Dopo il decesso di Simonetta Kalfus, 62 anni, entrata per una liposuzione in una clinica privata di Roma e vittima di una successiva infezione i cui sintomi sarebbero stati sottovalutati per giorni e giorni, la Procura di Roma ha aperto un’indagine per omicidio colposo a carico di tre medici. Tra questi, il chirurgo che ha eseguito l’intervento, già condannato un anno fa per una non riuscita operazione al seno. Il caso riapre interrogativi, in particolare sulle sanzioni agli operatori sanitari. Nei casi di colpa grave (negligenza, imprudenza, imperizia e inosservanza leggi, regole, linee guida, raccomandazioni) nei dibattiti Tv si sottolinea come gli ordini non dovrebbero attendere la sentenza d’appello del tribunale prima di sospendere o radiare un professionista sanitario. Se aspettano, non è perché lo chiede la legge, bensì per non rischiare di dover risarcire in caso di assoluzione in secondo grado.
L’arretrato della Commissione Esercenti Professioni Sanitarie
A rallentare il lavoro degli organi deontologici c’è anche l’arretrato da smaltire da parte della Commissione Centrale Esercenti Professioni Sanitarie (CCEPS), rimasta ferma un biennio perché tra i componenti c’erano due membri del ministero della Salute: un caso di commistione tra potere esecutivo e giurisdizione speciale/deontologica, annullato nel 2016 da una sentenza della Consulta. Complici gli anni del Covid, si sono oggi accumulati anni di arretrati da smaltire: sono 864 i ricorsi pendenti, riguardanti tutte le professioni sanitarie (medici, odontoiatri, farmacisti, infermieri etc) avverso tutti e quattro i tipi di sanzione disciplinare: avvertimento, censura, sospensione e radiazione. I ricorsi contro radiazioni, relativi ai casi più gravi, sono 64. Ma ogni ricorso sospende il procedimento disciplinare e fino alla sentenza CCEPS i professionisti continuano ad esercitare.
La proposta del Ministero della Salute
Il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha annunciato una proposta di riforma della CCEPS che, a tutela dei cittadini e degli stessi professionisti, prevede l’immediata esecutività delle sanzioni comminate dagli Ordini in attesa della decisione della Commissione. Si prevede soprattutto la costituzione di due Sezioni: una per medici e odontoiatri, che rappresentano più della metà del contenzioso, e l’altra per le altre professioni sanitarie. Pare leggermente diversa la proposta di Filippo Anelli presidente FNOMCeO, che per i procedimenti per fatti minori propone di istituire una sezione stralcio della CCEPS che esamini i ricorsi in sospeso al 31 dicembre 2024 relativamente alle sanzioni meno gravi, sino alla sospensione, «dando modo alla Commissione di dedicarsi e decidere rapidamente in merito alle radiazioni».
La riflessione di Associazione Italiana Odontoiatri
«I cittadini hanno diritto di essere tutelati e l’Ordine è un organo sussidiario dello Stato preposto a tale compito. La giurisdizione speciale va messa in condizione di smaltire il carico dei contenziosi pendenti. Non si può lasciare tutto com’è ora. Va da sé che però i consiglieri degli Ordini provinciali, dovranno essere preparati di fronte a quella che si profila come una rivoluzione», sottolinea il Segretario Nazionale AIO Danilo Savini. «Impedire dall’oggi al domani ad un collega di esercitare è un potere enorme. L’immediata esecutività delle decisioni ordinistiche, sarebbe appannaggio di organi giurisdizionali che, ricordo, non sono composti da giudici “professionali”. In un contesto identico all’attuale, le nuove funzioni, a seconda delle competenze maturate dai collegi, in certe situazioni locali potrebbero venire “esaltate”, e in altre, magari, ulteriormente paralizzate. Il legislatore dovrà concordare con la professione regole idonee per prepararla a fronte delle nuove responsabilità implicate dalla carica».
Nella foto, il Ministro della Salute Orazio Schillaci ospite alla Giornata Nazionale della Salute Orale promossa da AIO a Roma nel 2023