La Regione Lazio ammette per la prima volta che l’esercizio dell’attività odontoiatrica può essere svolto senza autorizzazione. Lo fa scrivendo a Marco La Rocca, Odontoiatra romano che s'era visto chiudere lo studio e infliggere 12 mila euro di multa per non aver presentato l’autorizzazione ai sensi della richiesta fatta nel 2007, tre plichi di documenti di cui si sono perse le tracce e che sono stati successivamente richiesti dalla Regione nel 2012 in formato online. La Rocca aveva fatto ricorso contro la nota protocollare della Regione seguendo il parere di AIO Roma e aveva vinto al Tar che con sentenza 8893/2014 aveva annullato la disposizione di chiusura dello studio.

Nella lettera al Collega, la Regione sottolinea che il suo studio, siccome non è autorizzato a produrre prestazioni di chirurgia ambulatoriale o procedure diagnostiche e terapeutiche di particolare complessità o comportanti rischi per la sicurezza del paziente, semplicemente non è sottoposto alla disciplina autorizzativa di cui alla legge regionale 4/2003: l’autorizzazione in questo caso, che è quello della maggioranza degli Odontoiatri laziali, non è, non era, non è mai stata necessaria.

«La Regione indirettamente riconosce che c’era un abuso nella richiesta e chiude le porte a qualunque versione di "Autorizzazione semplificata" per gli studi odontoiatrici monoprofessionali, come richiesta da alcuni», dice il Presidente AIO Roma Giovanni Migliano. «Purtroppo la normativa laziale che ha chiesto l’autorizzazione ai nostri studi equiparandoli di fatto ad ambulatori specialistici è rimasta oggi l’unica in Italia, nelle altre regioni come risulta dall’indagine presentata da AIO ed Eurispes lo scorso ottobre sono in vigore iter molto meno penalizzanti e dannosi per l’Odontoiatra. Naturalmente, una lettera non è legge». Migliano e AIO Roma, insieme a Andi e Cao, siedono al tavolo regionale che sta per emanare un decreto definitivo sulla questione e AIO ha fatto proposte per distinguere nettamente e senza troppo sovraccarico normativo il regime autorizzativo degli ambulatori dalla normativa per gli studi odontoiatrici. «Ormai la strada intrapresa è quella da sempre richiesta da Aio Roma –afferma Migliano –  ma per dire che la vicenda è veramente chiusa si dovrà aspettare la pubblicazione del decreto.

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