Un emendamento alla nuova legge contro le liste d’attesa in itinere in Senato restringe i margini entro cui le strutture sanitarie e i singoli professionisti si possono fare pubblicità. All’impianto originale, gli onorevoli Massimiliano Romeo, Elena Murelli e Tilde Minasi (Lega) e Francesco Silvestro e Daniela Ternullo (Forza Italia) hanno aggiunto un articolo 13 bis che modifica il comma 525 della legge 145/2018. La Finanziaria 2019 aveva aperto alla pubblicità sanitaria abrogando il divieto per i professionisti e le strutture di esplicitare i propri titoli e servizi al pubblico nonché i prezzi. Da circa sei anni si può far sapere che si è competitivi e accessibili, ma nell’ambito di un messaggio trasparente e veritiero le cui caratteristiche sono monitorate dall’Ordine dei Medici e Odontoiatri di competenza. La norma dettava altri principi: rispetto della dignità della persona e della libera e consapevole determinazione dell’assistito, e appropriatezza della prestazione sanitaria pubblicizzata. L’emendamento 13 bis ora sancisce per chi non rispetti le regole una sanzione pari al 10% dell’importo della campagna pubblicitaria intrapresa e comunque non inferiore a 10 mila euro. A comminarla è chiamata l’Autorità Garante delle Comunicazioni che incamererà le somme.
Il commento
Il dispositivo, promosso da forze di maggioranza, ha buone probabilità di passare nel testo finale della legge. Per il Presidente della Commissione Albo Odontoiatri Nazionale Andrea Senna esso “rende pienamente operativa” la legge del 2018. Inoltre, indica l’Agcom come autorità competente ed investe tutti i mezzi con cui le pubblicità vengono veicolate. Secondo il segretario sindacale AIO Danilo Savini, si tratta di una norma che fa chiarezza e che non va accolta come “indebita” restrizione ma anzi è assolutamente auspicabile ed è ampiamente attesa dai Soci. Ricordo che metà dei nostri dirigenti ogni anno ci rappresenta il danno provocato dai messaggi di una concorrenza spregiudicata, che non segue i nostri principi improntati a preservare i rapporti fiduciari con i singoli pazienti ».