di Gerhard Seeberger*

La riforma dell'articolo 348, quello delle sanzioni agli abusivi, “è urgente, non procrastinabile e non rinviabile; per questo, come ha fatto Andi, anche la CAO ha chiesto alla Presidente della Commissione, Donatella Ferranti, di essere audita”; così Giuseppe Renzo presidente della Commissione Albo Nazionale sul quotidiano online Odontoiatria 33 preoccupato per quanto sta avvenendo alla Camera con la proposta di legge anti-abusivi. Rispetto all’articolo 348 del codice penale che prevedeva solo una sanzione di 500 euro, le pene previste nella proposta Marinello contemplano la reclusione fino a 2 anni che diventano 4 in caso di lesioni gravi e 6 per lesioni gravissime, la confisca dei beni strumentali e multa fino a 50 mila euro per chi eserciti abusivamente una professione protetta come quella di odontoiatra o di medico.  Ma il disegno di legge, approvato all’unanimità al Senato ad aprile 2014, alla Camera è purtroppo oggetto di manovre dilatorie. Di qui le audizioni, di cui personalmente sono contento, e tanto più lo sarò quanto più gli “auditi” porteranno a casa dei risultati. Il cittadino per primo, la comunità degli odontoiatri e la professione meritano di più che la descrizione lagnosa della situazione attuale di una professione flagellata, denigrata, abusata da poteri e da co-poteri che con essa ingaggiano contenziosi all’ultimo sangue. 

Due professioni, un'unica inferiorità numerica

Peggio: ridicolizzata, inutilizzata, abbandonata, la professione odontoiatrica come quella medica. Dopo che l’Autorità Garante della Concorrenza ha innescato un contenzioso contro la Federazione degli ordini e un codice che intende difendere i pazienti, tutta la comunità di medici e dentisti doveva essere solidale contro la mercificazione delle cure e della prevenzione. Invece, un letargo totale. Il risultato? Una multa di quasi un milione di Euro pagata da tutti.

Il letargo non esiste solo da ieri. Piuttosto, da quando è diventato uso contarsi tra medici e dentisti (e tra dentisti e dentisti) per vedere chi ha il diritto di dire la sua più bella e forte e innanzitutto prima degli altri – quali altri? – mentre altri hanno già fatto i conti senza considerarci.  

Chi dimentica l’AIO

Da una quindicina d’anni, chi fa i passi e conclude per proteggere l’Odontoiatria italiana? Quale organizzazione ha chiuso l’università Ranieri prima che nascesse? Chi ha evitato il rischio di accertamenti per parametri fasulli degli Studi di settore e presunti redditi ipotetici creati da apparecchi per la disinfezione, la sterilizzazione e lo stoccaggio quando garantire la sicurezza al paziente è un mero costo? Chi ha evitato un mega-business a svantaggio dei professionisti legato al Documento Programmatico sulla Sicurezza? Chi ha bloccato il profilo dell’Odontotecnico come sanitario di fronte al Consiglio superiore di sanità ma allo stesso tempo ha fatto una proposta lungimirante e seria per la sopravvivenza del genio espresso dall’odontotecnica italiana? Chi ha promosso l’importanza della prevenzione delle patologie orali? Chi ha insegnato ai soci Linee guida fino ad allora inesistenti per far fronte ad una crisi senza fine? L’AIO. Sì, l’Associazione Italiana Odontoiatri! Qualcuno non l’ha capito ancora? Qualcun altro sì, ma evidentemente, come si dice in Africa, non pronuncia il nome del nemico per non rafforzarlo. Di questi si conoscono nomi e cognomi!

Le vittime della "conta"

A uno che come me stenta a capire perché le belle lettere e le voci alte valgano più dei fatti, perché la maggioranza dei numeri sia l’unico criterio per stabilire le audizioni, perché ci sia un gioco delle parti tra istituzione e “sindacato” – e perché la Cao nazionale chieda audizioni dopo che è stato sentito il sindacato – che risposta si può dare? Caro Gerhard, tieni un profilo basso e continua a lavorare? Sarebbe un atto di valore non rivendicare quanto fatto di buono oggi che Odontoiatria e Medicina Italiana assediati da abusivi e low cost vivono la crisi peggiore degli ultimi 70 anni? Allo stesso modo, anziché ringraziare il professionista che con capacità, devozione, etica e professionalità ha promosso l’umanità in medicina e in odontoiatria, gli si toglie l’ascolto garantito dalle autorità in tempi passati per riservarlo alle multinazionali che salvano il business evocando risparmi ma non le vite né della gente né dei professionisti.

Separazione senza ragioni

Io invece parlo e faccio un po’ di controinformazione: le idee hanno sempre aiutato più dei numeri. Un esempio? Titus Schleyer, esperto in informatica che invano cercava di unire i database di medici e dentisti negli Usa, ha detto: “La separazione dell’Odontoiatria dalla Medicina è un incidente storico!” La storia dei dentisti è simile a quella dei chirurghi. 200 anni fa (a proposito, la dicitura “medico chirurgo” esiste per questo solo in Italia, altrove c’è il “medico” e basta) i chirurghi non erano riconosciuti dai medici. Noi non ci saremmo se non ci fosse stato un rischio grave per la salute pubblica. L’odontoiatria nasce ca. 160 anni fa non dalla volontà di un gruppo esterno, neanche dai “meccanici dentisti”, ma negli Usa, in Germania in Scandinavia e in UK per volontà di un gruppo di medici che capirono che un campo come l'odontoiatria non poteva essere lasciato a barbieri e ciarlatani.

Questi uomini dovrebbero essere fatti santi: hanno recuperato alla Medicina uno spazio che non poteva essere di nessun altro e così facendo hanno diminuito significativamente i rischi per la salute generale. In un secolo e mezzo i dentisti si sono guadagnati il consenso della gente perché sapevano gestire un dolore al secondo posto nella lista dei motivi di suicidio, il mal di denti. Il Prof. Partsch di Breslavia con la cocaina come anestetico locale faceva un’apicectomia in 3 minuti e mezzo nel 1895. Metterci di più significava “far male”. L’anestetico di scelta dei chirurghi in caso di emergenza come durante le guerre era l’alcol. Con 4 assistenti si immobilizzava il ferito, uno teneva fermo la gamba da amputare e finita la storia! L’alcol come anestetico in odontoiatria ai tempi dei pionieri? Fantascienza! Il paziente cosciente e collaborante non corre i rischi legati all’anestesia generale. Infatti, grazie alle necessità dell’odontoiatria si sono sviluppati anestetici locali sempre più efficienti e meno tossici. In moltissimi paesi l’odontoiatra è l’unico ad effettuare radiografie. Conrad Wilhelm Röntgen scoprì i raggi X nel laboratorio della clinica universitaria di Würzburg, sempre nel 1895 studiando oltre la sua stessa mano in particolare i denti. Basta pensare che negli US la radiologia maxillo-facciale è una specialità odontoiatrica come d’altronde la chirurgia maxillo-facciale!

Non per questo siamo più considerati da colleghi e autorita. 

Le colpe di chi fa politica nella professione

In 150 anni “noi” – ahimè, fosse questo pronome personale garante di unità – dentisti abbiamo conquistato successo, autonomia e magari un po’ l’invidia dei medici. Ma l’effetto di una separazione che non ha più motivo di sussistere si vive a pieno regime ancora oggi. Due percorsi di studi differenti non giustificano audizioni separate, alleanze fatte “in mancanza di meglio”, settant’anni di conte interne e di separazioni in casa. Politica? Ma per piacere! Leggetevi il vero senso della parola e per che cosa sta! Di fronte alla crescente aberrazione del potere politico, James Freeman Clarke – scrittore e politico statunitense – disse: “Un politico pensa alle future elezioni; un uomo di stato pensa alle future generazioni!” Sarebbe utile che il pensare si esprimesse nel brillare per fatti conclusi e non per parole. E, in Italia, nel ricreare un welfare per il Paese e per il benessere fisico e mentale di chi ci vive.

*Past President AIO

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