.
Esistono purtroppo, segnali per pensare che l’inasprimento delle pene agli abusivi previsto dal disegno di legge omnibus sia norma meno incisiva di come sembri. Uno tra tutti? Il governo Renzi con legge 67 del 28 aprile scorso per alleggerire le carceri ha introdotto la “messa in prova”, istituto che dà ai maggiorenni imputati per reati per i quali è prevista una pena pecuniaria o sotto i 4 anni di carcere la chance di una sorta di affidamento a lavori utili per un periodo limitato, una volta espletato il quale il reato è estinto. Ne fruirà chi si è reso protagonista di reati minori. Visto che i massimi della pena sono compatibili, nel novero rientra il dentista abusivo. Di fatto, l’affidamento a un lavoro sociale (ma quale?) pone nel nulla la pena, pur inasprita, proposta dalla bozza del senato. Naturalmente questo è valido solo la prima volta , nel caso di reiterazione del reato, tale "via di fuga" non è più applicabile.
Il probabile depotenziamento dell’attesa norma del disegno di legge omnibus, dà modo al segretario dell’Associazione Italiana Odontoiatri-AIO Angelo Raffaele Sodano di tornare sul tema abusivi con tre osservazioni. «Primo, a ragion veduta pur esprimendo soddisfazione per l’approvazione in senato della norma non abbiamo levato grida di giubilo sia perché la bozza è ancora in itinere sia perché l’applicazione (e quindi la deterrenza) delle nuove pene è tutta da valutare, alla luce della "messa in prova" che se da un lato ha un'azione deflattiva sul carico di lavoro delle Procure, dall'altro sembra quasi nascondere il germe di un "indulto sistematico"».
Secondo aspetto sollevato da Sodano: «Gli odontotecnici di SNO-CNA rivendicano lo status di professione sanitaria. AIO ha osservato lo sforzo delle associazioni di tecnici di comprendere il disagio dell’odontoiatra verso le invasioni indebite di competenza, ma chiunque sia intellettualmente onesto sa che i punti di vista restano distanti; l’odontotecnico per noi è professione d’ambito biotecnologico-ingegneristico e non direttamente connessa all’assistenza al paziente né a processi di diagnosi-cura- riabilitazione. Nulla è cambiato rispetto alle nostre posizioni del 2006».
«Infine – ribadisce Sodano –AIO è contro ogni abusivismo, ma ricorda che gli abusivismi sono tanti, da chi esercita l’odontoiatria senza avere alcun titolo, a chi il titolo ce l’ha ma non ha i requisiti per esercitare. Inoltre il Nuovo Codice Deontologico non aiuta a chiarire ambiti di pertinenza della professione, come il problema, che AIO ha sollevato, su chi dirige una struttura odontoiatrica pur non essendo iscritto all' Albo odontoiatri e dunque non presentando un requisito chiave per valorizzare il team e attribuire correttamente le funzioni a chi è titolato a esercitarle. Queste riflessioni – conclude Sodano – ci impegneremo a discuterle e condividerle con tutte le forze rappresentative della professione, come AIO, per arrivare a proposte pratiche senza “filosofeggiare”».
Il mondo dell’odontoiatria chiede all’Italia un passo avanti in tema di maltrattamenti ai minori, come lo hanno fatto Usa e paesi scandinavi che si sono dotati di registri per censire i traumi dentari. Al congresso della Società Italiana di Traumatologia Dentale organizzato a Cagliari al T-Hotel con l’Associazione Italiana Odontoiatri i presidenti delle due associazioni, Enrico Spinas per SITD e Pierluigi Delogu per AIO hanno presentato richiesta ufficiale al Governo di istituire un Registro nazionale dei traumi dentari. La richiesta, oggetto di una lettera al ministro della Salute Beatrice Lorenzin per un incontro con AIO e SITD mirato a istituzionalizzare una Giornata Nazionale della Promozione della Salute Orale da celebrare il 20 marzo di ogni anno, è stata avanzata alla presenza del presidente del Collegio dei docenti Antonella Polimeni; quest’ultima ha presentato le linee guida sui traumi de Ministero, inquadrandole nel più ampio campo delle linee guida sulla prevenzione varate nel 2012, e sottolineando come i traumi dentali possano essere spia di maltrattamenti su minori o di negligenza nei loro confronti.
Il mondo dell’Odontoiatria dunque è unito nel rappresentare le istanze dei minori appartenenti a tutte le fasce sociali. Ma il congresso era in primo luogo un evento di aggiornamento Ecm, e in tale veste ha registrato oltre quattrocento presenze in due giorni di relazioni (più di 200 partecipanti al giorno). Tra i principali interventi, spicca quello di Damaso Caprioglio, decano e socio fondatore SITD, autore di un excursus storico della società di Traumatologia in Italia e in Europa, e la Lectio Magistralis di Nicola Perrini, presidente della prestigiosa associazione Amici di Brugg.
Informiamo che dal 30 giugno 2014 (dopo varie proroghe) per chi effettua vendita di prodotti e/o prestazioni di servizi, anche professionali, (quindi per: imprese, imprenditori individuali e professionisti) scatterà l'obbligo di accettare pagamenti anche tramite carte di debito (bancomat)qualora il cliente lo richieda.
Esclusione – È presente però un limite di 30 € al di sotto del quale non vige obbligo di accettare il pagamentotramite POS.
Sanzioni – In una situazione che ha del paradossale, alla data odierna, il soggetto che non si adegua a tale obbligo non incorre in alcuna sanzione specifica. Tuttavia può essere consigliabile dotarsi di POS per ragioni di incasso da parte dei propri clienti e per motivazioni di “marketing”.
Uno spunto – Vi invitiamo a contattare la vostra banca di riferimento (per costi e procedure). Vi segnaliamo però che, per cercare di ridurre i costi, sono disponibili tecnologie che utilizzano smartphone/tablet a canone fisso di utilizzo a zero (anche se solitamente presentano commissioni di utilizzo più alte di quelle normalmente praticate dalle banche).
Stante la novità della materia Vi invitiamo a contattarci nel caso aveste bisogno di chiarimenti in merito (info@studioterzuolobrunero.it).
Dott. Giorgio Brunero
Dott. Umberto Terzuolo
Dott. Alessandro Terzuolo
Dott.ssa Barbara Brussino
Dott.ssa Francesca Diana
Buone notizie per gli odontoiatri (anche se ormai un po’ tardive): nella giornata di ieri, 16 giugno 2014, è stata resa definitiva la proroga dei termini per i versamenti del saldo delle imposte per l’anno 2013 e del 1° acconto per l’anno 2014.
Il motivo della proroga
Anche quest’anno le ragioni sono da ricercarsi nella tardiva approvazione dei modelli per gli Studi di settore per l’anno 2013, nonché nei numerosi dubbi applicativi inerenti le tante novità fiscali del periodo e nell’accavallarsi della scadenza con il termine di pagamento del 1° acconto IMU ed eventualmente TASI.
Chi è soggetto alla proroga?
Il provvedimento riguarda tutti i soggetti che svolgono attività per cui sono previsti gli Studi di settore.
Pertanto, esemplificando, la proroga varrà:
- per gli odontoiatri che esercitano l’attività in forma individuale, anche attraverso il regime agevolato dei c.d. “contribuenti minimi”;
- per gli studi associati ed i relativi “soci”;
- per i centri dentali in forma di società.
Restano pertanto escluse dal differimento del termine di pagamento le persone fisiche senza Partiva IVA (che non abbiano partecipazione in soggetti che applicano gli Studi di Settore).
Quali sono i versamenti interessati?
Oggetto della proroga sono:
- i versamenti IRPEF (Imposta sui Redditi delle Persone Fisiche);
- i versamenti IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive);
- i versamenti IRES (Imposta sui Redditi delle Società), salvo casi particolari;
- i versamenti della “cedolare secca” (particolare modalità di tassazione sugli “affitti” percepiti);
- i versamenti dell’imposta IVIE (Imposta sui Valori degli Immobili all’Estero);
- i versamenti dell’imposta IVAFE (Imposta sul Valore delle attività finanziarie detenute all’estero).
La proroga NON vale per l’IMU e la TASI
Non risulta invece prorogato il versamento del 16 giugno per la prima rata dell’IMU e della eventuale TASI (scadenza che vale solo per i comuni le cui delibere siano state pubblicate sull’apposito sito del Ministero entro il 31 maggio).
Le nuove scadenze
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Soggetti che NON possono beneficiare della proroga |
Soggetti che possono beneficiare della proroga |
Versamento SENZA maggiorazione dello 0,4% |
Entro il 16 giugno 2014 |
Entro il 7 luglio 2014 |
Versamento con maggiorazione dello 0,4% |
Entro il 16 luglio 2014 |
Entro il 20 agosto 2014 |
Dott. Giorgio Brunero
Dott. Umberto Terzuolo
Dott. Alessandro Terzuolo
Dott.ssa Barbara Brussino
Dott.ssa Francesca Diana
Le Raccomandazioni cliniche in Odontostomatologia sono state predisposte da esperti delle numerose discipline praticate nell’ambito della professione odontoiatrica e validate da un Gruppo tecnico di lavoro coordinato dal Ministero della salute e rappresentativo delle principali realtà istituzionali, scientifiche e associative del settore del quale Associazione Italiana Odontoiatri faceva parte con Commissione Albo Odontoiatri Fnomceo, Coordinamento Associazioni Odontostomatologiche Italiane – Cic, nonché Sumai (Sindacato specialisti ambulatoriali Asl) e Andi. Le raccomandazioni sono indicazioni di buona pratica clinica che spaziano dall’Odontoiatria pediatrica alle “classiche” – Endodonzia, Parodontologia, Implantologia, Odontoiatria protesica – a Gnatologia, Medicina orale, Riabilitazione post-oncologica. Ogni raccomandazione abbraccia i tempi, le cadenze, i modi delle visite e poi la parte tecnica, scomponendo la prestazione odontoiatrica in passaggi essenziali e codificati: diagnosi, informazione, esecuzione delle terapie, e, prima ancora, promozione di misure di prevenzione primaria e secondaria (volte a evitare recidive o nuove situazioni di malattia).
«Per il Ministero della Salute come per AIO questa codifica è indispensabile a garantire quelle cure di qualità e sicure che sempre più devono rappresentare l’obiettivo principale delle azioni tanto del sistema sanitario quanto del professionista», afferma Pierluigi Delogu, presidente AIO e membro del Gruppo di lavoro ministeriale. «Oggi le raccomandazioni sono sul sito dell’Associazione come patrimonio tanto di tutta la professione quanto degli iscritti, che hanno a disposizione suggerimenti importanti e strutturati in modo chiaro e coinvolgente». Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin nell’introduzione ai lavori, spiega che per ogni tema “tecnico”, le raccomandazioni intendono fornire indicazioni chiare e basate su dati scientifici contemperando due necessità in apparenza divergenti: da una parte ridurre l’eterogeneità dell’offerta di prestazioni, dall’altra realizzare percorsi di cura personalizzabili. Tutto, nella generale prospettiva di estendere e concretizzare misure di tutela della salute.
CLICCA QUI per consultare le Raccomandazioni Cliniche in Odontostomatologia
Cari soci è con piacere che vi comunico che dopo diversi anni la Presidenza della European Academy of Esthetic Dentistry (EAED) per il biennio 2015-2016 è tornata in Italia nella persona del Dr. Giano Ricci.Fondatore della parodontologia italiana, il dr Ricci ha iniziato Nel ’72 la sua attività professionale di parodontologo presso la Boston University dove, dopo due anni di studi, ha ottenuto il “ Master of Science in Periodontology”. Dal ’74, anno del suo rientro dagli Stati Uniti, svolge presso il suo studio di Firenze attività professionale dedicata esclusivamente alla parodontologia e dall’86 all’implantologia.Ha pubblicato, insieme a Henry Goldman e Morris Ruben, un volume dal titolo “ Periodontal Disease: a didactic and pictorial review” (Boston University Press).
Autore di numerose pubblicazioni in campo parodontale e del testo “Parodontologia” (Ed. Martina), ha contribuito alla stesura del libro di Claude Rufenacht “Principi di estetica” (Quintessenze) e a quello di Franco Santoro e Carlo Maiorana “Osteointegrazione avanzata” (RC Libri). Autore del libro "Diagnosi e Terapia Parodontale" edito da Quintessenza.
Ha tenuto numerose conferenze, relazioni, dimostrazioni pratiche e corsi di aggiornamento in parodontologia in Europa, Stati Uniti e Giappone.
Membro di numerose associazioni scientifiche nazionali ed internazionali. Socio Fondatore e Past President della Società Italiana di Parodontologia.Siamo particolarmenti fieri che l'eccelenza professionale ed umana rappresentata dal Dr Giano Ricci sia riconosciuta a livello internazionale con una nomina così prestigiosa.Auspichiamo piena collaborazione e sinergia tra le nostre associazioni, percorso che non potra' che portare vantaggi ai nostri associati.
Luigi Bradascio, odontoiatra presidente della IV Commissione del consiglio regionale lucano, a margine delle Giornate Lucane di Odontoiatria in corso a Maratea, che hanno AIO e Cao Potenza tra gli organizzatori, ha invitato il sottosegretario alla salute Vito De Filippo a farsi promotore di una proposta di legge per istituire un fondo nazionale da destinare, in un momento di grossa crisi, alla popolazione meno abbiente che, previa presentazione della fattura del professionista, otterrebbe il rimborso dei costi. La proposta è in parte in linea con le indicazioni offerte un anno fa dal presidente nazionale AIO Pierluigi Delogu al ministro della Salute Beatrice Lorenzin secondo cui il Sistema Sanitario Nazionale potrebbe fare da pioniere dei nuovi fondi integrativi “doc” per garantire la prevenzione odontoiatrica alle fasce deboli. Ed è in linea con il concetto AIO di Fondi integrativi: non limitare la prestazione odontoiatrica nell’ambito di una tariffa calmierata ma dare dei margini di libertà tanto all’odontoiatra nel comporre la prestazione quanto al paziente nello scegliere la cura. Nell’invito di Bradascio si parla di un Fondo che copra le cure odontoiatriche a una fetta di popolazione oggi esclusa, ottenendo un risparmio in termini di eventuali future riabilitazioni più onerose ed invasive, oltre che combattere l’evasione fiscale e l’abusivismo. Con Luca Braia (e Maurizio Capuano presidente Cao Potenza e Tesoriere AIO lucano), Luigi Bradascio è uno degli artefici della proposta di legge che istituisce in Basilicata nelle due aziende sanitarie di Potenza e Matera la possibilità di curare patologie odontoiatriche in anestesia generale in pazienti non collaboranti affetti da disabilità psicofisica.
Pubblicato il 13 Maggio 2024 in: AIO comunica
Scanner intraorale in palio per i Soci AIO: da giovedì 16 ad Expodental sarà possibile concorrere
Carissime Socie e Carissimi Soci AIO, Meno due giorni! AIO vi aspetta da giovedì mattina a Rimini Fiera al Padiglione...
Pubblicato il 7 Maggio 2024 in: AIO comunica
Il saluto di AIO a Francesco Mangani
Francesco Mangani, Collega ed Amico venuto a mancare, è stato e sarà sempre un grande Maestro italiano dell’Odontoiatria, apprezzato in...