In odontoiatria non si può andare avanti a suon di registri ordinistici. È il commento della Segreteria Sindacale Nazionale AIO di fronte agli emendamenti di maggioranza che istituiscono dei registri per tutti i medici che effettuano interventi estetici, legando l’accesso al registro a specifici diplomi o all’ok di una commissione. Di odontoiatri non si parla anche se da due anni il decreto Bollette (n.34/2023) li autorizza ad ampliare le competenze professionali all’attività di medicina estetica -al terzo superiore, terzo medio e terzo inferiore del viso. Questo in qualcuno crea scandalo, ma il Segretario sindacale di Associazione Italiana Odontoiatri Danilo Savini è “tranchant”. «Non ci piace non essere citati negli emendamenti. Ma vanno dette due cose: primo, i registri ordinistici, pur tutelando i pazienti, non sono da considerarsi abilitanti; secondo, più che dei registri per quanto ci riguarda il legislatore dovrebbe occuparsi di inserire negli emendamenti che nel nostro corso di laurea, in quanto abilitante -tra l’altro – all’esercizio di una professione “estetica” di per sé, vanno insegnate le“tecniche e procedure estetiche del volto”».
La confusione sulla medicina estetica
Al momento in Parlamento si è fatto un passo indietro. Dopo che due anni fa il decreto legge Bollette ha autorizzato i laureati in odontoiatria ad effettuare interventi estetici, ora il legislatore -nel Decreto Prestazioni sanitarie in discussione in Commissione Affari sociali alla Camera – valuta due emendamenti di maggioranza che per questi interventi considerano i soli medici. Gli emendamenti 25.01 e 25.02 a prima firma rispettivamente di Luciano Ciocchetti (FdI) ed Annarita Patriarca (FI) prevedono l’istituzione di Registri provinciali dei medici estetici presso ogni sede ordinistica. Per iscrivervisi, servono requisiti formativi specifici e cioè in alternativa: o un diploma di master universitario di 2° livello, o un diploma quadriennale di formazione in medicina estetica, o un diploma di specializzazione medico-chirurgica che preveda specifico insegnamento di medicina estetica; per chi, medico, già eserciti la medicina estetica, serve una comprovata esperienza di almeno 7 anni nel settore. A tutto darà l’ok di una commissione istituita nell’Ordine stesso.
Perché degli odontoiatri non si parla
Dimenticanza o perversa volontà alimentata da vecchi pregiudizi? In realtà il decreto bollette (DL 34/2023) non viene abrogato da questi emendamenti e quindi resterebbe in vigore. In forza di ciò:
- nel caso gli emendamenti venissero approvati così come presentati gli odontoiatri, pur non potendo iscriversi al Registro, e quindi penalizzati nei confronti dei pazienti, dovrebbero poter continuare ad esercitare la medicina estetica;
- nei registri già attivati da Ordini come Roma e Milano possono essere iscritti anche gli odontoiatri che dimostrino di aver seguito una formazione specifica.
La posizione AIO
«Registri di Medici ed Odontoiatri autorizzati ad effettuare interventi estetici oggi servono a tutelare i pazienti dopo che il vuoto normativo in questi anni ha portato a situazioni pericolose, interventi svolti in condizioni non idonee, come quelli ipotizzati dopo i tragici recenti casi di cronaca. Ma in prospettiva questa materia va fatta oggetto di revisioni da affrontare ai tavoli istituzionali, partendo dai requisiti per l’iscrizione ai registri, non necessariamente identici per laureati in Medicina ed Odontoiatria», spiega Giovanni Migliano Presidente AIO Lazio e membro della Commissione Albo dell’Ordine capitolino.
Interviene Savini: «Al momento appare sbagliato che negli emendamenti non si parli di odontoiatri. Se ci inseriscono, serve però una correzione: dove è scritto che per autorizzare i laureati in Medicina agli interventi estetici serve un registro al quale ci si iscrive dopo aver seguito dei corsi di formazione specifica, bisogna prevedere che le tecniche e procedure estetiche del volto diventino materie del Corso di laurea in Odontoiatria in tutti gli atenei italiani dove questo corso c’è. Già perché la nostra laurea è specialistica e abilitante. Lo prevede il decreto Bollette 34, tant’è vero che uno stesso articolo ci abilita agli interventi estetici e ci consente di entrare nelle liste degli specialisti del SSN. Per noi non servono specializzazioni successive alla laurea: sarebbero sub-specializzazioni e non le vogliamo, tanto più che stiamo parlando di “skills” inseribili nei sei anni del nostro “pre-laurea”, e poi esercitabili da tutti noi. Dalle gengive alle faccette al colore il passaggio alle labbra e ai filler non è un salto concettuale ma una conseguenza naturale. Al contrario, il registro serve al laureato in medicina la cui laurea si accinge a non essere più abilitante e in genere richiede il possesso di una specializzazione post-laurea: non più solo in anestesia/rianimazione e radiologia ma ormai dappertutto, anche fuori degli ambiti del Servizio sanitario nazionale. La nostra posizione è dunque che per la Medicina estetica servono i registri (non necessariamente abilitanti), per l’Odontoiatria estetica oggi sì, presto non più».
Nelle foto, a sinistra Giovanni Migliano e a destra Danilo Savini.